Il racconto

Truffa dello specchietto: un caso segnalato a Oleggio Castello

Il tentativo di raggirare una mamma di Oleggio Castello non è andato a buon fine

Truffa dello specchietto: un caso segnalato a Oleggio Castello
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Truffa dello specchietto: la segnalazione di una mamma di Oleggio Castello per l'episodio che si è verificato di fronte alle scuole.

Un incontro inaspettato davanti alle scuole

La "truffa dello specchietto", per quanto "vecchia", viene ancora utilizzata: attenzione dunque. "Venerdì scorso, intorno alle 12.20 stavo guidando per recarmi a prendere mia figlia a scuola - racconta una mamma - ho percorso come di consueto via Vittorio Veneto per svoltare in piazza Comolli e parcheggiare accanto alla scuola primaria Pertini. Avevo appena spento l’auto quando mi si è accostata un’altra vettura e il conducente, finestrino abbassato, ha iniziato a parlarmi. Sono scesa e ho chiuso a chiave per sentire quello che mi stava dicendo. La macchina era una berlina grigio chiaro (non ho fatto caso al modello) e il conducente un uomo, sui 40 anni, vestito in maniera casual con jeans, camicia e giubbotto, con accento napoletano".

La truffa dello specchietto

"Ha esordito - prosegue il racconto - con un “signora, ma non ha sentito il colpo? Con il suo specchietto ha urtato il mio e me lo ha rotto”. Ho risposto di non aver sentito nulla, io non avevo alcun danno, ma al suo specchietto mancava il vetro". A questo punto la mamma prova a capire come potesse essere avvenuto il presunto impatto, visto che la statale ha la carreggiata ampia e le auto parcheggiate all’interno degli spazi non possono certo essere "toccate" da chi circola in modo corretto. "In un primo momento ha ripetuto che la strada a doppio senso è comunque stretta (assolutamente falso) e che lui non era parcheggiato proprio negli spazi ma accostato (anche questo non vero, ma nel caso, avrebbe dimostrato il suo torto) - continua la donna - poi ha iniziato un discorso con frasi lasciate a metà, sul fatto che lui essendo del Sud non voleva iniziare discussioni perché sapeva come “sarebbero andate queste cose”, e non voleva “creare questioni” visto che non ammettevo la colpa. Ho comunque proposto uno scambio di cellulare per accordarsi eventualmente con l’assicurazione e a quel punto ha rifiutato, dicendomi di essere di Gallarate e di non volere poi dover tornare in paese. Non voleva inoltre far aumentare il costo dell’assicurazione, affermando di potersi accontentare di 50 euro in contanti, pari a circa la metà del dolo. Ovviamente ho rifiutato e lui, contrariato, se n’è andato senza più segnarsi il numero del cellulare e dicendomi piccato che si sarebbe riparato il danno da solo".

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