Chiesa di Maria Ausiliatrice gremito per la preghiera per i migranti morti in mare

Chiesa di Maria Ausiliatrice gremito per la preghiera per i migranti morti in mare
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NOVARA, «Obiettivo di questa serata è ricordare tutte quelle persone che hanno perso la vita per un sogno. Dobbiamo anche ricordarci di coloro che ce l’hanno fatta, ma che, adesso, giunti in quella che per loro un po’ rappresenta la terra promessa, attendono che ci sia qualche frutto anche per loro».

Sono le parole con cui il vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla, ha aperto giovedì, in una chiesa di Maria Ausiliatrice gremita di gente, la preghiera “Morire di speranza”, iniziativa in memoria di quanti hanno perso la vita nei viaggi verso l’Europa. Quasi 3mila, in questi primi mesi del 2016, le persone che sono morte nel Mediterraneo, cercando un mondo migliore: molti sono bambini. L’appuntamento è stato promosso dalla Comunità di Sant’Egidio. Hanno aderito la Caritas, il Centro missionario, la Commissione diocesana Giustizia e Pace, l’Azione Cattolica, l’Acli, Liberazione e Speranza, Rinascita Cristiana e il Movimento dei focolari. Tra i presenti, l’assessore regionale Augusto Ferrari, il consigliere regionale Diego Sozzani, la consigliera comunale Elia Impaloni. Presenti anche alcuni ragazzi stranieri giunti a Novara in questi ultimi mesi. Giovani sotto ai 30 anni, che ce l’hanno fatta. E che, adesso, giunti in Italia, si stanno impegnando per vivere delle proprie fatiche. Durante la preghiera sono stati letti i nomi e le storie di quanti hanno intrapreso i viaggi della speranza e sono morti nel tentativo di raggiungere il nostro continente. Una sola di queste vite, perse in mare, hanno spiegato i promotori della veglia, «è una sconfitta per tutti».

mo.c.


NOVARA, «Obiettivo di questa serata è ricordare tutte quelle persone che hanno perso la vita per un sogno. Dobbiamo anche ricordarci di coloro che ce l’hanno fatta, ma che, adesso, giunti in quella che per loro un po’ rappresenta la terra promessa, attendono che ci sia qualche frutto anche per loro».

Sono le parole con cui il vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla, ha aperto giovedì, in una chiesa di Maria Ausiliatrice gremita di gente, la preghiera “Morire di speranza”, iniziativa in memoria di quanti hanno perso la vita nei viaggi verso l’Europa. Quasi 3mila, in questi primi mesi del 2016, le persone che sono morte nel Mediterraneo, cercando un mondo migliore: molti sono bambini. L’appuntamento è stato promosso dalla Comunità di Sant’Egidio. Hanno aderito la Caritas, il Centro missionario, la Commissione diocesana Giustizia e Pace, l’Azione Cattolica, l’Acli, Liberazione e Speranza, Rinascita Cristiana e il Movimento dei focolari. Tra i presenti, l’assessore regionale Augusto Ferrari, il consigliere regionale Diego Sozzani, la consigliera comunale Elia Impaloni. Presenti anche alcuni ragazzi stranieri giunti a Novara in questi ultimi mesi. Giovani sotto ai 30 anni, che ce l’hanno fatta. E che, adesso, giunti in Italia, si stanno impegnando per vivere delle proprie fatiche. Durante la preghiera sono stati letti i nomi e le storie di quanti hanno intrapreso i viaggi della speranza e sono morti nel tentativo di raggiungere il nostro continente. Una sola di queste vite, perse in mare, hanno spiegato i promotori della veglia, «è una sconfitta per tutti».

mo.c.


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