Martiri di Vignale, la commemorazione
L'assessore Moscatelli: «La libertà va difesa ogni giorno. Anche oggi, di fronte ad evidenti rigurgiti ideologici».
Martiri di Vignale: commemorato questa mattina a Novara il 75° anniversario dell'eccidio nazifascista in cui persero la vita 13 giovani.
Martiri di Vignale, «morti in nome della libertà»
Costanza Arbeia
L'orazione di Silvana Moscatelli
L'omaggio al cippo
E' stata l’assessore alle Finanze del Comune, Silvana Moscatelli, a tenere ieri mattina l'orazione ufficiale in occasione della commemorazione del 75° anniversario dell’eccidio di Vignale. «La libertà - ha detto Moscatelli - è un diritto primario di ogni uomo e va non solo conquistata, ma tutelata e difesa ogni giorno. Anche oggi, di fronte ad evidenti rigurgiti ideologici che dovrebbero appartenere solo al passato. I 13 giovani martiri che commemoriamo oggi sono morti in nome della libertà e della democrazia. Due valori che ciascuno di noi deve impegnarsi a difendere ogni giorno, nella propria vita quotidiana. Abbiamo un gran lavoro da fare per consegnare ai nostri giovani un mondo con più pace e più libertà».
Il corteo e l'omaggio ai due cippi dei caduti
La commemorazione, apertasi con la messa nella chiesa di Vignale, ha come tradizione visto il corteo che - alla testa della staffetta partigiana Costanza Arbeia, classe 1926 e lo stesso spirito battagliero di allora - ha sfilato lungo corso risorgimento sulle note di “Bella ciao” e “Valsesia”, raggiungendo quindi i due cippi posizionati nei luoghi dove i 13 giovani furono trucidati dai nazifascisti. Presenti, oltre all’assessore Moscatelli per il Comune, il presidente della Provincia Federico Binatti e il viceprefetto Marco Baldino, insieme ai rappresentanti delle autorità militari, dell’Anpi e delle associazioni d’arma con i propri labari.
Uccisi il 26 agosto 1944
Renato Crestanini, Giovanni e Natale Diotti, Fausto Gatti, Igino Mancini, Secondo Passera, Erminio Sara, Orione e Spartaco Berto, Antonio Denti, Pietro Molinari, Giuseppe Schiorlini e Angelo Saini furono uccisi il 26 agosto 1944, fucilati dai nazi-fascisti per aver rifiutato di arruolarsi nell’esercito repubblichino. Furono scoperti e catturati nei giorni seguenti al Ferragosto; tutti avevano un’età compresa tra i 18 e i 20 anni.
l.c.