I dettagli sull'omicidio di Oleggio: un regolamento di conti dopo uno stupro
Il morto aveva i pantaloni abbassati e ferite anche alle parti intime, particolare che aveva spinto gli investigatori a seguire eventuali piste di vendetta
Proseguono le indagini per l’omicidio di Charaf Fadili, il 28enne di nazionalità marocchina trovato morto nei boschi del Ticino a Oleggio, qualche settimana fa.
I dettagli sull'omicidio di Oleggio
Gli investigatori cercano di stabilire le esatte responsabilità. Dopo che martedì 6 agosto 2024 i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Novara hanno notificato un “Fermo di indiziato di delitto” emesso dalla Procura della Repubblica di Novara nei confronti di Nicolas Davanzo, cittadino italiano classe 1991, celibe, con precedenti penali, ritenuto responsabile di omicidio volontario in concorso aggravato di Charaf, irregolare e senza fissa dimora, rinvenuto cadavere la mattina del 26 luglio scorso in zona boschiva oleggese, nel Parco del Ticino.
L’uomo è stato condotto nella casa circondariale di Novara, dove ieri è stato sottoposto a interrogatorio di garanzia del Gip che ha emesso la misura della custodia cautelare in carcere.
Per gli stessi reati, ma in stato di libertà, è stata denunciata la compagna del presunto omicida, D. F. classe 1995, che è stata ritenuta concorrente morale ai reati.
La ricostruzione dei fatti
Un delitto maturato in un contesto di degrado quello di Charaf Fadili. Le indagini dei Carabinieri, coordinate dal sostituto procuratore Giovanni Castellani, avevano subito condotto all’ambiente di spaccio di droga che da anni si svolge in riva al Ticino, nella zona al confine con la Lombardia. Nella zona qualche mese fa un'operazione dei Carabinieri, coordinata dalla Procura, aveva stroncato un'organizzazione di spaccio di stupefacenti.
Secondo la ricostruzione fatta dai militari, la donna, la sera del 24 luglio scorso, dopo aver acquistato una dose di stupefacente da Charaf Fadili, nei boschi oleggesi, sarebbe stata da lui stuprata nei pressi del luogo in cui è stato poi ritrovato il cadavere del 28enne in via Ticino Vecchia. La sera del 25 luglio l’arrestato, residente nella zona, a Borgo Ticino, istigato alla vendetta dalla compagna, si sarebbe recato nel luogo di spaccio abituale del pusher, lo avrebbe avvicinato e lo avrebbe aggredito pugnalandolo a morte con un coltello.
L'autopsia
L’autopsia, svoltasi il primo agosto aveva confermato che la vittima era stata colpita da cinque fendenti vibrati con un’arma da taglio, che non è ancora stata ritrovata.
Ferite al torace e alla schiena, una mortale al cuore. Il corpo presentava anche segni di percosse al volto, oltre a uno sfregio, e tagli alle mani, probabilmente nel tentativo di evitare i colpi. Sarebbero state trovate ferite anche nella zona inguinale. Il morto infatti aveva i pantaloni abbassati: particolare che aveva spinto gli investigatori a seguire eventuali piste di vendetta.
Il corpo era stato rinvenuto in un canaletto d’acqua che scorre parallelo a una strada sterrata in mezzi ai boschi. Presentava segni di trascinamento per alcune decine di metri, dal punto in cui è avvenuto l'omicidio.