Coriste travolte e uccise, il dolore dei familiari: "Vale così poco la vita di due persone?"
E' carica di amarezza e delusione la reazione dei parenti dopo la condanna a 7 anni e mezzo per il 25enne di Trecate che provocò il tragico incidente
C’è rabbia tra i familiari di Daniela Cassina e Gabriella Andreasi, le due amiche e coriste del coro Let’s GoSpel di Nerviano uccise da un pirata della strada la notte tra l’8 e il 9 ottobre 2022 mentre stavano tornando a casa dal workshop del Novara Gospel festival.
Lo racconta il settimanale NovaraOggi
La sentenza
Nei giorni scorsi avevamo infatti dato la notizia della condanna a 7 anni e mezzo per omicidio stradale, omissione di soccorso, guida in stato di ebbrezza e senza patente né assicurazione per Destiny Okunzuma, 25enne di Trecate, di origini nigeriane. Lui, che aveva chiesto e ottenuto il rito abbreviato (che gli ha permesso lo sconto di un terzo della pena) quella sera, ad aver tamponato l’auto sulla quale si trovavano le due donne (Cassina, 48 anni, residente a Busto Garolfo; Andreasi, 63 anni, abitava a Cerro Maggiore).
"Questa non è giustizia"
Una sentenza che ha provocato lo sgomento delle famiglie delle due vittime: «Niente e nessun tipo di sentenza mi darà indietro la Dani ma, di sicuro, questa sentenza non la chiamo giustizia - le parole di Massimo Cozzi, marito di Cassina - Quell'automobilista era senza patente, senza assicurazione, ubriaco, a folle velocità. Uccide due persone e ha trovato pure il tempo di scappare. Non posso, purtroppo, fare altro che prendere atto che la vita di due persone innocenti vale 7 anni e mezzo di pena, sperando che questi anni li faccia tutti in carcere. Il tutto con lo sconto di un terzo della pena. Fino a quando non ci sei dentro veramente, non si può capire come la parola "Giustizia", in realtà, non esista. Tanta amarezza e delusione e mai potrà esserci perdono da parte mia. Ma si va avanti a testa alta per la Dani».
"Amarezza e delusione"
Nessuna pace anche per i familiari di Andreasi: «La giustizia italiana ormai la conosciamo tutti, più fai cose brutte più ottieni premi e sconti, se io o altri avessimo sbagliato una virgola ci avrebbero messi in croce - affermano Andrea e Alessandro Gardinale - Sapevamo già che, alla fine, quelli che ci avrebbero rimesso da tutta questa situazione saremmo stati noi e i familiari di Daniela: quindi oltre il danno anche la beffa. E’ un peccato. Perché comunque, in qualsiasi caso, anche se gli avessero dato una pena maggiore, nessuno ci avrebbe riportato indietro nostra mamma e Daniela. C’è tanta amarezza e delusione».
Quella sera Cassina e Andreasi erano a bordo dell’auto insieme ad altri due amici e coristi che si sono miracolosamente salvati dopo le cure in ospedale. Il 25enne aveva cercato invece di scappare, venendo poi bloccato ed arrestato dai carabinieri.
«Ritengo che la questione sia stata chiusa in maniera corretta - le parole di Manuel Ruffier, avvocato difensore del 25enne - sul secondo grado di giudizio a Torino ci ragioneremo col collega in funzione anche dell’ulteriore sconto di un sesto della pena in caso di rinuncia».