Torturò e uccise moglie e figli: incapace di intendere e volere ma per la Procura deve tornare in carcere
Oggi il riesame decide su Giovanni Barreca che fino a qualche anno fa viveva con la famiglia nel Novarese, a Romentino
Uccise la moglie e i due figli minori nella loro villetta durante un esorcismo in quella che le cronache hanno ribattezzato come la “strage di Altavilla”. Per il gip di Termini Imerese l'uomo "non è imputabile" perché ritenuto "incapace di intendere e volere". Ma la Procura non ci sta
Torturò e uccise moglie e figli: scarcerato
Giovanni Barreca, l’ex imbianchino 54enne che fino al 2018 aveva risieduto a Romentino con la famiglia e che è accusato di avere ucciso la moglie e due figli insieme alla figlia 17enne e a una coppia di fanatici religiosi, dopo essere stato dichiarato incapace di intendere e di volere dal perito del gip del tribunale di Termini Imerese, nel palermitano, è stato scarcerato e trasferito in una Rems, una residenza psichiatrica assistita, di Caltagirone.
Il ricorso della Procura perché torni in carcere
Salvo imprevisti oggi, venerdì 22 novembre, al tribunale del Riesame, il ricorso della Procura contro l’ordinanza di revoca del carcere e l’applicazione provvisoria del ricovero in una Rems di Caltagirone disposte dal gip. I pm lamentano l’assenza di contraddittorio, sostenendo che il giudice del tribunale di Termini Imerese abbia revocato la misura senza il preventivo parere della procura appunto.
La strage di Altavilla
Barreca era stato arrestato con la figlia 17enne e una coppia di palermitani, Massimo Carandente e Sabrina Fina, per aver torturato e massacrato la moglie, Antonella Salamone, e gli altri due figli, Kevin di 16 anni ed Emmanuel di 6.
Era febbraio di quest’anno. Moglie e figli dovevano essere liberati dal demonio, era stata la sua farneticazione. Il suo avvocato, Giancarlo Barracato, ha detto: «Barreca sostiene di essere stato presente alla strage, ma di non aver agito. Si dovrà dimostrare quel che è successo. Ma lui non sarà processato».
E anche la coppia Carandente-Fina, va detto, si professa innocente.
Secondo la perizia «Giovanni Barreca è affetto da infermità di mente (“disturbo delirante cronico di tipo mistico-religioso”) di misura tale da escludere totalmente la sua capacità di intendere e di volere al momento del fatto». «Trattasi – scrive il giudice nell’ordinanza di scarcerazione – di soggetto con pericolosità sociale elevata». Ma la conclusione è perentoria: ne «ordina l’immediata liberazione».
Nei giorni scorsi anche il gip del tribunale dei minori di Palermo, Nicola Aiello, aveva ordinato la perizia psichiatrica sulla ragazzina, figlia del principale indagato, che pur avendo compiuto i 18 anni viene comunque giudicata col rito per i minorenni.
Una vicenda che ha sconvolto anche Romentino
Come detto fino a qualche anno fa Barreca, la moglie e i due figli più grandi avevano vissuto in provincia di Novara, a Romentino dove in molto si ricordano di loro e dove risiedono ancora i genitori di Antonella Salamone. E chi era vicino ad Antonella sa quanto la donna desiderasse tornare a Romentino, vicino alla sua famiglia d'origine, là dove era stata bene.