Indagine industria manifatturiera novarese: nel 2015 produzione e fatturato in crescita
«Le intonazioni positive espresse dagli imprenditori nelle precedenti previsioni trovano conferma nel miglioramento concretizzatosi in chiusura d’anno – commenta Maurizio Comoli, presidente della Camera di Commercio di Novara – Miglioramento che, pur non ancora generalizzato a livello settoriale, risulta sostenuto da un andamento più stabile degli indicatori, come la domanda interna. Dall’indagine emerge tuttavia anche una ridotta propensione ad investire da parte delle imprese, che sempre più spesso devono contare sulle proprie risorse: per realizzare la ripresa occorre ridare priorità agli strumenti di sostegno all’imprenditorialità, all’innovazione e al lavoro, ambiti che hanno sempre visto le camere di commercio in prima linea e che ora risultano impoveriti da una riforma del sistema camerale che ne limita le possibilità di intervento».
L’aumento complessivo della produzione industriale è sostenuto dagli incrementi registrati da tutti i settori, con l’unica eccezione dell’alimentare, che arretra del -5% rispetto al quarto trimestre 2014. Supera la media provinciale la performance del metalmeccanico (+4,5%); appare positiva quella della chimica-gomma-plastica (+2,5%) mentre risulta più contenuta quella del tessile abbigliamento (+0,5%).
In miglioramento anche il dato tendenziale del fatturato delle aziende manifatturiere: nel confronto con il quarto trimestre 2014 il valore delle vendite è salito infatti del +1,8% a livello complessivo, risultato sostenuto principalmente dal metalmeccanico, che registra un incremento del +4,9%, mentre il sistema moda si mantiene pressoché stabile (+0,3%). Cala invece il fatturato della chimica-gomma-plastica (-1,7%) e, in misura maggiore, quello dell’alimentare (-4%).
Il focus sul fatturato realizzato verso clienti esteri evidenzia un andamento complessivo meno favorevole, con una variazione media del -0,3%, che risente in particolare della flessione evidenziata dalla chimica-gomma-plastica (-7,2%) e di quella, più contenuta, del tessibile-abbigliamento (-2,7%). Per contro, il metalmeccanico conferma il buon andamento delle vendite anche sul fronte estero (+2,9%) e l’alimentare realizza la performance più positiva (+5,1%).
L’analisi della domanda evidenzia miglioramenti sul fronte delle commesse interne, in aumento del +2,5% rispetto all’anno precedente, unitamente ad una variazione positiva, ma più contenuta, degli ordinativi dall’estero (+0,8%). Si consolida, dunque, il trend favorevole della domanda interna, che dopo una serie di risultati negativi e di modesti incrementi, risulta in rialzo per il terzo trimestre consecutivo. Ancora una volta il metalmeccanico si conferma il comparto trainante, con valori di crescita del +6,2% per le commesse interne e del +2,1% per quelle estere, che, nell’ordine, salgono al +10,1% e scendono al -3,7% per la rubinetteria e il valvolame. Doppio segno più per il tessile-abbigliamento che evidenzia una variazione positiva sia sul fronte degli ordinativi domestici (+0,9%) che di quelli esteri (+1,9%), mentre la chimica-gomma-plastica conosce un leggero incremento della domanda interna (+0,9%), ma vede diminuire quella proveniente dall’estero (-1,4%). Da ultimo, l’alimentare registra movimenti in ribasso, con ordini in diminuzione sia dall’interno (-2,1%) che dall’estero (-0,4%).
Per quanto riguarda le prospettive a livello generale per il periodo gennaio-marzo 2016 gli imprenditori novaresi esprimono aspettative più favorevoli rispetto ai trimestri precedenti, seppur permangano alcune differenze settoriali. I saldi di opinione complessivi vedono prevalere gli ottimisti con riferimento a tutti i principali indicatori: produzione (+2,9% il saldo di opinione), fatturato (+1,1%) e ordinativi (+4,6%), con l’unica eccezione degli ordinativi esteri, per i quali si prospetta un calo del -9,1%. Per quanto riguarda i settori, da metalmeccanico e chimica-gomma-plastica provengono aspettative negative rispetto a tutti gli indicatori; l’alimentare confida invece nella ripresa di produzione, fatturato e ordinativi, ottimismo condiviso, relativamente alle sole commesse estere, anche dal sistema moda.
