Stanziamento

Undici milioni dalla Regione: fino a 600 euro al mese per i “caregiver”

Soddisfatta l'assessore Caucino: "Si tratta di persone che hanno svolto un compito cruciale nell’assistenza dei più fragili".

Undici milioni dalla Regione: fino a 600 euro al mese per i “caregiver”
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Arrivano i soldi, pioggia di euro: buone notizie per i cosiddetti “caregiver” ovvero coloro che aiutano propri parenti o congiunti non autosufficienti, come riportano i colleghi di primatorino.it. Si tratta di una particolare categoria di persone tutelata anche dalle disposizioni legislative in materia di lavoro (la famosa Legge 104 con successive modifiche) e che risulta in effetti molto utile alla società. Ebbene, adesso che si parla di vaccini e di liste d’attesa, i caregiver necessitavano di risposte concrete e la Regione Piemonte si dimostra all’altezza.

Da 400 a 600 euro al mese

La Giunta regionale del Piemonte, su proposta dell’assessore regionale al Welfare Chiara Caucino, ha deciso di destinare quasi 5,5 milioni di euro (5.465.172,96, per la precisione) per gli interventi a sostegno del ruolo di cura e di assistenza dei famigliari che assistono i propri cari portatori di disabilità o non auto sufficienti. I fondi verranno elargiti a una platea stimata in migliaia di persone, secondo l’indicazione del decreto ministeriale risalente a ottobre 2020.  A erogare i fondi saranno, previa richiesta, i Servizi sociali di zona dell’interessato. Il contributo potrà variare da 400 a 600 euro al mese fino ad esaurimento dei fondi che però, si auspica, potranno essere rifinanziati in futuro dal Ministero. Le persone, prima di ricevere il contributo, dovranno essere valutate dalle unità competenti delle Asl che, in base al grado di non auto sufficienza dei pazienti, assegnerà un punteggio in base al quale poi verrà determinato il contributo.

La delibera ha anche approvato uno stanziamento straordinario di 5 milioni e 600 mila euro (erogato sempre tramite i Servizi sociali) e destinato sempre ai caregiver che hanno subìto problemi economici durante il periodo del Covid. Ad esempio tutte quelle persone che sono state costrette ad abbandonare il lavoro o ricorrere alla cassa integrazione.

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