Il caso

Arona: Mama Cafe rinuncia al ricorso contro al comune per la chiusura

Sanzionato perché ritenuto “discoteca abusiva”

Arona: Mama Cafe rinuncia al ricorso contro al comune per la chiusura
Pubblicato:
Aggiornato:

Si chiude senza strascichi giudiziari (salvo sorprese dell’ultima ora) la vicenda del Mama café, il locale pubblico aronese sanzionato e chiuso quest’estate dall’amministrazione comunale perché ritenuto “discoteca abusiva”.

Il provvedimento di chiusura

Il fatto, si ricorderà, era finito su tutti i giornali  perché aveva comprensibilmente suscitato curiosità e clamori per via degli effetti presunti negativi della movida sul lago Maggiore. La società Mama café Srl, che affidandosi all’avvocato Fabrizio Ciardi aveva presentato ricorso al Tar, ha notificato lo scorso 31 agosto la rinuncia. Ad una primissima analisi sommaria, i giudici del tribunale amministrativo piemontese hanno infatti ritenuto che “il pregiudizio che ha subìto il Mama cafe è economico e ristorabile a termine del giudizio”.

Per il Tar, insomma, non sussistono urgentissimi motivi per concedere la sospensione dei provvedimenti. Ma essendo il Mama già stato chiuso (per sette giorni), a questo punto la società che lo gestisce ha optato per fare retromarcia, seppure – così emerge dalle nostre “indagini” – ritenga a tutt’oggi “illegittimi ed eccessivi” i provvedimenti adottati dal Comune diretto dal sindaco Federico Monti. Comune che, dal canto suo, per tutelarsi aveva dato mandato all’avvocato Cristina Roggia di Torino di costituirsi in giudizio. Il caso, quello arrivato sul tavolo del tribunale amministrativo regionale, si è chiuso anzitempo.

A restare aperte, giuste o sbagliate che siano, sono invece le polemiche “anti movida”. Quest’estate nel locale di piazza Gorizia con annessa spiaggia e porticciolo sul lago erano intervenuti agenti della polizia locale in collaborazione con i carabinieri della stazione aronese. Secondo quanto emerso, parecchi avventori stavano ballando a ritmo di musica, senza però che il Mama café disponesse dell’apposita licenza prevista dalla legge. Era la seconda volta nel giro di breve, peraltro, che il locale veniva controllato.

Le versioni, però, pare differiscano. Secondo il legale che ha promosso ricorso al Tar (salvo poi, come detto, ritirarlo), quella sera non ci sarebbe stato in corso un vero e proprio “evento danzante”, bensì ci sarebbero state soltanto alcune persone intente a ballare. Una cosa è certa: Arona sembra essere divisa tra chi, convinto che la Movida (di tutti i locali) porti con sé guai di vario genere, ha invocato il pugno duro, e quei cittadini invece che mostrano maggiore tolleranza per il fenomeno.

Seguici sui nostri canali