L'ex del Novara Faragò lascia il calcio a 30 anni
Il difensore, originario di Sologno (Caltignaga), ha affidato il suo saluto a un'emozionante lettera: "Il mio avversario era diventato il corpo"
L'ex calciatore di Novara, Cagliari e Como lascia i campi a causa dei troppi infortuni. Ora si dedicherà a tempo pieno alla sua azienda vinicola in Sardegna.
L'addio al calcio
"Faragol", il difensore e centrocampista, classe 1993 e prossimo a compiere 31 anni a febbraio, ha lasciato il Como, dove era approdato nel 2022, e il mondo del calcio, a causa dei tanti e pesanti infortuni subiti negli ultimi anni, in primis un problema all’anca che lo ha costretto a subire molte operazioni e a ricorrere a una protesi.
Si chiude così prematuramente una brillante carriera che gli ha permesso di collezionare più di 100 presenze in Serie A e 132 in Serie B.
Alla base della decisione di ritirarsi c’è un problema all’anca che negli ultimi anni lo ha costretto a subire molte operazioni e a mettere anche una protesi.
Faragò si dedicherà a tempo pieno alla sua cantina di vini in Sardegna, a Cagliari, dove ha deciso di stabilirsi definitivamente con la compagna .
Novarese di adozione
Faragò, nativo di Catanzaro (non a caso porta come secondo nome Pancrazio, come il santo protettore della città calabrese), a 3 anni approdò con la sua famiglia nel Novarese, a Sologno, frazione di Caltignaga, e proprio qui tirò i primi calci al pallone.
Importantissimo quindi il suo capitolo novarese. Dopo aver mosso i primi passi in diverse società dell’hinterland, Vignale, Voluntas, Caltignaga e Momo, arriva al settore giovanile del Novara, per poi esordire in Serie B con la squadra piemontese nella stagione 2012-2013, nella quale dopo aver esordito in Coppa Italia ha messo a segno 2 gol in 16 partite in campionato; l'anno successivo realizza 2 reti in altrettante partite in Coppa Italia e continua a fare parte della rosa della squadra azzurra anche nel campionato di Serie B. Rimane in Piemonte anche nella stagione 2014-2015, in Lega Pro. Il 10 maggio 2015 il Novara viene promosso in Serie B con annessa vittoria del campionato. A questa vittoria segue quella della Supercoppa di Lega Pro.
Nel 2017 viene poi ceduto al Cagliari con obbligo di riscatto e qui scatta l'amore per la Sardegna, terra dove tuttora vive ed è titolare di un'azienda in cui produce vino. Nel 2021 viene ceduto in prestito al Bologna e sceglie il numero di maglia 43, per omaggiare l'album Via Paolo Fabbri 43 del cantautore Francesco Guccini. Alla fine della fine stagione ritorna in Sardegna.
A gennaio 2022 viene ufficializzato il suo passaggio al Lecce, in Serie B, in prestito con obbligo di riscatto ma è costretto a saltare varie partite a causa di un infortunio. Infine, nell'agosto 2022, passa a titolo definitivo al Como, la sua ultima maglia.
L'annuncio
«E ora, cosa mi resta? Forse è questo il senso di vuoto più grande, l’idea di accantonare in un attimo ciò che mi ha fatto compagnia ogni giorno per 30 anni - ha scritto Faragò sul suo profilo Instagram in un post corredato da una carrellata di foto della sua carriera - Realizzare che non sentirò più l’abbraccio dei miei compagni, l’urlo di uno stadio pieno, il rumore dei tacchetti nel tunnel prima di entrare in campo, la rabbia per una sconfitta immeritata e la gioia per una vittoria all’ultimo secondo. Questa è stata la mia linfa, mi ha nutrito e mi ha fatto affrontare periodi esaltanti e momenti bui, mi ha fatto combattere con infortuni e problemi fisici, mi ha dato sempre la certezza che una strada alternativa si potesse percorrere".
"Il mio avversario era diventato il mio corpo"
"Negli ultimi 4 anni, poco alla volta, il mio avversario non aveva più una maglia diversa, ma era diventato il mio corpo - prosegue il racconto di Faragò - Ho fatto di tutto per combatterlo, ma niente, ha vinto lui. Decine di visite, infiltrazioni, interventi chirurgici, ma purtroppo mi ha costretto a desistere. Avrei voluto giocare un po’ di più, a 30 anni mi sarei aspettato di essere nel pieno della mia carriera, è vero, ma come faccio ad essere triste se penso a quanta meraviglia ho vissuto in questi anni?".
I ringraziamenti
"Grazie a chi ho incontrato in questo viaggio - conclude il calciatore - a chi mi ha accompagnato per un giorno o per tanti anni. Non so se sia stata l’esperienza più bella della mia vita, ma so di aver realizzato il sogno di quel bambino che non desiderava altro se non tirare calci ad un pallone. È questo ciò che mi resta. Ora mi aspetta una nuova sfida, con lo stesso entusiasmo e la stessa passione, ma in un nuovo campo, consapevole che finalmente mi sarà concesso zappare tutte le volte che vorrò».
Il saluto dei tifosi: "Per sempre grazie!"
Carico di affetto il saluto che i tifosi del Novara hanno rivolto a Faragò tramite il sito forzanovara.net: