Traffico illecito di rifiuti: sequestrata la tangenziale di Novara - IL VIDEO DELL'OPERAZIONE
Nell'ambito di un maxi sequestro bloccato il nuovo tratto in fase di realizzazione
I Carabinieri Forestali del N.I.P.A.A.F di Milano e Lodi e i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano, nell’ambito di una complessa attività di indagine coordinata da questa Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia, stanno eseguendo un decreto di sequestro preventivo – anche per equivalente - fino alla concorrenza dell’importo di oltre 8 milioni di euro.
A tanto ammonterebbe il profitto dei reati di traffico illecito di rifiuti, truffa aggravata ai danni di ente pubblico, frode nelle pubbliche forniture e gestione di rifiuti non autorizzata, nei confronti di due società, ai sensi della disciplina sulla responsabilità amministrativa degli enti del D. Lgs. 231/2001, e sette persone fisiche alle quali, a vario titolo, sono ascritti i reati sopra indicati.
Sequestro del cantiere
Contestualmente, è in corso di esecuzione il sequestro del cantiere del nuovo tratto della tangenziale di Novara al fine di verificarne la condizione ambientale e strutturale.
Le indagini avviate a seguito degli accertamenti eseguiti dai Carabinieri Forestali del N.I.P.A.A.F. di Milano e Lodi hanno permesso di ritenere la sussistenza di un quadro indiziario relativo ad una serie di violazioni alla normativa ambientale, che sarebbero state realizzate da una società operante nel settore dello smaltimento e riciclaggio dei rifiuti per il mancato rispetto delle norme di settore relative alla produzione delle materie prime secondarie (M.P.S.) e per l’assenza delle previste garanzie finanziarie.
Il commento di Anas
In relazione alle indagini sui lavori di prolungamento della Tangenziale di Novara che hanno portato al sequestro del cantiere, Anas, individuata quale parte lesa, esprime piena fiducia nell’operato della Magistratura e "sta fornendo - così fa sapere - tutta la necessaria collaborazione alle Autorità inquirenti, oltre a garantire, su disposizione della stessa Magistratura, la custodia giudiziaria delle aree di cantiere".
Operazioni illegali di trattamento dei rifiuti
In particolare, dalle risultanze investigative è emerso che, presso l’impianto di recupero rifiuti oggi sottoposto a sequestro, venivano effettuate operazioni illegali di trattamento dei rifiuti terrosi e da demolizione. Nello specifico, i rifiuti fuoriuscivano dal sito senza aver subito un trattamento adeguato e conforme alla legge. Sono state quantificate circa 250 mila tonnellate di rifiuti speciali, stoccate all’interno del sito sequestrato in violazione della legislazione ambientale vigente. Ad aggravare gli illeciti concorre anche il fatto che l’accumulo assai ingente di rifiuti sarebbe stato realizzato all’interno del Parco Agricolo Sud di Milano, area sottoposta a tutela paesaggistico-ambientale.
L’illecito profitto derivante dal traffico di rifiuti stoccati all’interno dell’impianto, sottoposto a sequestro, è stato quantificato in circa 3,8 milioni di euro.
Lo sviluppo delle attività investigative, co-delegate ai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, ha fatto emergere che una parte consistente di tali rifiuti sarebbe stata destinata ad una società consortile, costituita per eseguire i lavori affidati da un ente pubblico ad un’associazione temporanea di imprese, per la realizzazione della strada di interconnessione tra la S.S. 32 Ticinese e la tangenziale di Novara, oggi ancora in fase di realizzazione.
In particolare il materiale conferito alla società consortile dall’impianto citato, pari a quasi 500.000 tonnellate di terre e rifiuti, non sarebbe stato sottoposto ad una reale operazione di trattamento e recupero tale da poter garantire la qualifica di materiale recuperato, come previsto nel capitolato speciale di appalto, bensì sarebbe stato realizzato con una moltitudine di rifiuti mescolati tra loro, costituiti prevalentemente da materiale terroso e accompagnati da una mendace Marcatura CE, in danno della Stazione appaltante.
Sette persone indagate
La frode nelle pubbliche forniture e la truffa aggravata ai danni dello Stato – secondo l’ipotesi investigativa – hanno consentito illeciti profitti pari a circa 4,2 milioni di euro. Per i fatti descritti sono indagate a diverso titolo sette persone, tutti cittadini italiani residenti in Lombardia e Piemonte.
L’attività di contrasto contro le attività organizzate per il traffico di rifiuti della DDA di Milano, con l’impiego delle risorse specializzate presenti sul territorio, si sta fortemente focalizzando sul settore delle opere pubbliche e del recupero dei rifiuti terrosi e da demolizione, funzionali alla realizzazione di tali opere. Gli ingenti investimenti in atto, crescenti nei prossimi anni grazie ad investimenti da PNRR e nell’ambito delle Olimpiadi di Milano-Cortina, impongono l’innalzamento della soglia di attenzione e la maggiore focalizzazione delle risorse disponibili su tali obiettivi.
"Si evidenzia - precisano dalla Procura di Milano - che il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna. Parimenti, ai sensi del D.lgs. n. 188/2021, si ritiene sussistente l’interesse pubblico all’informazione, con particolare riferimento al contrasto dei reati ambientali, contro la Pubblica Amministrazione e contro il patrimonio".