Polizia di Stato

Operazione “Scimbla”: sei arresti per droga anche nel novarese

Sequestrati in 18 mesi di indagini circa 250 grammi di cocaina, 150 grammi di eroina e 50 grammi di hashish.

Operazione “Scimbla”: sei arresti per droga anche nel novarese
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Smantellato dalla Polizia di Stato un secondo mercato della droga al termine di un lunga e articolata indagine che ha avuto inizio nel settembre 2019, E’ la seconda rete di spaccio ubicata nei boschi del Lungo Sesia, dopo quella già sgominata in precedenza con l’operazione “Aquila Nera”. Leggermente spostati però i “siti”, questa volta tra l’area di Carpignano e quella di Gattinara, a cavallo delle province di Vercelli e Novara.

Lo riportano i colleghi di primavercelli.it

L’inizio

La complessa attività d’indagine che è stata denominata “Scimbla”, dal nome dell’area adibita a “supermarket” della droga. è durata più di un anno e mezzo la sezione antidroga della  Squadra Mobile di Vercelli ha sequestrato complessivamente circa 250 grammi di cocaina, 150 grammi di eroina, 50 grammi di hashish che avrebbero fruttato sul mercato guadagni per almeno 50mila euro. L’ indagine diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vercelli, ha portato, nell’arco del suo svolgimento, all’arresto di sei uomini dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Gli uomini della Squadra Mobile – sezione “Antidroga” – avevano già capito nel corso della precedente indagine che l’area era da attenzionare, in quanto era diventata un terreno favorevole per le bande du spacciatori. Così è stata mantenuta una serie di servizi di osservazione nelle piazze di spaccio segnalate per verificare l’attendibilità delle notizie.

Durante uno di questi controlli erano stati fermati due soggetti biellesi, noti assuntori di sostanze stupefacenti, i quali hanno poi fornito elementi utili all’identificazione degli spacciatori che operavano all’interno dell’area boschiva.

Giornate “lavorative” da 10mila euro

Gli spacciatori sono risultati essere due cittadini di origine marocchina, già noti alle Forze dell’Ordine poiché pluripregiudicati per reati in materia di sostanze stupefacenti.

L’indagine ha permesso di accertare, anche tramite numerosi sequestri di droga, che, durante una giornata “lavorativa”, gli spacciatori effettuavano numerosissime cessioni di dosi ad acquirenti provenienti dalle province di Vercelli, Biella, Novara e Verbania, arrivando a guadagnare anche 10.000 euro al giorno.

Fermato anche un trentunenne cittadino di origine peruviana che, trovato in possesso di gr. 30 di eroina, era stato arrestato nel settembre 2019.

Le indagini proseguono

Nell’ottobre 2019, gli inquirenti avevano accertato che al sodalizio criminale, composto originariamente dai due marocchini, si era aggiunto anche un soggetto italiano, residente a Ghemme (NO), pregiudicato per reati in materia di sostanze stupefacenti.

Inoltre, uno dei due spacciatori marocchini era di fatto residente a Milano da dove, ogni giorno, si muoveva in macchina per raggiungere le zone di spaccio.

Il primo movimentato arresto a Milano

Una volta individuata l’autovettura con la quale si muoveva, gli investigatori della Squadra Mobile sono riusciti ad intercettare e a fermare, la macchina alle porte di Milano. Lo spacciatore, accortosi della presenza delle forze dell’ordine, aveva provato a fuggire, ma gli operatori di Polizia non si erano fatti sorprendere e l’avevano  immobilizzato ed arrestato, trovando poi addosso al marocchino 115 grammi di cocaina. Oltre al reato di spaccio gli era stata contestate anche resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale.

Lo spacciatore torna in azione

In seguito ristretto ai domiciliari, presso l’abitazione del fratello, sita nella provincia di Forlì- Cesena da dove però era però evaso, ritornando nuovamente in provincia di Vercelli, nelle medesime zone di spaccio. Dopo l’evasione il Tribunale di Milano lo aveva sottoposto alla custodia cautelare in carcere, emettendo decreto di latitanza.

