Non solo risotto: nasce il riso aromatico tutto italiano

Non solo risotto: nasce il riso aromatico tutto italiano
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Mai così tanto riso straniero in Italia, con le importazioni che nel 2015 hanno fatto segnare il record storico, ben 219,4 milioni di chili, e nel primo trimestre del 2016 sono addirittura cresciute ulteriormente del 74 per cento. Ad affermarlo è un’analisi della Coldiretti relativa ai dati Istat sul commercio estero che evidenziano un vero e proprio boom degli arrivi, causando un forte squilibrio produttivo e commerciale nell’ambito della filiera risicola italiana determinato soprattutto dalle importazioni sconsiderate di riso lavorato provenienti da Paesi che operano in regime Eba a dazio zero, in particolare la Cambogia e Myanmar.

Caratteristica della pianura novarese, la risicoltura coinvolge – oltre a Piemonte e Lombardia - anche Veneto, Emilia Romagna e Sardegna, oltre ad altre superfici interessanti presenti in Calabria e Toscana: la filiera che assicura il reddito di oltre 10.000 famiglie tra occupati ed imprenditori. Il valore al consumo del riso italiano supera il miliardo di euro con una produzione agricola nazionale che si aggira intorno ai 550 milioni di euro in termini di Plv.

Proprio per sostenere un mercato molto importante per la nostra economia arriva ora il Giglio, il primo riso aromatico tutto italiano – e coltivato anche nella pianura novarese - per garantire gusto e sicurezza in tavola che i consumatori potranno trovare in vendita con il nome di “Riso Gallo Aroma”. L’idea di creare una nuova varietà che possa andare incontro al consumatore finale ma che allo stesso tempo incontri l’esigenza esotica dettata da un’economia senza confini nasce dalla collaborazione di Riso Gallo, azienda storica leader di mercato, con le istituzioni collegate a questo mercato come Sis (Società Italiana Sementi) e Fir (Filiera Italiana Riso), assieme a Coldiretti. La nuova varietà, aromatica Indica, dal punto di vista agronomico risponde al nome di Giglio e rappresenta una vera rivoluzione per il nostro mercato poiché Riso Gallo Aroma si avvicina come aspetto ai classici risi dell’Est asiatico, ma si arricchisce di una tradizione di sapore e consistenza tutta mediterranea. Presenta, infatti, un’aromaticità floreale, che ricorda quella del Basmati, ma è prodotto interamente in Italia rispettando gli standard Europei di sicurezza e controllo oltre che evitare le emissioni generate dal trasporto di ingenti quantità di riso da Paesi così lontani. «Anche l’Italia può fare riso ‘non da risotto’ e rispondere con i fatti alle pesanti importazioni di riso straniero: a pesare sulle potenzialità del riso italiano è, infatti, la mancanza di trasparenza sulla reale origine con il rischio che venga spacciato come italiano quello proveniente dall’estero - afferma il presidente della Coldiretti interprovinciale Federico Boieri - Da qui l’importanza di iniziative di valorizzazione del vero prodotto Made in Italy, con la creazione di filiere che valorizzino l’alta qualità del made in Italy insieme alla salubrità garantita dai severi controlli della nostra legislazione».

l.c.

Mai così tanto riso straniero in Italia, con le importazioni che nel 2015 hanno fatto segnare il record storico, ben 219,4 milioni di chili, e nel primo trimestre del 2016 sono addirittura cresciute ulteriormente del 74 per cento. Ad affermarlo è un’analisi della Coldiretti relativa ai dati Istat sul commercio estero che evidenziano un vero e proprio boom degli arrivi, causando un forte squilibrio produttivo e commerciale nell’ambito della filiera risicola italiana determinato soprattutto dalle importazioni sconsiderate di riso lavorato provenienti da Paesi che operano in regime Eba a dazio zero, in particolare la Cambogia e Myanmar.

Caratteristica della pianura novarese, la risicoltura coinvolge – oltre a Piemonte e Lombardia - anche Veneto, Emilia Romagna e Sardegna, oltre ad altre superfici interessanti presenti in Calabria e Toscana: la filiera che assicura il reddito di oltre 10.000 famiglie tra occupati ed imprenditori. Il valore al consumo del riso italiano supera il miliardo di euro con una produzione agricola nazionale che si aggira intorno ai 550 milioni di euro in termini di Plv.

Proprio per sostenere un mercato molto importante per la nostra economia arriva ora il Giglio, il primo riso aromatico tutto italiano – e coltivato anche nella pianura novarese - per garantire gusto e sicurezza in tavola che i consumatori potranno trovare in vendita con il nome di “Riso Gallo Aroma”. L’idea di creare una nuova varietà che possa andare incontro al consumatore finale ma che allo stesso tempo incontri l’esigenza esotica dettata da un’economia senza confini nasce dalla collaborazione di Riso Gallo, azienda storica leader di mercato, con le istituzioni collegate a questo mercato come Sis (Società Italiana Sementi) e Fir (Filiera Italiana Riso), assieme a Coldiretti. La nuova varietà, aromatica Indica, dal punto di vista agronomico risponde al nome di Giglio e rappresenta una vera rivoluzione per il nostro mercato poiché Riso Gallo Aroma si avvicina come aspetto ai classici risi dell’Est asiatico, ma si arricchisce di una tradizione di sapore e consistenza tutta mediterranea. Presenta, infatti, un’aromaticità floreale, che ricorda quella del Basmati, ma è prodotto interamente in Italia rispettando gli standard Europei di sicurezza e controllo oltre che evitare le emissioni generate dal trasporto di ingenti quantità di riso da Paesi così lontani. «Anche l’Italia può fare riso ‘non da risotto’ e rispondere con i fatti alle pesanti importazioni di riso straniero: a pesare sulle potenzialità del riso italiano è, infatti, la mancanza di trasparenza sulla reale origine con il rischio che venga spacciato come italiano quello proveniente dall’estero - afferma il presidente della Coldiretti interprovinciale Federico Boieri - Da qui l’importanza di iniziative di valorizzazione del vero prodotto Made in Italy, con la creazione di filiere che valorizzino l’alta qualità del made in Italy insieme alla salubrità garantita dai severi controlli della nostra legislazione».

l.c.

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