Condanna a nove mesi per Ivan De Grandis per un fatto del 2010

Condanna a nove mesi per Ivan De Grandis per un fatto del 2010
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NOVARA – Condanna a 9 mesi di carcere, pena sospesa, stamani martedì 2 febbraio, in Tribunale a Novara, per Ivan De Grandis, 29 anni, ideatore del movimento “No Musa” e leader e candidato a sindaco del movimento civico “NoiXNovara”.

Era a processo con le accuse di usurpazione di funzioni pubbliche, violenza privata e possesso ingiustificato di segni distintivi appartenenti al corpo di polizia. Il primo reato è stato riqualificato dal giudice nell’articolo 494 del codice penale, ossia sostituzione di persona, mentre è stato assolto dal reato di violenza privata. La vicenda risale ormai a sei anni fa. Il giovane era nel parcheggio del Centro di via Porzio Giovanola con due altri ragazzi (che hanno scelto riti alternativi). Uno dei due amici avrebbe estratto un lampeggiante, pare di sua proprietà. E così, con questo posto sopra l’auto, avrebbero iniziato a fermare (senza che l’auto uscisse dal parcheggio) chi passava. A tutti pare abbiano fatto domande, tanto che i fermati hanno pensato di avere a che fare con veri poliziotti. De Grandis ha sempre rigettato le accuse: sostiene di non aver preso parte alla bravata e di essere stato solo presente nel parcheggio. Il pm aveva chiesto 10 mesi, il difensore l’assoluzione. “Nella sentenza di oggi – commenta De Grandis - sono cadute nei miei confronti le gravi accuse di violenza privata e usurpazione di funzione pubblica. È emerso senza dubbio come io fossi del tutto estraneo a tali accuse e di questo sono soddisfatto, ma al tempo stesso resto amareggiato per il fatto che il dibattimento non abbia fatto estrema chiarezza. Sono convinto di poter dimostrare la mia innocenza e vado avanti confidando nella giustizia, che in Italia per chi se ne fosse dimenticato, prevede tre gradi di giudizio. Tutto ciò non va a inficiare la mia partecipazione alle elezioni amministrative. Va sottolineato altresì come i fatti siano estremante datati, lontani anni luce dal mio impegno politico e che nulla hanno a che vedere con il percorso che porterà al voto”.

mo.c.


NOVARA – Condanna a 9 mesi di carcere, pena sospesa, stamani martedì 2 febbraio, in Tribunale a Novara, per Ivan De Grandis, 29 anni, ideatore del movimento “No Musa” e leader e candidato a sindaco del movimento civico “NoiXNovara”.

Era a processo con le accuse di usurpazione di funzioni pubbliche, violenza privata e possesso ingiustificato di segni distintivi appartenenti al corpo di polizia. Il primo reato è stato riqualificato dal giudice nell’articolo 494 del codice penale, ossia sostituzione di persona, mentre è stato assolto dal reato di violenza privata. La vicenda risale ormai a sei anni fa. Il giovane era nel parcheggio del Centro di via Porzio Giovanola con due altri ragazzi (che hanno scelto riti alternativi). Uno dei due amici avrebbe estratto un lampeggiante, pare di sua proprietà. E così, con questo posto sopra l’auto, avrebbero iniziato a fermare (senza che l’auto uscisse dal parcheggio) chi passava. A tutti pare abbiano fatto domande, tanto che i fermati hanno pensato di avere a che fare con veri poliziotti. De Grandis ha sempre rigettato le accuse: sostiene di non aver preso parte alla bravata e di essere stato solo presente nel parcheggio. Il pm aveva chiesto 10 mesi, il difensore l’assoluzione. “Nella sentenza di oggi – commenta De Grandis - sono cadute nei miei confronti le gravi accuse di violenza privata e usurpazione di funzione pubblica. È emerso senza dubbio come io fossi del tutto estraneo a tali accuse e di questo sono soddisfatto, ma al tempo stesso resto amareggiato per il fatto che il dibattimento non abbia fatto estrema chiarezza. Sono convinto di poter dimostrare la mia innocenza e vado avanti confidando nella giustizia, che in Italia per chi se ne fosse dimenticato, prevede tre gradi di giudizio. Tutto ciò non va a inficiare la mia partecipazione alle elezioni amministrative. Va sottolineato altresì come i fatti siano estremante datati, lontani anni luce dal mio impegno politico e che nulla hanno a che vedere con il percorso che porterà al voto”.

mo.c.


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