A Colazza terminati i lavori di restauro dell'oratorio di San Bernardo
Venerdì 8 ottobre l'inaugurazione con un concerto di fiati.
Sono terminati gli interventi di restauro della chiesa di San Bernardo a Colazza, promossi dalla parrocchia di Colazza grazie al sostegno di Fondazione Comunità Novarese onlus e con il sostegno del Comune di Colazza e dei familiari di don Alfredo Fomia.
La nuova vita del piccolo oratorio situato nell’omonima piazzetta nel centro storico del paese, all’incrocio tra la strada che porta alla parrocchiale e quella che proviene da Pisano e porta all’estremità orientale del paese, è stata inaugurata venerdì 8 ottobre con un concerto del quartetto di fiati Silver 925. Alla serata sono intervenuti il parroco di Colazza don Maurizio Medina, il segretario generale di Fondazione Comunità Novarese Onlus Gianluca Vacchini, il sindaco di Colazza Corrado Riboni e gli architetti Alessia Vercelli e Riccardo Porzio, oltre ai familiari di don Alfredo Fomia e numerosi parrocchiani.
Risalente al XIV secolo, come spiega il parroco, don Maurizio Medina, “la piccola chiesa è il vero centro religioso e devozionale della comunità, ma purtroppo è sempre stata interessata da importanti fenomeni di umidità. Durante una prima fase di analisi dello stato di conservazione della chiesa, erano stati, inoltre, rilevati fenomeni di degrado alla base delle pareti perimetrali della navata, sulla pavimentazione in pietra, all’interno della sacrestia e sulle facciate esterne. Per questo abbiamo voluto riportare la chiesetta alla sua bellezza originaria, riconsegnandola alla comunità che vi celebra la messa domenicale per gran parte dell’anno”.
La nuova fase di restauro conservativo è stata resa possibile grazie al contributo di 24.000 euro della Fondazione Comunità Novarese onlus, che si è aggiunto al contributo di 3.000 euro del Comune di Colazza e alle donazioni dei familiari di don Alfredo Fomia e dei parrocchiani stessi.
Come ha spiegato il segretario generale della Fondazione Comunità Novarese onlus Gianluca Vacchini, “la Fondazione ha scelto di sostenere il restauro con un proprio contributo in seguito ai buoni risultati della raccolta fondi e la partecipazione di tanti, segno dell’affetto e dell’attenzione dei colazzesi nei confronti di questo luogo. La comunità ha saputo dimostrarci di tenere davvero all’operazione di restauro, ed è sempre bello per noi poter stare vicino a realtà magari piccole, ma estremamente generose e che credono in progetti come questo”.
I lavori, interrotti dalla pandemia, si sono finalmente conclusi lo scorso mese di agosto e hanno previsto una spesa complessiva di circa 70.000 euro.
Come hanno spiegato gli architetti Alessia Vercelli e Riccardo Porzio nel corso della serata, sono state cinque le fasi di lavoro. Innanzitutto, i restauratori sono stati impegnati in una verifica generale dello stato degli intonaci delle facciate, per poi effettuare un’accurata pulitura di tutti i supporti, con l’obiettivo di eliminare macchie e patine.
Quindi, hanno sottoposto a verifica e pulitura cornici, modanature e apparati decorativi.
La penultima fase ha riguardato il tetto, con la verifica delle scossaline e delle lattonerie presenti e la loro conseguente ri-sigillatura, per eliminare infiltrazioni. Infine, la tinteggiatura delle facciate, dopo le necessarie indagini stratigrafiche e la scelta delle coloriture, sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza.
A questi interventi si è aggiunto infine il restauro conservativo dell’affresco nella lunetta sovrastante il portone centrale della facciata esterna della chiesa: una pittura muraria ottocentesca raffigurante san Bernardo e che versava in pessimo stato.
La storia.
L’origine della chiesetta dovrebbe risalire al XIV secolo (il suo nucleo originario è di fattura tardo-romanica), ma la sua prima descrizione è riportata in un documento del 1590, che racconta i lavori promossi dagli stessi abitanti di Colazza con l’obiettivo di ampliarla.
Caduto pressoché in stato di abbandono dalla fine del XIX secolo all’inizio del XX, l’oratorio fu poi risistemato dal parroco Luigi Ragazzoni. In particolare, vennero realizzati un nuovo pavimento, nuove vetrate e banchi, mentre nel 2000 fu infine rifatto il tetto.
San Bernardo di Mentone
La chiesa è intitolata a San Bernardo di Mentone (o San Bernardo d'Aosta), canonico e arcidiacono della cattedrale di Aosta nato intorno al 1020 in Alta Savoia, a Menthon-Saint-Bernard. Divenuto monaco agostiniano, fece costruire sul colle del Gran San Bernardo e sul colle dell’Alpe Graia al Piccolo San Bernardo due ospizi in cui venivano ricoverati i viandanti e i pellegrini in transito sulle Alpi, così come chi si smarriva tra i monti durante la notte o riportava ferite. Al loro interno, san Bernardo pose dei monaci che erano coadiuvati da una razza di cani addestrata per la ricerca dei dispersi: i cani San Bernardo. Aderendo alla riforma della chiesa, san Bernardo osteggiò i cattivi costumi e l’ignoranza del clero, l'abbandono dei fedeli e il commercio delle cose spirituali. Fu attivo predicatore in Val d'Aosta, nella zona di Pavia e nel novarese. Morì nel 1081 proprio durante un viaggio a Novara, dove fu sepolto.