A Borgomanero il nuovo sottopasso sarà dedicato a suor Elisabetta
Il Comune inoltre ha deciso di intitolare altri due tratti collegati all'infrastruttura alle città gemellate di Digne Les Baignes e Bad Morgentheim
Il nuovo sottopasso di via Fratelli Maioni porterà il nome di suor Elisabetta, al secolo Enrica Sadler, religiosa Rosminiana morta novantenne il 16 luglio 2009 molto conosciuta e stimata da tutti per aver svolto in città e per diversi anni la professione di “medico di famiglia”.
La delibera
Nei giorni scorsi l’Amministrazione ha pubblicato la delibera di giunta con la quale annuncia di voler dedicare il tratto dell’infrastruttura all’incrocio con viale Libertà e via Arona alla memoria della suora rosminiana.
Contestualmente, il primo tratto del prolungamento di via Pennaglia sarà intitolato alla municipalità francese gemellata di Digne Les Bains, mentre il secondo tratto del prolungamento di via Pennaglia, quello verso viale Kennedy, sarà intitolato alla municipalità tedesca gemellata di Bad Morgentheim. Il provvedimento è stato approvato dall’ultimo consiglio comunale.
Chi era suor Elisabetta
Quella di suor Elisabetta è una figura molto conosciuta e amata del passato di Borgomanero. Nata a Centa San Nicolò, in provincia di Trento, il 12 luglio del 1919, suor Elisabetta, entrò ben presto a far parte della Congregazione delle suore rosminiane, la cui casa madre ha sede a Borgomanero. Si laureò a Milano in Scienze Naturali con una tesi di ricerca sugli acidi nucleici, un lavoro eseguito per la prima volta in Italia.
Ma il suo sogno era un altro. Alla Madre Superiora che gli chiedeva quale regalo volesse per l’eccellente laure conseguita chiese di potersi iscrivere alla facoltà di Medicina e chirurgia. Ottenuta la laurea il 21 novembre 1956 iniziò a svolgere l’attività medica a Borgomanero presso la Casa dell’Addolorata, struttura che all’interno dell’Istituto Rosmini ospita le religiose ammalate, continuando anche ad insegnare scienze all’istituto magistrale.
Poi la svolta come “medico di base” dell’Asl 54 con tanto di studio medico in via De Amicis. E da quel giorno iniziò a seguire centinaia di pazienti, soprattutto anziani o malati cronici che seguiva amorevolmente spostandosi in città prima alla guida di una 126 e poi di una Panda.
Al raggiungimento del 70° compleanno avrebbero voluto mandarla in pensione ma lei si rifiutò e si rivolse al giudice che le diede ragione. «Non fatemi passare per una ribelle – spiegava – ho solo difeso il mio diritto di restare, fino a quando mi sento gagliarda, accanto ai miei vecchietti». Ancora oggi in tanti, ex allieve, pazienti e semplici cittadini la ricordano con grande affetto e simpatia.
Ricordo Suor Elisabetta come ottima insegnante, molto preparata e disponibile. Condoglianze alla famiglia. Una preghiera. Riposi in pace.