Chiude la Cardiologia a Galliate: "Continua lo svuotamento dell'ospedale San Rocco"

“L’allarme lanciato dai pazienti del reparto di Cardiologia dell'ospedale di Galliate era più che fondato: dal prossimo anno dovranno rivolgersi all’Ospedale di Novara o all’Asl di Novara” dichiara il vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi.

La conferma in consiglio regionale

La conferma è arrivata nel corso del question time di ieri, martedì 24 ottobre 2024. “L’assessore è stato chiaro rispondendo alla mia interrogazione e ha fissato la data di chiusura nel primo gennaio 2024. Una situazione che mette in difficoltà tutti quei pazienti novaresi, in particolare dell’ovest Ticino, che orbitavano sulla struttura di Galliate e rappresenta un altro passo verso lo svuotamento di funzioni dell’ospedale San Rocco” spiega Rossi.

“Dal mese di gennaio, ha affermato l’assessore, tutte le visite e gli esami saranno convogliati sull’Azienda Ospedaliera Maggiore di Novara in strutture già congestionate dal punto di vista degli spazi e con il rischio di aumentare ulteriormente le liste d’attesa” aggiunge il consigliere Dem.

Le riflessioni di Domenico Rossi

“Alla luce di questa ‘riorganizzazione’ occorre chiedersi quale sia davvero il ruolo previsto per l’ospedale di Galliate nella pianificazione regionale. L’assessore ha parlato di sviluppo e miglioramento dell’offerta citando l'installazione di un mammografo di ultima generazione e il potenziamento dell'area chirurgica a interventi "short stay", non più solo day hospital” prosegue Rossi.

“I fatti, però, prefigurano uno scenario diverso: in pochi anni il San Rocco, infatti, ha perso il reparto di Oftalmologia, ha subito il dimezzamento dell’organico del dipartimento di Chirurgia Generale, ora tocca alla Cardiologia e si parla insistentemente di uno spostamento della Medicina Interna e della Dermatologia presso la sede distaccata San Giuliano dell’Ospedale Maggiore della Carità di Novara” sottolinea il vicepresidente della IV Commissione.

“Nella sua risposta l’assessore parla di ‘qualificare’ e ‘rafforzare’ la risposta diagnostica territoriale: a me sembra una strategia rivolta in una direzione diametralmente opposta” conclude Rossi.