Naufragio tra Arona e Lisanza: lo skipper risponde al Gip
Nella tragedia persero la vita quattro persone
Lo skipper dell’house boat affondato risponde alla gip. Prosegue l’inchiesta della procura di Busto Arsizio sul naufragio del lago Maggiore che lo scorso 28 maggio, tra Arona e Lisanza, ha portato alla morte di quattro persone, tre 007 e la moglie dello skipper.
L'inchiesta
Nei giorni scorsi quest’ultimo, Claudio Carminati, unico indagato per naufragio colposo e omicidio colposo plurimo, ha risposto per poco meno di un’ora alle domande della gip Piera Bossi, alla quale il suo avvocato difensore ha chiesto la revoca, o in subordine l’affievolimento, delle misure cautelari – divieto di espatrio e obbligo di firma – e che s’è riservata una decisione. A causare la tragedia un violento temporale che si era abbattuto sulla zona.
L’inchiesta per far luce sulle cause è coordinata dal procuratore Carlo Nocerino e dal sostituto Massimo De Filippo. A bordo del natante, secondo quanto sin qui ricostruito, quella domenica sera c’erano 23 persone (più di quelle consentite), due d’equipaggio, Carminati e la moglie, e 21 agenti segreti, 13 israeliani del Mossad e 8 italiani. Colpita dalla furia delle onde, del vento e della grandine, la barca che attualmente si trova sotto sequestro, si era prima ribaltata e poi inabissata alla profondità di 16 metri. Non semplici le operazioni di recupero e ora l’ingegnere Giovanni Ceccarelli, conosciuto al grande pubblico perché si occupò del recupero all’isola del Giglio della Costa Concordia, è al lavoro per condurre gli accertamenti dopo la nomina a perito da parte degli inquirenti. Si sta cercando di capire, tra l’altro, se l’imbarcazione fosse omologata o no e se le condizioni di sicurezza erano state rispettate, anche a fronte delle modifiche a quanto pare apportate alla struttura.
Le modifiche che sarebbero state apportate al natante, in particolare i teli di plastica trasparenti montati per riparare i passeggeri dagli schizzi d’acqua, potrebbero aver compromesso la resistenza della “Good... uria” alle intemperie. Dopo l’interrogatorio di garanzia di venerdì mattina scorso (pare che Carminati abbia negato di essere a conoscenza dell’identità dei passeggeri a bordo), si attende la decisione del giudice.