Affrescare la Cupola: un progetto che fa discutere
Il progetto, presentato durante un recente incontro pubblico, è dell’artista Gian Maria Tosatti, promotore Corrado Beldì di Rest-Art
La basilica di San Gaudenzio è simbolo della città, c’è chi chiede un referendum prima di decidere, chi si dice entusiasta e chi invece boccia l’idea: «La bellezza creata dall’Antonelli non si tocca». Lo racconta il settimanale NovaraOggi.
La proposta
«Affrescare» la Cupola. Una proposta che di sicuro fa e farà discutere e che è stata oggetto di un incontro pubblico martedì 2 maggio in Arengo.
Il progetto è dell’artista Gian Maria Tosatti, promotore Corrado Beldì di Rest-Art: «Avevo invitato Tosatti per uno studio di Casa Bossi, si è interessato alla Cupola e ha stilato un’idea rispettosa. Ho interloquito con numerosi enti culturali come Fai, Circolo dei lettori, Fondazione Faraggiana, Kalatà, Atl e ho ricevuto pareri favorevoli. Il mio sogno - ha commentato Beldì - è quello di trasformare l’itinerario antonelliano con al centro la Cupola in un bene Unesco. Anche il noto architetto Italo Rota mi ha chiesto di portarlo a visitare la Basilica e mi ha confessato come Norman Foster abbia un’ossessione per la Cupola e si sia messo a fare calcoli per capire come Antonelli abbia potuto costruirla».
Ma qual è l’idea dell’affresco?
«L’area d’intervento è da identificarsi nella seconda cupola interna e nelle tre (o prime due) cupolette interne - ha spiegato Tosatti - dove, a causa delle infiltrazioni d’acqua, è come se la Cupola si stesse auto affrescando con una sorta di raggiera. Come artista ho pensato di “aiutare” l’edificio a completare il lavoro, senza aspettare secoli, senza utilizzare uno sguardo autorale, ma con l’umiltà di un aiutante. Erano anni che ci pensavo, dal mio incontro nel 2012 con la Cupola, sono mesi che ci lavoro e dall’ascolto di un monumento che vuole completarsi, è scaturito questo progetto».
La raggiera delle infiltrazioni, dunque, si trasformerebbe in una raggiera dorata, in rilievo: «Il segno dell’acqua, se espanso all’intera superficie delle cupole, andrebbe a completare una raggiera che nell’iconografia religiosa, sia pagana che poi, successivamente, cristiana è identificabile con l’immagine più classica di Dio. L’identificazione del sole con la massima figura divina è ricorrente in molte religioni antiche e l’impianto iconico di questa identificazione è confluito anche nel cristianesimo in figure diverse, dall’immagine di santità costituita dall’aureola al segno d’illuminazione della Pentecoste. E’ proprio nella tradizione iconografica di quest’evento narrato negli Atti degli Apostoli che è più frequente l’immagine di un sole o aureola irradiante simbolo dello Spirito Santo (che appare in questo caso anche in figura di colomba al centro dei raggi). E’ la figura dello Spirito Santo a essere definita, visivamente con una raggiera, la cui massima espressione in senso di autorevolezza e forza visiva è la Gloria di Gian Lorenzo Bernini che sovrasta la Cathedra Petri nella basilica di San Pietro a Roma».
Il concetto di partenza non è dunque quello di realizzare un affresco ex-novo, ma appunto cercare di dare lettura di un segno che la cupola e dunque la basilica sembra aver voluto produrre di per sé con l’aiuto di agenti naturali. «Anche nella scelta dei materiali attraverso cui realizzare tale affresco infatti si cercherà di mantenere una tecnica pittorica che sia coerente con le tracce rilevate - aggiunge Tosatti - L’affresco sarà eseguito replicando il processo che si è notato in atto nella prima porzione esistente del “disegno”.
Si farà quindi colare in modo controllato dell’acqua all’interno della cupola. L’acqua sarà coloratacon ossidi dorati in quattro gradazioni. Gli ossidi trasportati dall’acqua in modo da produrre un disegno naturale e depositati sulle superfici interne della cupola saranno poi fissati con un fissante».
Chi decide sulla fattibilità
Al di là del giudizio estetico dell’opera, chi decide la fattibilità del progetto e quale un possibile iter? La soprintendente Michela Palazzo lo ha definito «un intervento che cambierebbe la storia della Basilica, un’opera contemporanea che si inserisce in uno scenario finanziato dal Ministero attraverso i Pac (Piano per l’arte contemporanea che mette a disposizione 3 milioni di euro per un biennio, con progetti da presentare entro il 10 maggio: ndr). Come Soprintendenza dovremo valutare l’inserimento dell’affresco nel contesto».
Il sindaco Alessandro Canelli ha affermato di non voler entrare nel merito della validità artistica del progetto, ma di aver suggerito una condivisione, il più allargata possibile, proprio perché la Cupola è patrimonio di tutti i novaresi: «Posso solo ascoltare e credo anche che sia necessario, nel caso si volesse procedere, il parere del consiglio comunale».
Tra il pubblico, c’è chi ha proposto un referendum, chi ha plaudito l’idea «perché si capisce come la Cupola non sia completa e come sia necessario togliere i teli che ostacolano la visione dell’Antonelli che chiedeva una salita al cielo», chi ha invece chiesto il perché decorare la Cupola «bianca e luminosa quando ci sono i quattro tondi, destinati ai quattro evangelisti, vuoti». Per don Renzo Cozzi occorre «inviare un messaggio preciso ai fedeli anche dal punto di vista teologico. Non un decorare fine a se stesso - ha affermato - perché la Cupola è una chiesa e la raggiera dà un immagine che “scende” e non che sale verso l’alto e verso il divino».
Le perplessità
La Fabbrica Lapidea, con Paolo Beltarre, ha espresso numerose perplessità: «E’ il caso di sovrapporre un’opera a un monumento già completo per bellezza? L’edificio è solido ma delicato, quali modalità si potrebbero utilizzare per realizzare l’affresco?». Sean Anderson, Cornell university ed ex curatore associato del dipartimento Architettura del MoMa, ha risposto presentando due esempi: «Gli edifici ci portano a riflettere e l’arte è ciò che vediamo di noi stessi. Pensiamo alla piramide divenuta nuovo ingresso del Louvre di Parigi: un progetto all’inizio criticato ma trasformato in una nuova visione, un nuovo monumento, una nuova storia condivisa. Così come l’ingresso del Tech Museum a Londra. Il progetto di Tosatti per la Cupola è un’importante opportunità per la città, per acquisire nuovi visitatori; si parla di potenzialità attraverso l’arte e l’architettura, per rivelare e costruire ciò che siamo oggi e chi saremo domani. Questa idea è luce nuova per Novara».