Quanto è formativo un anno scolastico all'estero?
Trascorrere un anno scolastico all’estero è un investimento sul futuro. Non solo perché arricchisce il bagaglio culturale del ragazzo, ma anche perché gli consente di avere maggiori opportunità dopo il diploma. È infatti il modo migliore per acquisire elevate conoscenze linguistiche in tempi brevi. E avere una proprietà linguistica di livello C1 (o superiore) alla fine delle scuole superiori è senza dubbio un grande plus sia agli occhi dei professori universitari sia a quelli di un potenziale datore di lavoro.
Allo stesso modo, anche entrare in contatto con una cultura diversa e trascorrere mesi in un ambiente estraneo gestendosi in maniera autonoma è un punto di forza. Questo genere di esperienze è generalmente considerato l’affermazione di una personalità indipendente e autonoma.
Affrontare il distacco dalla famiglia in un’età tanto giovane può essere difficile per i ragazzi meno abituati ad organizzare i propri tempi e spazi. Ma contemporaneamente, se lo studente riesce a gestirsi senza troppe difficoltà, si trova avvantaggiato rispetto agli altri. Soprattutto quando arriva il momento di andare a studiare fuori per frequentare l’università, partecipare ad Erasmus o affrontare percorsi di ricerca all’estero.
In particolare, per chi sogna di lavorare fuori dai confini nazionali o di spostarsi per ragioni accademiche, è consigliato affrontare l’anno scolastico all’estero fin dalle scuole superiori. Anche perché per certi programmi (inclusi quelli del progetto europeo Erasmus) avere un’elevata conoscenza della lingua è un requisito di accesso. In caso contrario, sarebbe molto difficile riuscire a partire.
Chiaramente il Paese di destinazione e la sua cultura fanno la differenza. È infatti molto importante sceglierlo con la massima cura, possibilmente con il supporto di personale specializzato. Il rischio altrimenti è di frequentare un anno scolastico all’estero e ricavarne un’esperienza frustrante, per altro in un’età delicata come l’adolescenza. L’ideale è quindi rivolgersi a realtà come VIVA International, che da anni si occupa di viaggi studio e anni scolastici all’estero. Solo con l’aiuto di professionisti si ha la certezza di fare la scelta giusta.
L’anno all’estero come vantaggio strategico per la formazione universitaria
Il ragazzo che nell’ambito delle scuole superiori frequenta un anno scolastico all’estero ha maggiori opportunità quando arriva il momento di frequentare l’università. Dopo mesi di full immersion linguistica, la padronanza della lingua straniera è tale che il ragazzo può seguire un intero percorso di studi in un Paese diverso dall’Italia. In altre parole, gli sarà possibile trasferirsi direttamente all’estero e iscriversi all’università in loco, essendo in grado di gestire con semplicità anche la parte burocratica.
Le possibilità in questo senso si moltiplicano. Pensiamo ad esempio ad un ragazzo che trascorre un anno di scuola superiore in Inghilterra. Al momento di scegliere l’università potrà considerare anche quelle della Gran Bretagna, quelle americane e persino quelle canadesi, australiane e scandinave. Sì, perché in Danimarca e in altri Stati, le lezioni si tengono in lingua inglese. Situazioni analoghe si verificano anche per chi approfondisce lo spagnolo, il portoghese o il tedesco.
Un solo anno all’estero può quindi segnare il destino di tutta una carriera accademica, mettendo lo studente nelle condizioni di accedere alle migliori facoltà del mondo per una lunga lista di specializzazioni. Con la possibilità di formarsi in atenei più avanzati e innovativi di quelli italiani, o di ottenere un grande risparmio in termini di costi, perché ci sono Paesi stranieri in cui si spende meno che in Italia. Un altro aspetto da tenere in considerazione.
Senza contare che per chi frequenta l’università esistono formule di studio all’estero in cui gli istituti ospitanti valutano il curriculum degli studenti. E in questi casi, poter vantare delle esperienze come l’anno scolastico all’estero significa partire con una marcia in più rispetto agli altri richiedenti.
La crescita individuale è un ulteriore vantaggio che andrebbe considerato quando si valuta l’anno scolastico all’estero. In un mondo sempre più competitivo e globalizzato, avere una mentalità aperta alle diversità è molto importante sia come persona che come futuro professionista. Entrare in contatto con una cultura diversa dalla propria è quasi un rito di passaggio per i ragazzi di oggi. Un modo di ampliare le proprie vedute e affrontare il mondo da un’altra prospettiva.
Possiamo quindi dire che, oltre alle competenze linguistiche, il ragazzo che affronta un anno all’estero torna a casa avendo acquisito un nuovo modo di relazionarsi con la società e con le persone.
Non solo: l’anno all’estero è anche un modo per conoscere meglio sé stessi. Dovendo confrontarsi quotidianamente con piccole e grandi sfide, il ragazzo scopre molti lati di sé che altrimenti sarebbero rimasti nascosti o sopiti. Così invece acquisisce una maggiore consapevolezza delle proprie capacità, ma anche dei propri limiti e potenzialità. Un percorso di crescita a 360 gradi, che stimola la riflessione e accresce l’autostima. Anche se a volte si può avere un po’ di nostalgia di casa e dell’Italia.