Alla domanda “L’azienda ha effettuato investimenti nel 2015?” poco più di un terzo del campione intervistato (36,1%) ha risposto in maniera affermativa, quota nettamente inferiore a quella dello scorso anno (45,1%). Quanto agli importi, nel 27,1% dei casi le risorse non hanno superato i 250mila euro e solo nel 9% dei casi gli investimenti hanno riguardato cifre più consistenti. Gli investimenti si sono concentrati prevalentemente in macchinari ed attrezzature (74,8%) e, in seconda battuta, in elaboratori e sistemi elettronici (39%); seguono, a distanza, fabbricati (21,2%), impianti fissi (19,6%), ricerca e sviluppo (13,4%), mentre appare residuale l’incidenza di impianti di energie rinnovabili e/o di risparmio energetico (1,8%). Gli strumenti di finanziamento utilizzati sono stati quasi esclusivamente l’autofinanziamento (49,6%) e il credito bancario (41%): le aziende hanno scelto solo in minima parte di ricorre al credito superiore ai 180 giorni da parte del fornitore (3,7%) e al credito agevolato (3,5%).
Il 62,7% del campione ha inoltre dichiarato di non aver effettuato innovazioni nel corso del 2015: chi invece ha scelto di innovare lo ha fatto puntando su innovazioni di prodotto (20,4%), di processo (18,1%), organizzative (17,9%) e di marketing (4,8%). Allargando l’orizzonte temporale al triennio 2013/2015, il principale limite all’introduzione di fattori innovativi segnalato dalle imprese è stata la mancanza di risorse finanziarie, avvertito in ben il 47,1% dei casi e accompagnato dai costi stessi dell’innovazione, percepiti come troppo elevati in un caso su cinque; da segnalare come nel 34,6% dei casi le imprese dichiarino di non aver riscontrato alcun impedimento.
NOVARA - Novara al secondo posto nella classifica delle performance provinciali per quanto riguarda l'industria manifatturiera con una produzione cresciuta nel 2015 mediamente del +1% mentre il fatturato del +1,5%. Nell'ultimo trimestre dello scorso anno l'aumento registrato è stato del +2,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un incremento anche del fatturato, in ascesa del +1,8%. E' quanto emerge dalla 177a “Indagine congiunturale sull’industria manifatturiera” i cui dati sono stati diffusi ieri dalla Camera di Commercio. Al primo posto tra le province si posiziona Cuneo (+3,6%), risultati positivi per tutti gli altri territori, ad eccezione di Torino (-0,2%) e Biella (-0,8%) e con una media regionale pari al +1%.
«Le intonazioni positive espresse dagli imprenditori nelle precedenti previsioni trovano conferma nel miglioramento concretizzatosi in chiusura d’anno – commenta Maurizio Comoli, presidente della Camera di Commercio di Novara – Miglioramento che, pur non ancora generalizzato a livello settoriale, risulta sostenuto da un andamento più stabile degli indicatori, come la domanda interna. Dall’indagine emerge tuttavia anche una ridotta propensione ad investire da parte delle imprese, che sempre più spesso devono contare sulle proprie risorse: per realizzare la ripresa occorre ridare priorità agli strumenti di sostegno all’imprenditorialità, all’innovazione e al lavoro, ambiti che hanno sempre visto le camere di commercio in prima linea e che ora risultano impoveriti da una riforma del sistema camerale che ne limita le possibilità di intervento».
L’aumento complessivo della produzione industriale è sostenuto dagli incrementi registrati da tutti i settori, con l’unica eccezione dell’alimentare, che arretra del -5% rispetto al quarto trimestre 2014. Supera la media provinciale la performance del metalmeccanico (+4,5%); appare positiva quella della chimica-gomma-plastica (+2,5%) mentre risulta più contenuta quella del tessile abbigliamento (+0,5%).
In miglioramento anche il dato tendenziale del fatturato delle aziende manifatturiere: nel confronto con il quarto trimestre 2014 il valore delle vendite è salito infatti del +1,8% a livello complessivo, risultato sostenuto principalmente dal metalmeccanico, che registra un incremento del +4,9%, mentre il sistema moda si mantiene pressoché stabile (+0,3%). Cala invece il fatturato della chimica-gomma-plastica (-1,7%) e, in misura maggiore, quello dell’alimentare (-4%).
