Avevano svuotato conti correnti per circa 200mila euro: a processo in 35

Avevano svuotato conti correnti per circa 200mila euro: a processo in 35
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NOVARA, Ancora un rinvio, in Tribunale a Novara, dopo quello avvenuto a marzo per un problema di notifiche, per il processo relativo all’operazione “Golden Cards”, inchiesta della Polizia postale di Novara in collaborazione con colleghi di altre regioni italiane, che, tre anni fa, aveva permesso di sgominare una banda dedita al ‘phishing’ e alle truffe informatiche. Un gruppo che, stando alle indagini, aveva svuotato in pochi mesi i conti correnti di moltissimi clienti di Poste italiane, dopo essere riusciti a clonarne i codici con l’ausilio di apparati di ultima generazione come smartphone associati, ad esempio, a più sim card.

Successivamente trasferivano somme di denaro verso altri conti correnti o carte prepagate attivate appositamente, incassando successivamente il maltolto. L’analisi dei flussi finanziari aveva permesso di stabilire che, in soli sei mesi, l’organizzazione aveva raggirato centinaia e centinaia di vittime in tutta Italia, per un danno di circa 200mila euro. L’operazione era giunta a interessare in particolare Piemonte e Lombardia. 

Anche l’altra mattina, a Palazzo Fossati, nuovo rinvio, questa volta a metà dicembre. Ed è per il numero elevato di imputati, 35, e per l’altrettanto significativo numero di vittime, oltre 100. Un numero che ha comportato numerose notifiche per l’udienza, notifiche che però non son andate tutte a buon fine. Così il giudice ha deciso di disporre nuove ricerche. Alla sbarra, come anticipato, in 35, a partire da Gisella Purpura, 40enne, che, stando all’accusa, ospitava nel suo appartamento la sede operativa della banda, che, quindi, pur agendo in tutta Italia, era a Novara.

mo.c.


NOVARA, Ancora un rinvio, in Tribunale a Novara, dopo quello avvenuto a marzo per un problema di notifiche, per il processo relativo all’operazione “Golden Cards”, inchiesta della Polizia postale di Novara in collaborazione con colleghi di altre regioni italiane, che, tre anni fa, aveva permesso di sgominare una banda dedita al ‘phishing’ e alle truffe informatiche. Un gruppo che, stando alle indagini, aveva svuotato in pochi mesi i conti correnti di moltissimi clienti di Poste italiane, dopo essere riusciti a clonarne i codici con l’ausilio di apparati di ultima generazione come smartphone associati, ad esempio, a più sim card.

Successivamente trasferivano somme di denaro verso altri conti correnti o carte prepagate attivate appositamente, incassando successivamente il maltolto. L’analisi dei flussi finanziari aveva permesso di stabilire che, in soli sei mesi, l’organizzazione aveva raggirato centinaia e centinaia di vittime in tutta Italia, per un danno di circa 200mila euro. L’operazione era giunta a interessare in particolare Piemonte e Lombardia. 

Anche l’altra mattina, a Palazzo Fossati, nuovo rinvio, questa volta a metà dicembre. Ed è per il numero elevato di imputati, 35, e per l’altrettanto significativo numero di vittime, oltre 100. Un numero che ha comportato numerose notifiche per l’udienza, notifiche che però non son andate tutte a buon fine. Così il giudice ha deciso di disporre nuove ricerche. Alla sbarra, come anticipato, in 35, a partire da Gisella Purpura, 40enne, che, stando all’accusa, ospitava nel suo appartamento la sede operativa della banda, che, quindi, pur agendo in tutta Italia, era a Novara.

mo.c.


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