Miasino: il castello confiscato alla mafia sarà ristrutturato entro la primavera 2025
La residenza fatta costruire dai marchesi Solaroli di Briona tra il 1867 e il 1889 sarà affidata con finalità sociali, la Regione ha stanziato 1,5 milioni
I lavori di ristrutturazione del castello di Miasino, bene confiscato alla mafia di proprietà della Regione dal 2016, termineranno nella primavera del 2025. Parallelamente verranno avviate le procedure per pubblicare una manifestazione d’interesse necessaria a individuare il soggetto che gestirà il bene, con finalità sociali.
Miasino: sopralluogo al castello confiscato alla mafia
È quanto emerso oggi, 10 ottobre 2024, dal sopralluogo, il primo in questa legislatura, della commissione Legalità, presieduta da Domenico Rossi, nella residenza di campagna fatta costruire dai marchesi Solaroli di Briona tra il 1867 e il 1889 tra i comuni di Ameno e Miasino.
“E' da troppo tempo attende di essere restituito alla collettività, per questo sarebbe un buon modo per cominciare i lavori”, ha spiegato Rossi - sappiamo che la Regione ha in carico questo bene da 8 anni e abbiamo necessità tutti in maniera trasversale di portare al più presto al termine i lavori di messa in sicurezza per arrivare finalmente al bando di riassegnazione per l’utilizzo sociale dei beni confiscati".
“Siamo qui perché la partita dei beni confiscati è fortemente simbolica. Il loro riutilizzo sociale ci ricorda che la lotta alle mafie non può essere delegata solo alle forze dell’ordine e magistratura, ma richiede una rivoluzione sociale e culturale che ci riguarda tutti. Non ci arrenderemo fino a quando il castello non verrà restituito alla collettività, con progetti capaci di produrre economia pulita, cultura e percorsi educativi”, ha aggiunto Rossi.
L’assessore al Patrimonio, Gianluca Vignale, ha ricordato che la Regione ha stanziato più di 1,5 milioni di euro per la messa in sicurezza del bene e per rendere fruibile la struttura, con la realizzazione di un ascensore, a tutte le persone con disabilità e difficoltà motorie. È fondamentale - ha ancora sottolineato - accorciare i tempi di concessione perché non deve passare il concetto che un bene confiscato sottragga al territorio le ricadute economiche e sociali che il Castello può avere.
Per il consigliere Gianluca Godio (Fdi) “questa struttura è simbolica per il territorio, ma oggi ci crea qualche preoccupazione. Dovremo capire come trovare l’equilibrio tra la vocazione sociale con la sostenibilità economica per chi gestirà la struttura, ci saranno degli interventi da fare nel parco e nella casa del custode”.
“Va valorizzata la tempistica per valutare ogni incognita e mettere in sicurezza il bene - ha spiegato Annalisa Beccaria (Fi) - per porre al riparo anche i nostri sindaci e non mettere in difficoltà chi gestirà il castello. La sinergia tra i diversi attori darà i propri frutti”.
Al sopralluogo hanno partecipato i consiglieri Elena Rocchi (Lista Cirio), Giulia Marro (Avs), Pasquale Coluccio (M5s), i sindaci di Miasino e Ameno, e diversi amministratori del territorio.