Il focus sul fatturato realizzato verso clienti esteri evidenzia un andamento complessivo meno favorevole, con una variazione media del -0,3%, che risente in particolare della flessione evidenziata dalla chimica-gomma-plastica (-7,2%) e di quella, più contenuta, del tessibile-abbigliamento (-2,7%). Per contro, il metalmeccanico conferma il buon andamento delle vendite anche sul fronte estero (+2,9%) e l’alimentare realizza la performance più positiva (+5,1%).
L’analisi della domanda evidenzia miglioramenti sul fronte delle commesse interne, in aumento del +2,5% rispetto all’anno precedente, unitamente ad una variazione positiva, ma più contenuta, degli ordinativi dall’estero (+0,8%). Si consolida, dunque, il trend favorevole della domanda interna, che dopo una serie di risultati negativi e di modesti incrementi, risulta in rialzo per il terzo trimestre consecutivo. Ancora una volta il metalmeccanico si conferma il comparto trainante, con valori di crescita del +6,2% per le commesse interne e del +2,1% per quelle estere, che, nell’ordine, salgono al +10,1% e scendono al -3,7% per la rubinetteria e il valvolame. Doppio segno più per il tessile-abbigliamento che evidenzia una variazione positiva sia sul fronte degli ordinativi domestici (+0,9%) che di quelli esteri (+1,9%), mentre la chimica-gomma-plastica conosce un leggero incremento della domanda interna (+0,9%), ma vede diminuire quella proveniente dall’estero (-1,4%). Da ultimo, l’alimentare registra movimenti in ribasso, con ordini in diminuzione sia dall’interno (-2,1%) che dall’estero (-0,4%).
Per quanto riguarda le prospettive a livello generale per il periodo gennaio-marzo 2016 gli imprenditori novaresi esprimono aspettative più favorevoli rispetto ai trimestri precedenti, seppur permangano alcune differenze settoriali. I saldi di opinione complessivi vedono prevalere gli ottimisti con riferimento a tutti i principali indicatori: produzione (+2,9% il saldo di opinione), fatturato (+1,1%) e ordinativi (+4,6%), con l’unica eccezione degli ordinativi esteri, per i quali si prospetta un calo del -9,1%. Per quanto riguarda i settori, da metalmeccanico e chimica-gomma-plastica provengono aspettative negative rispetto a tutti gli indicatori; l’alimentare confida invece nella ripresa di produzione, fatturato e ordinativi, ottimismo condiviso, relativamente alle sole commesse estere, anche dal sistema moda.
Alla domanda “L’azienda ha effettuato investimenti nel 2015?” poco più di un terzo del campione intervistato (36,1%) ha risposto in maniera affermativa, quota nettamente inferiore a quella dello scorso anno (45,1%). Quanto agli importi, nel 27,1% dei casi le risorse non hanno superato i 250mila euro e solo nel 9% dei casi gli investimenti hanno riguardato cifre più consistenti. Gli investimenti si sono concentrati prevalentemente in macchinari ed attrezzature (74,8%) e, in seconda battuta, in elaboratori e sistemi elettronici (39%); seguono, a distanza, fabbricati (21,2%), impianti fissi (19,6%), ricerca e sviluppo (13,4%), mentre appare residuale l’incidenza di impianti di energie rinnovabili e/o di risparmio energetico (1,8%). Gli strumenti di finanziamento utilizzati sono stati quasi esclusivamente l’autofinanziamento (49,6%) e il credito bancario (41%): le aziende hanno scelto solo in minima parte di ricorre al credito superiore ai 180 giorni da parte del fornitore (3,7%) e al credito agevolato (3,5%).
Il 62,7% del campione ha inoltre dichiarato di non aver effettuato innovazioni nel corso del 2015: chi invece ha scelto di innovare lo ha fatto puntando su innovazioni di prodotto (20,4%), di processo (18,1%), organizzative (17,9%) e di marketing (4,8%). Allargando l’orizzonte temporale al triennio 2013/2015, il principale limite all’introduzione di fattori innovativi segnalato dalle imprese è stata la mancanza di risorse finanziarie, avvertito in ben il 47,1% dei casi e accompagnato dai costi stessi dell’innovazione, percepiti come troppo elevati in un caso su cinque; da segnalare come nel 34,6% dei casi le imprese dichiarino di non aver riscontrato alcun impedimento.