Mercato Immobiliare: crolla il business degli studenti fuorisede
L'effetto Covid si sta facendo sentire in modo significativo anche nel settore universitario, di cui si è sentito parlare poco negli ultimi mesi ma che sta affrontando delle importantissime sfide.
Di fatto tante facoltà stanno ancora cercando di organizzarsi al meglio, ma la verità è che in molti, moltissimi casi gli spazi non sono sufficienti per garantire il distanziamento sociale. Ecco che allora ci sono atenei che hanno deciso di variare l'offerta formativa proponendo gran parte delle lezioni in modalità e-learning e quindi a distanza. Altri sono riusciti a ripartire nel segno della normalità (se così si può chiamare) ma con moltissime difficoltà e disagi per gli iscritti.
Insomma, le università stanno affrontando una sfida non da poco e insieme a loro, di riflesso, tutti gli studenti fuori sede, che da quando è scattata l'emergenza Covid-19 si sono trovati a fare i conti con una situazione di certo complicata da gestire. Le conseguenze di tutto ciò si sono inevitabilmente fatte sentire nel mercato immobiliare, che all'improvviso ha registrato un crollo per quanto riguarda il business degli affitti a studenti.
Troppe stanze sfitte nelle città universitarie
Nelle città universitarie le stanze che da sempre sono state contese dagli studenti fuori sede sono oggi sfitte e questo è un dato che conta numeri effettivamente preoccupanti. Per quanto riguarda il mercato delle case in affitto Torino è una delle città che ospitava, almeno fino a prima dell'arrivo del Covid, il maggior numero di studenti provenienti da altre regioni.
Per dare l'idea della portata del fenomeno, attualmente proprio a Torino è stato stimato un aumento del 108% delle stanze disponibili rimaste sfitte. Parliamo dunque di un momento decisamente delicato per il mercato immobiliare, che nelle città universitarie ha sempre potuto contare su un numero importante di studenti fuori sede.
Gli studenti preferiscono tornare a casa
La maggior parte degli studenti fuori sede intervistati durante l'estate ha confermato quello che ormai si sta prefigurando come una tendenza negativa per il mercato degli affitti. In moltissimi infatti hanno confermato di non aver rinnovato il proprio contratto, anche perché tanti studenti hanno pagato a proprie spese i mesi del lockdown e della quarantena. In molti fuori sede, pur non usufruendo della stanza o dell'appartamento affittati, hanno comunque dovuto pagare il canone di locazione. Alcuni, più fortunati, hanno goduto di una riduzione della quota ma solo grazie al buon senso del proprietario.
Insomma, sembra proprio che lo scotto pagato dagli studenti universitari nei mesi della quarantena e del lockdown sia stato eccessivo e che abbia influito in modo significativo sull'attuale situazione. Oggi, la maggior parte di loro preferisce tornare a casa e seguire le lezioni online, almeno per il momento. Probabilmente in tanti torneranno nelle città universitarie una volta che la pandemia si potrà dire effettivamente superata, ma per adesso l'incertezza regna ancora sovrana ed è per tale ragione che in moltissimi preferiscono non correre altri inutili rischi.
Così, come lo smart working sta influenzando il mercato degli immobili in vendita, le lezioni universitarie a distanza mettono di fatto in crisi il comparto delle case in affitto.