Ponte Romagnano: persi due mesi a cercare bombe dove non si è mai sparato un colpo
Lettera aperta dello storico Claudio Sagliaschi che ripercorre le vicende attuali e passate del viadotto sul Sesia.
Ponte Romagnano: persi due mesi a cercare bombe
Riguardo le lungaggini in attesa del ponte provvisoria di Romagnano, riceviamo e pubblichiamo una lettera dello storico Claudio Sagliaschi, di Prato Sesia.
“Per la vicenda infinita del ponte di Romagnano sono quasi certo che entro l’anno 2022 riuscirò a fare la fotografia di quello provvisorio. Non riuscirò certamente a vedere la completa realizzazione di quello definitivo, non tanto per colpa della mia età anagrafica, quanto invece di avere eccessivamente confidato nei “fiumi” di parole e promesse di politici e politicanti; tutti pronti a mettersi in mostra più per fini elettorali e di parte, che non dell’interesse collettivo.
Fiumi di parole che dimostrano solo che tutti questi signori contino ben poco quando si tratta di decisioni finali. Perché quello che mi pare di aver capito è che decide solo Anas e basta, indipendentemente da ciò che dicono i vari presidenti, assessori e responsabili della protezione civile.
In ordine alle ultimissime vicende sui ritardi dovuti alla “finta” bonifica degli ordigni bellici, una domanda me la pongo e gradirei sapere nome e cognome di colui che si è inventato di effettuare tale bonifica e concesso un primo appalto andato a vuoto, e un secondo appalto fasullo perché era evidente – e lo sapevano anche i miei nipotini – che nessuna bomba si sarebbe trovata”.
Alcuni cenni storici
Per questa affermazione mi rivolgo alla storia. Il ponte precedente era crollato l’8 novembre 1951 ma venne ricostruito ed entrò in funzione nel 1957 a pochi metri più a nord dal precedente. Anche il quel caso era subentrata l’Anas. Non sono in grado di dire se vi fu sminamento in quel tempo ma l’Anas lo sa dai suoi incartamenti dell’epoca. Ma non credo, anche se era più logico farlo se vi era una valida ragione. E non vi era alcuna valida ragione perché quando venne bombardata Gattinara il 20 giugno 1944 da alcuni Stukas tedeschi, il ponte – come adesso – si trovava a due chilometri di distanza e nessuna delle fonti dell’epoca parla del ponte.
L’unica bomba colpì un asino
L’unica incursione sul ponte in quell’epoca – se l’informazione è corretta – fu una mitragliata di un aereo americano o inglese in cui l’unica vittima fu un asino che transitava. Queste semplici informazioni storiche si trovano su Google digitando “bombardamento di Gattinara”. Non solo, ma oltre alle escavazioni del 1957 ve ne furono altre negli anni seguenti per riordinare e cementare l’alveo sottostante, come ci furono escavazioni recenti per liberare i detriti del crollo attuale.
Ma poi l’infelice scelta dell’inutile sminamento con le sue conseguenze di allungamento dei tempi e di costi maggiorati, questi ben comprensibili, ha portato con sé altre questioni difficili da comprendere per il povero cittadino che oltre al disagio deve comunque pagare i costi dell’opera. Si scopre così che non esiste solo il genio militare e il genio civile, ma un genio militare e uno civile per ogni sponda del fiume. Se così è la nostra Repubblica possiede centinaia di genio civile e militare che comunicano poco tra di loro.
Un’altra soluzione possibile
Per mio piacere sto facendo la collezione degli articoli che parlano di questa bella avventura e devo rilevare un’ultima questione. Salvo che in un paio di articoli nessuno ha mai parlato del ponte a campata unica che avrebbe evitato ed eviterebbe molti altri problemi compreso lo sminamento fasullo, e per di più con progetto gratuito come mi pare di aver letto. Se proprio il ponte dev’essere fatto lì!
Detto questo che Anas faccia pure il ponte nel modo tradizionale e in quel luogo però gradirei – da cittadino contribuente – che si renda pubblicamente responsabile di una nuova futura caduta. E con Anas anche tutti quei politici che hanno avallato la sciagurata scelta. E state pur certi che avverrà…