Alla sbarra per truffa e bancarotta: condannato a 4 anni
NOVARA, Un 52enne originario della provincia di Caserta, E.V., in trasferta nel Novarese per lavoro, finito alla sbarra in Tribunale con l’accusa di truffa, bancarotta e appropriazione indebita, è stato condannato questa mattina, martedì 28 giugno, a 4 anni di reclusione (alla penultima udienza, il pm Mario Andrigo aveva chiesto 3 anni). La strategia portata avanti, stando agli inquirenti, si sarebbe protratta per mesi e in maniera precisa. Almeno sino a quando lui e i suoi soci se n’erano andati, lasciando all’ingresso del capannone solo un avviso, un cartello con la scritta “Chiuso per lutto”. Stando a quanto emerso il 52enne raggiungeva piccoli imprenditori di ogni parte d’Italia, faceva ordini di merce via mail o telefonicamente e pagava con un assegno che poi risultava scoperto. I soldi, insomma, non c’erano. Tutto era proseguito dall’aprile al giugno 2011. Una truffa da 200mila euro circa, legata alla Global Food di Romentino, che l’uomo aveva acquistato nel 2010; società che aveva un capannone a Romentino in via Macallè. Stando a quanto verificò la Gdf lì si trovava merce acquistata e non pagata e che poi in qualche modo era svanita. Quando andarono sul posto i militari per cercare di ricostruire cosa fosse accaduto, il capannone era completamente vuoto. «Una società – ha sostenuto Andrigo nella sua requisitoria – creata per ingannare le persone». Il difensore dell’imputato aveva chiesto l’assoluzione.mo.c.
Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola giovedì 30 giugno
NOVARA, Un 52enne originario della provincia di Caserta, E.V., in trasferta nel Novarese per lavoro, finito alla sbarra in Tribunale con l’accusa di truffa, bancarotta e appropriazione indebita, è stato condannato questa mattina, martedì 28 giugno, a 4 anni di reclusione (alla penultima udienza, il pm Mario Andrigo aveva chiesto 3 anni). La strategia portata avanti, stando agli inquirenti, si sarebbe protratta per mesi e in maniera precisa. Almeno sino a quando lui e i suoi soci se n’erano andati, lasciando all’ingresso del capannone solo un avviso, un cartello con la scritta “Chiuso per lutto”. Stando a quanto emerso il 52enne raggiungeva piccoli imprenditori di ogni parte d’Italia, faceva ordini di merce via mail o telefonicamente e pagava con un assegno che poi risultava scoperto. I soldi, insomma, non c’erano. Tutto era proseguito dall’aprile al giugno 2011. Una truffa da 200mila euro circa, legata alla Global Food di Romentino, che l’uomo aveva acquistato nel 2010; società che aveva un capannone a Romentino in via Macallè. Stando a quanto verificò la Gdf lì si trovava merce acquistata e non pagata e che poi in qualche modo era svanita. Quando andarono sul posto i militari per cercare di ricostruire cosa fosse accaduto, il capannone era completamente vuoto. «Una società – ha sostenuto Andrigo nella sua requisitoria – creata per ingannare le persone». Il difensore dell’imputato aveva chiesto l’assoluzione.mo.c.
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