‘Ndrangheta infiltrata nell’emergenza Covid, arresti e indagati: coinvolto un novarese
Tra gli indagati spiccherebbe anche un castellettese di 45 anni
Sei persone, presunte appartenenti ad un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati di natura economica e che avrebbero agevolato le cosche di ‘ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo, nel Varesotto, e di Vibo Valentia, sono state arrestate all’alba del 31 marzo scorso dai finanzieri dei Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria di Varese e Milano, in un’inchiesta della Dda milanese coordinata dai pm Alessandra Cerreti e Silvia Bonardi.
I fatti
Una sessantina circa i capi di imputazione. Le persone coinvolte sarebbero in tutto 18 e tra gli indagati spiccherebbe anche un castellettese di 45 anni. Dalle indagini, così si apprende dai lanci di agenzia, è emerso che i clan avrebbero avuto “interessi ramificati nel settore della sanità lombarda, in relazione alle attività connesse all’emergenza sanitaria da Covid 19, con particolare riferimento a forniture di materiale sanitario ed esecuzione di tamponi da parte di soggetti a ciò non professionalmente autorizzati”.
La presunta associazione per delinquere avrebbe acquisito società in crisi "che, una volta entrate nella sfera di operatività dell'organizzazione, venivano portate al fallimento non prima di averne completamente depauperato il patrimonio in danno dei creditori, primo fra tutti l’Erario, nei confronti del quale le imprese si sono rese inadempienti in merito agli obblighi dichiarativi e di pagamento delle imposte dovute”.
Il castellettese, secondo quanto emerso sin qui, avrebbe avuto rapporti con una delle persone ritenute ai vertici del gruppo criminale.