Ad Arona compleanno da record: quota 110 per Maria
A raccontarne la lunga vita è il figlio, don Francesco Gagliazzi, con cui la donna vive dal 1967
E’ un traguardo davvero invidiabile quello che ha tagliato lo scorso mercoledì 1° novembre Maria Barbero. Nella casa di via San Carlo in cui vive con il figlio, il sacerdote don Francesco Gagliazzi, la donna mercoledì scorso ha festeggiato ben 110 anni.
Nata a Villata nel 1913
«Spulciando negli archivi parrocchiali - racconta il figlio, don Francesco, al Giornale di Arona - sono riuscito a trovare l’atto di battesimo di mia madre. Risale al 3 novembre 1913, due giorni dopo la sua nascita, ed è stato firmato dal parroco della comunità dove lei viveva ai tempi con la famiglia: Villata, una piccola località in provincia di Vercelli, ma che tuttora resta sotto la giurisdizione della Diocesi di Novara. Mia madre è nata in questa comunità immersa nelle risaie, in una cascina che si chiamava Acquanera».
Da bambina Maria andò a scuola fino alla terza elementare. Poi iniziò prestissimo a lavorare. «Per tutta la vita - racconta don Francesco - mia mamma si è sempre dimostrata estremamente orgogliosa della sua dedizione al lavoro e del fatto che aveva iniziato a lavorare come mondariso quando aveva appena 13 anni. Andava orgogliosa soprattutto del fatto che il suo datore di lavoro aveva accettato subito di pagarla con lo stipendio che si corrispondeva agli adulti, dal momento che comunque era estremamente produttiva già da ragazzina».
Barbero perse il papà nella Grande guerra, quando aveva solo 2 o 3 anni. Per tutta la vita rifiutò il titolo di “Figlia degli eroi” con il quale venivano chiamati gli orfani di guerra: per lei quella era stata solo una vicenda orribile che le aveva portato via il suo papà.
Da quasi 50 anni sempre accanto al figlio sacerdote
Il 1° settembre del 1934 si sposò con l’amore della sua vita, il marito Pierino Gagliazzi, scomparso poi nel 1960. Dal loro amore nacquero i figli Anna, Piera e Francesco (l’ultimo rimasto in vita).
«Mia madre ha sempre dimostrato una determinazione e una forza d’animo incredibili - spiega don Francesco - E’ sempre stata ingegnosa e non mollava mai: indipendentemente dai sacrifici che bisognava fare, c’è sempre stata per me e ora io cerco di starle vicino per ricambiare un po’ di quell’affetto che mi ha donato. Ricordo che quando studiavo al seminario qui ad Arona, lei veniva in treno fino in città e dalla stazione saliva a piedi fino al colle di San Carlo per portarmi una valigia piena di biancheria e beni di prima necessità. Ha sempre camminato molto nel corso della sua vita. Proprio qualche mese fa mi ha detto “Pensa, questi piedi sono 110 anni che mi reggono”. Dal 1967, quando fui ordinato sacerdote, mi ha sempre seguito in tutte le parrocchie dove andavo a prestare servizio, e ora dal 2016 siamo qui ad Arona".