«Nessuno di noi lucra sulla Resistenza»

«Nessuno di noi lucra sulla Resistenza»
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NOVARA - E’ finito a suon di querele il “caso” dell’uscita di Trecate dall’Istituto storico per la Resistenza e la storia contemporanea “Piero Fornara”. Dopo tre mesi dalla decisione dell’Amministrazione, è il presidente dell’Istituto, Paolo Cattaneo, ad annunciarlo. La scelta, «assunta all’unanimità da tutto il consiglio», non è - beninteso - riferita al fatto che il Comune abbia preferito abbandonare il Consorzio (formato da un’ottantina di soci, tra cui le due Province di Novara e del Vco e il Comune di Novara). «Siamo molto dispiaciuti che il Comune di Trecate abbia assunto una simile decisione, anche perché stiamo parlando di uno dei Comuni più importanti della provincia - ha detto Cattaneo nel corso della conferenza stampa convocata per l’occasione - Ma si tratta di una scelta del tutto legittima, di cui non possiamo che prendere atto con grande amarezza. Ho anche cercato dei contatti con il sindaco, per capire se ci fosse spazio per un eventuale ripensamento, ma non sono riuscito ad incontrarlo...».

Quello che all’Istituto proprio non è andato giù sono state le parole pronunciate in Consiglio comunale dal capogruppo del gruppo “Binatti Sindaco”, Enrico Oriolo. Ed è infatti nei suoi confronti che è scattata la querela. «Sono state fatte dichiarazioni secondo le quali i consiglieri del nostro Istituto avrebbero percepito nell’ultimo anno circa 100.000 euro per i progetti realizzati. Forse - dice Cattaneo - prima di parlare sarebbe opportuno documentarsi meglio, e lo dico senza polemica. Nessuno di noi, nè il presidente, nè i consiglieri, percepisce alcun emolumento: neppure un gettone di presenza. Lo stesso vale per chi si occupa della biblioteca, dell’archivio e per i revisori dei conti, che si prestano a titolo del tutto gratuito. Il nostro è un consorzio pubblico che vive delle quote dei soci (ogni Comune, ad esempio, versa una cifra proporzionale al numero di abitanti, da un minimo di 300 euro ad un massimo di 1.500) e dei contributi delle Fondazioni e della Crt, ma sempre mirati al sostegno di progetti specifici».

Laura Cavalli

Leggi di più sul Corriere di Novara di sabato 5 novembre 2016

NOVARA - E’ finito a suon di querele il “caso” dell’uscita di Trecate dall’Istituto storico per la Resistenza e la storia contemporanea “Piero Fornara”. Dopo tre mesi dalla decisione dell’Amministrazione, è il presidente dell’Istituto, Paolo Cattaneo, ad annunciarlo. La scelta, «assunta all’unanimità da tutto il consiglio», non è - beninteso - riferita al fatto che il Comune abbia preferito abbandonare il Consorzio (formato da un’ottantina di soci, tra cui le due Province di Novara e del Vco e il Comune di Novara). «Siamo molto dispiaciuti che il Comune di Trecate abbia assunto una simile decisione, anche perché stiamo parlando di uno dei Comuni più importanti della provincia - ha detto Cattaneo nel corso della conferenza stampa convocata per l’occasione - Ma si tratta di una scelta del tutto legittima, di cui non possiamo che prendere atto con grande amarezza. Ho anche cercato dei contatti con il sindaco, per capire se ci fosse spazio per un eventuale ripensamento, ma non sono riuscito ad incontrarlo...».

Quello che all’Istituto proprio non è andato giù sono state le parole pronunciate in Consiglio comunale dal capogruppo del gruppo “Binatti Sindaco”, Enrico Oriolo. Ed è infatti nei suoi confronti che è scattata la querela. «Sono state fatte dichiarazioni secondo le quali i consiglieri del nostro Istituto avrebbero percepito nell’ultimo anno circa 100.000 euro per i progetti realizzati. Forse - dice Cattaneo - prima di parlare sarebbe opportuno documentarsi meglio, e lo dico senza polemica. Nessuno di noi, nè il presidente, nè i consiglieri, percepisce alcun emolumento: neppure un gettone di presenza. Lo stesso vale per chi si occupa della biblioteca, dell’archivio e per i revisori dei conti, che si prestano a titolo del tutto gratuito. Il nostro è un consorzio pubblico che vive delle quote dei soci (ogni Comune, ad esempio, versa una cifra proporzionale al numero di abitanti, da un minimo di 300 euro ad un massimo di 1.500) e dei contributi delle Fondazioni e della Crt, ma sempre mirati al sostegno di progetti specifici».

Laura Cavalli

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