Nel novembre 2019 il marocchino, tornato nel pieno delle sue attività illecite, si era associato con un altro soggetto magrebino, identificato e noto per precedenti.

Agli inizi di Dicembre 2019 era stato intercettato il secondo spacciatore magrebino: arrestato nella zona boschiva del comune di Gattinara (VC), nonostante lo stesso con un coltello avesse minacciato gli operatori per garantirsi la fuga, causando anche lesioni a degli agenti.

Sull’uomo erano stati trovati 115 grammi di eroina.
Il trentenne marocchino, veniva arrestato per i reati di minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, aggravata dall’uso di un’arma, e porto abusivo di arma da punta e da taglio. Il giorno successivo era stato convalidato l’arresto ed era scattata alla custodia cautelare in carcere, dove è ancora attualmente.

La riorganizzazione dell’attività

Subito dopo l’arresto del cittadino magrebino, lo spacciatore latitante si riorganizzava nell’attività di spaccio in Vercelli, avvalendosi a tempo pieno dell’operato del cittadino italiano, già comparso nell’attività di indagine, con l’intento di raccogliere la somma di denaro necessaria, avendo deciso di recarsi in Spagna, per sottrarsi alla giustizia: la latitanza in territorio spagnolo sarebbe effettivamente avvenuta all’inizio del 2020.

Nonostante la fuga all’estero del marocchino, lo spaccio nelle zone boschive è poi continuata ad opera di suoi sodali.

Un altro arresto

All’inizio di febbraio 2020, gli agenti della Squadra Mobile hanno arrestato un altro cittadino marocchino, ventitreenne, già noto per i numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, facente parte del medesimo sodalizio criminale, colto nella flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di gr. 100 di eroina, gr. 50 di cocaina e gr. 20 di hashish; arresto poi convalidato con conseguente incarcerazione.

Dai primi mesi del 2020 sono poi state raccolte altre sommarie informazioni di soggetti che si erano rivolti agli spacciatori per rifornirsi di droga.

Sulla base degli elementi raccolti, all’inizio di giugno 2020, su richiesta della Procura della Repubblica di Vercelli, il Giudice per le Indagini Preliminari ha emesso  un’ordinanza di applicazione di misura cautelare della custodia in carcere per quattro dei partecipanti al sodalizio criminale: arrestati tra la Lombardia ed il Piemonte.

Il super latitante scappa in Spagna

Il marocchino che era a capo della rete, è stato effettivamente latitante in Spagna. Nel mese di ottobre 2020, il Tribunale di Vercelli aveva pertanto emesso un Mandato di Arresto Europeo. Da quel momento sono cominciate febbrili e serrate ricerche del latitante, colpito da ben due custodie cautelari in carcere per gli episodi a lui addebitati.

L’epilogo

Agli inizi di settembre 2020, il ricercato, con notevole sfrontatezza e nonostante la situazione pandemica, era tornato in Italia, nuovamente a Milano.

Le forze di Polizia, seguendo i contatti del latitante, nella mattinata di ieri, lunedì 15 febbraio, è stata individuata l’autovettura di un cittadino italiano (un uomo della provincia di Lecco) che aveva il ruolo di accompagnare il magrebino nella piazza di spaccio dove era ritornato a “lavorare”.

Dopo una serrata attività di pedinamento, la Squadra Mobile riusciva a fermare il latitante e arrestarlo.

Arresto movimentato

Nella circostanza il marocchino ha tentato inutilmente la fuga ma è subito stato bloccato dagli uomini della Squadra Mobile; nell’occasione un agente ha riportato lesioni guaribili in 21 giorni.

Il bilancio della complessa attività d’indagine “Scimbla”, durata più di un anno e mezzo, la Squadra Mobile ha sequestrato, complessivamente, circa gr. 250 di cocaina, gr. 150 di eroina, gr. 50 di hashish che avrebbero fruttato sul mercato guadagni per almeno 50.000 euro.

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