Maltempo, da oggi piogge moderate e neve oltre quota 1.200 m

Maltempo, da oggi piogge moderate e neve oltre quota 1.200 m
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A scanso d’equivoci, diciamolo subito: in senso meteorologico quella dell’emergenza neve a Cervinia è stata una “boiata pazzesca”. Prima però, la cronaca. Venerdì una bassa pressione in approfondimento sulla Penisola Iberica ha favorito l’arrivo dello scirocco in Piemonte. Data l’assenza d’un cuscinetto freddo in Valpadana, scalzato nei giorni precedenti dal Föhn (il 2 gennaio la massima a Domodossola ha toccato i 14,4 °C), sabato il limite delle nevicate si è portato intorno ai 1.200 m. Le precipitazioni, molto deboli, si sono sommate a quelle già cadute il 4 gennaio specie in Ossola, dove si era avuto un picco di 92,4 mm all’Alpe Veglia (1.740 m) cui è corrisposto circa mezzo metro di neve. Fino a ieri tuttavia i fenomeni sono risultati di scarsa rilevanza: solo da oggi sono previste piogge moderate in pianura, più intense a partire dalla fascia prealpina con neve oltre quota 1.200-1.400 m che andrà a incrementare un manto in qualche caso già importante, come al Passo San Giacomo (2.453 m), dove tocca i 200 cm, o alla Bocchetta delle Pisse (2.410 m), dove raggiunge i 130 cm.
Ora torniamo a Cervinia e chiediamoci: qual è la notizia? Intanto i dati. La mattina del 5 gennaio il nivometro del Centro funzionale Valle d’Aosta registrava una manto totale (comprese quindi le precipitazioni di novembre e dicembre) di 175 cm: e stiamo parlando, ricordiamolo, d’una località alpina a 1.998 m di quota. Può dunque sorprendere la novantina di centimetri caduti il 4 gennaio (non i due metri di cui si è parlato)? Certo, dopo quattro inverni in cui Novara non registra nevicate degne di nota, per l’uomo della strada tali misure parranno eccezionali. Ma se caviamo qualche esempio dagli archivi cambia tutto. L’8 dicembre 1990 la perturbazione arrivò dal Golfo del Leone e in 24 ore al Lago del Goillet (2.542 m, sopra Cervinia) scaricò 166 cm, a Cuneo (534 m) 105 cm. Quella nevicata durò fino al 12 dicembre e apportò 187 cm all’Alpe Cavalli (1.500 m), 199 cm ad Alagna (1.180 m), 209 cm a Macugnaga (1.280 m) e 222 cm a Carcoforo (1289 m). Proseguiamo con l’inverno 1971-72: in Valsesia si registrarono 1.174 valanghe, il 18 febbraio tutte le località di testata (Alagna e Riva Valdobbia, Rassa, Rima, Carcoforo e Rimella) erano isolate. Febbraio 1888: a Levo (601 m, sopra Stresa), la coltre era di 120 cm, sul Mottarone (1.491 m) di 340 cm, a Pestarena di 400 cm e a Campello Monti (1.305 m) di 480 cm. Si potrebbe continuare, ma chiudiamo con una domanda: possiamo davvero dire che in questi giorni a Cervinia sia accaduto qualcosa di storico?
Stefano Di Battista

A scanso d’equivoci, diciamolo subito: in senso meteorologico quella dell’emergenza neve a Cervinia è stata una “boiata pazzesca”. Prima però, la cronaca. Venerdì una bassa pressione in approfondimento sulla Penisola Iberica ha favorito l’arrivo dello scirocco in Piemonte. Data l’assenza d’un cuscinetto freddo in Valpadana, scalzato nei giorni precedenti dal Föhn (il 2 gennaio la massima a Domodossola ha toccato i 14,4 °C), sabato il limite delle nevicate si è portato intorno ai 1.200 m. Le precipitazioni, molto deboli, si sono sommate a quelle già cadute il 4 gennaio specie in Ossola, dove si era avuto un picco di 92,4 mm all’Alpe Veglia (1.740 m) cui è corrisposto circa mezzo metro di neve. Fino a ieri tuttavia i fenomeni sono risultati di scarsa rilevanza: solo da oggi sono previste piogge moderate in pianura, più intense a partire dalla fascia prealpina con neve oltre quota 1.200-1.400 m che andrà a incrementare un manto in qualche caso già importante, come al Passo San Giacomo (2.453 m), dove tocca i 200 cm, o alla Bocchetta delle Pisse (2.410 m), dove raggiunge i 130 cm.
Ora torniamo a Cervinia e chiediamoci: qual è la notizia? Intanto i dati. La mattina del 5 gennaio il nivometro del Centro funzionale Valle d’Aosta registrava una manto totale (comprese quindi le precipitazioni di novembre e dicembre) di 175 cm: e stiamo parlando, ricordiamolo, d’una località alpina a 1.998 m di quota. Può dunque sorprendere la novantina di centimetri caduti il 4 gennaio (non i due metri di cui si è parlato)? Certo, dopo quattro inverni in cui Novara non registra nevicate degne di nota, per l’uomo della strada tali misure parranno eccezionali. Ma se caviamo qualche esempio dagli archivi cambia tutto. L’8 dicembre 1990 la perturbazione arrivò dal Golfo del Leone e in 24 ore al Lago del Goillet (2.542 m, sopra Cervinia) scaricò 166 cm, a Cuneo (534 m) 105 cm. Quella nevicata durò fino al 12 dicembre e apportò 187 cm all’Alpe Cavalli (1.500 m), 199 cm ad Alagna (1.180 m), 209 cm a Macugnaga (1.280 m) e 222 cm a Carcoforo (1289 m). Proseguiamo con l’inverno 1971-72: in Valsesia si registrarono 1.174 valanghe, il 18 febbraio tutte le località di testata (Alagna e Riva Valdobbia, Rassa, Rima, Carcoforo e Rimella) erano isolate. Febbraio 1888: a Levo (601 m, sopra Stresa), la coltre era di 120 cm, sul Mottarone (1.491 m) di 340 cm, a Pestarena di 400 cm e a Campello Monti (1.305 m) di 480 cm. Si potrebbe continuare, ma chiudiamo con una domanda: possiamo davvero dire che in questi giorni a Cervinia sia accaduto qualcosa di storico?
Stefano Di Battista

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