Domani, venerdì 15 novembre, scuola in sciopero
Le motivazioni
E' stato proclamato un nuovo sciopero della scuola per domani, venerdì 15 novembre; a indirlo è il sindacato Anief rappresentativo degli insegnanti e del personale Ata.
I dettagli
A partecipare non saranno soltanto i docenti, ma anche il personale educativo e il personale Ata aderente. Per la stessa giornata del 15 novembre, oltre allo sciopero di Anief, è stato proclamato anche uno sciopero generale nella regione Lombardia e una manifestazione degli idonei del concorso scuola Pnrr 2023 è prevista nel pomeriggio nella Capitale.
Le motivazioni dello sciopero del 15 novembre sono state comunicate dallo stesso sindacato Anief anche attraverso le parole del presidente Marcello Pacifico:
La scuola italiana è sempre più precaria – ha dichiarato – Il 24% (284.385) nel 2022 aveva un contratto al 30 giugno o 31 agosto, il 100% in più rispetto al 2015, lo stesso numero del personale stabile tagliato dal 2001 (143 mila unità)”.
Lo Stato italiano – ha aggiunto– nonostante una precisa procedura di infrazione, ha ridotto l’organico di ruolo e ha raddoppiato l’organico a tempo determinato perpetrato l’abuso dei contratti a termine. Ha nel contempo innalzato l’età media degli insegnanti e del personale amministrativo superando persino la quota del 50% dell’organico over 50. È chiaro ed evidente che bisogna rivedere le regole sulle finestre d’uscita del personale scolastico che spesso ha titoli universitari che non sono riscattati per gli onerosi costi nonostante siano necessari per accedere e svolgere la professione. Per il personale delle forze armate vige il riscatto gratuito come una finestra che permette a 60 anni di andare in pensione.
Le ragioni dello sciopero del 15 novembre più nel dettaglio sono:
-la stabilizzazione degli idonei dei precedenti concorsi come quelli dell’ultimo concorso Pnrr per non disperdere risorse già selezionate dallo Stat;
-doppio canale anche i precari delle Gae e delle Gps, nella garanzia del rispetto del merito per non disperdere l’esperienza dimostrata in anni di sevizio;
-il diritto degli idonei a essere assunti in ruolo o riconosciuti abilitati;
-stabilizzazione di 400 mila precari con più di tre anni di servizio che continuano a essere chiamati con contratti al 30 giugno.