Scoperto un allevamento clandestino: "Cani in pessime condizioni"
Gli animali, circa 24 esemplari appartenenti a varie razze, si trovavano in condizioni igieniche precarie
L’operazione, portata a termine dalla polizia locale, si è conclusa con una comunicazione all’Asl e una ordinanza del sindaco di Divignano.
Lo racconta il Giornale di Arona
Scoperto allevamento clandestino
La Polizia locale ha scovato un allevamento clandestino con 24 cani detenuti in cattive condizioni. Ne danno informazione la comandante Sabrina Fiori (anche vice comandante ad Arona) e l'assessore Lorenzo Angili Moglioni, i quali sono intervenuti in seguito a una segnalazione all'ufficio istituito in municipio a disposizione dei residenti.
«E' diventato un punto di riferimento - dice Fiori - lo utilizziamo come sede della Polizia locale grazie all'ottima collaborazione con Angili Moglioni. Diventa utile per accogliere ogni tipo di esigenza da parte dei cittadini. Una persona ha avvisato dei fatti lamentandosi per il fastidio provocato dai cani che abbaiavano».
A quel punto il comandante racconta di essersi recata sul posto da sola e poi con il Servizio veterinario dell'Asl Novara: «Eravamo in 4 operatori e abbiamo trovato 24 cani di razze diverse tra boxer, bramantini, griffoni di Bruxelles, tutti di piccola taglia e dunque facili da commercializzare. Una donna li deteneva in modo del tutto inadeguato, in condizioni igieniche precarie e lucrando sulla vendita. Gli animali non erano visibili dalla strada e alcuni si trovavano all’interno della sua abitazione. Li abbiamo sottoposti a vincolo finalizzato alla cessione a terzi come allevamenti, canili e privati».
I provvedimenti
Tutto si è svolto tramite comunicazione all'Asl e il sindaco Luciano Carlana ha emesso un'ordinanza: «Torneremo sempre con gli operatori dell'Asl per valutare se la donna ha ottemperato alle disposizioni e, in caso contrario, porteremo via i cani con un sequestro amministrativo. Già subito comunque, pagherà più sanzioni elevate dal Servizio veterinario, che si rifanno a decreti regionali e che come importo si aggirano su alcune migliaia di euro. In quell'area non era autorizzata ad aprire un'attività del genere per la presenza di diverse abitazioni circostanti».
«Ma, anche in caso di legittima apertura - precisa il comandante - ci si deve attenere a norme molto precise e non era questo il caso. Purtroppo abbiamo trovato le fattrici con le mammelle consumate, segno evidente di un abuso delle loro capacità riproduttive».