«Sarà un Novara senza primedonne"

«Sarà un Novara senza primedonne"
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NOVARA - Un Novara da battaglia e senza primedonne. Nel giorno del suo insediamento sulla panchina azzurra Roberto Boscaglia ha chiarito già quali saranno i capisaldi del progetto affidatogli dalla società della famiglia De Salvo. Un matrimonio condiviso, nelle idee e nella voglia di stupire, basato sul gruppo e sul lavoro.«Oltre ai calciatori studiamo e seguiamo il percorso degli allenatori - ha esordito il direttore sportivo Domenico Teti - E Roberto Boscaglia ci ha subito colpiti. Un tecnico con una parabola ascendente, parallela a quella del Novara, che viene da categorie inferiori e si è conquistato le vittorie sul campo. Io e il mister ci siamo sentiti pochi secondi al telefono e il giorno dopo ci siamo incontrati: abbiamo parlato del modo di intendere il calcio e abbiamo condiviso una linea di pensiero. Davanti a tutto c’è la squadra, che dovrà mostrare disponibilità, lavoro, disciplina, voglia e capacità di migliorarsi. Il messaggio è che quello che è il presente o sarà il futuro deve passare da un bene comune».Si parte senza sbandierare proclami ai quattro venti: «L’obiettivo richiesto è il mantenimento della categoria - ha sottolineato Teti - Dopo anni di saliscendi è importante consolidarsi in serie B, capaci, accorti e senza montarsi la testa, pronti agli imprevisti che in sono all’ordine del giorno. Bisogna passare innanzitutto i 50 punti, dobbiamo essere realisti e concreti».Al “Boscaglia Day” il tecnico di Gela ha mostrato grande convinzione e voglia di mettersi al lavoro: «Voglio ringraziare la società - queste le sue prime parole - Questa chiamata mi inorgoglisce. Novara è una piazza di grande tradizione, molto ambita da tanti colleghi. Dopo due ore abbiamo raggiunto l’accordo, non solo economico ma anche sulle idee che abbiamo sul calcio. Mi piace questo progetto e da subito, con tutto lo staff, ci metteremo a lavorare sodo per far sì che la gente si identifichi in questa squadra. Serve uno spirito battagliero, so che sarà così. Si parte da una base importante, solida, con tanti giocatori di grande livello».Paolo De LucaLeggi di più sul Corriere di Novara di giovedì 7 luglio 2016

NOVARA - Un Novara da battaglia e senza primedonne. Nel giorno del suo insediamento sulla panchina azzurra Roberto Boscaglia ha chiarito già quali saranno i capisaldi del progetto affidatogli dalla società della famiglia De Salvo. Un matrimonio condiviso, nelle idee e nella voglia di stupire, basato sul gruppo e sul lavoro.«Oltre ai calciatori studiamo e seguiamo il percorso degli allenatori - ha esordito il direttore sportivo Domenico Teti - E Roberto Boscaglia ci ha subito colpiti. Un tecnico con una parabola ascendente, parallela a quella del Novara, che viene da categorie inferiori e si è conquistato le vittorie sul campo. Io e il mister ci siamo sentiti pochi secondi al telefono e il giorno dopo ci siamo incontrati: abbiamo parlato del modo di intendere il calcio e abbiamo condiviso una linea di pensiero. Davanti a tutto c’è la squadra, che dovrà mostrare disponibilità, lavoro, disciplina, voglia e capacità di migliorarsi. Il messaggio è che quello che è il presente o sarà il futuro deve passare da un bene comune».Si parte senza sbandierare proclami ai quattro venti: «L’obiettivo richiesto è il mantenimento della categoria - ha sottolineato Teti - Dopo anni di saliscendi è importante consolidarsi in serie B, capaci, accorti e senza montarsi la testa, pronti agli imprevisti che in sono all’ordine del giorno. Bisogna passare innanzitutto i 50 punti, dobbiamo essere realisti e concreti».Al “Boscaglia Day” il tecnico di Gela ha mostrato grande convinzione e voglia di mettersi al lavoro: «Voglio ringraziare la società - queste le sue prime parole - Questa chiamata mi inorgoglisce. Novara è una piazza di grande tradizione, molto ambita da tanti colleghi. Dopo due ore abbiamo raggiunto l’accordo, non solo economico ma anche sulle idee che abbiamo sul calcio. Mi piace questo progetto e da subito, con tutto lo staff, ci metteremo a lavorare sodo per far sì che la gente si identifichi in questa squadra. Serve uno spirito battagliero, so che sarà così. Si parte da una base importante, solida, con tanti giocatori di grande livello».

Paolo De Luca

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