“Caccia al tesoro” di Stentardo nei boschi di Oleggio
NOVARA Migliaia di euro in contanti, almeno 5 orologi Rolex (1 “Daytona” e 2 “Precision” in acciaio, 1 “Day Date” in oro bianco e 1 “Daytona” in oro e acciaio) per un valore di circa 28mila euro, 2 vassoi di preziosi, in oro giallo e bianco. E poi altri preziosi vari, monete antiche e, forse, anche un altro Rolex e un anello d’oro con diamanti che Ida Lagrutta aveva al polso e al dito. Questo il bottino - ma non è mai stato possibile inventariarlo con precisione - che Salvatore Stentardo si portò via quella tragica sera del 18 novembre 2011 dall’”Oro 999” di corso Risorgimento dopo aver aggredito e lasciato esanime a terra la titolare. E che poi nascose nei boschi della valle del Ticino fra Oleggio e Pombia, senza mai più riuscire a metterci su le mani. Un “tesoro” che è ancora là, a distanza di quasi 5 anni, oppure che è finito in tasca a qualcuno?
Questo un altro degli aspetti da chiarire, dopo la clamorosa svolta nelle indagini sul delitto del “compro oro”, che ha visto finire in ulteriori nuovi guai l’uomo che sta già scontando l’ergastolo rimediato in primo grado per l’omicidio di Maria Rosa Milani, un omicidio quasi fotocopia andato in scena proprio in quei boschi del Ticino, alla Cascina Calossa della frazione Loreto di Oleggio, il 13 settembre del 2014.
Paolo Viviani
leggi l’articolo integrale sul Corriere di Novara di sabato 2 luglio
NOVARA Migliaia di euro in contanti, almeno 5 orologi Rolex (1 “Daytona” e 2 “Precision” in acciaio, 1 “Day Date” in oro bianco e 1 “Daytona” in oro e acciaio) per un valore di circa 28mila euro, 2 vassoi di preziosi, in oro giallo e bianco. E poi altri preziosi vari, monete antiche e, forse, anche un altro Rolex e un anello d’oro con diamanti che Ida Lagrutta aveva al polso e al dito. Questo il bottino - ma non è mai stato possibile inventariarlo con precisione - che Salvatore Stentardo si portò via quella tragica sera del 18 novembre 2011 dall’”Oro 999” di corso Risorgimento dopo aver aggredito e lasciato esanime a terra la titolare. E che poi nascose nei boschi della valle del Ticino fra Oleggio e Pombia, senza mai più riuscire a metterci su le mani. Un “tesoro” che è ancora là, a distanza di quasi 5 anni, oppure che è finito in tasca a qualcuno?
Questo un altro degli aspetti da chiarire, dopo la clamorosa svolta nelle indagini sul delitto del “compro oro”, che ha visto finire in ulteriori nuovi guai l’uomo che sta già scontando l’ergastolo rimediato in primo grado per l’omicidio di Maria Rosa Milani, un omicidio quasi fotocopia andato in scena proprio in quei boschi del Ticino, alla Cascina Calossa della frazione Loreto di Oleggio, il 13 settembre del 2014.
Paolo Viviani
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