Latte, una prima boccata d’ossigeno

Latte, una prima boccata d’ossigeno
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Una prima boccata d’ossigeno per gli allevatori novaresi e del Vco, impegnati in prima linea nella mobilitazione delle scorse settimane, dal presidio di Ospedaletto Lodigiano alle iniziative presso la grande distribuzione e tra i cittadini. 

Così la Coldiretti interprovinciale commenta l’accordo sul prezzo del latte alla stalla raggiunto per il prossimo trimestre. L’intesa raggiunta con la multinazionale Lactalis prevede in tutto il Nord per il prossimo trimestre un aumento di 2,1 centesimi al quale vanno aggiunti il centesimo garantito dal Ministero delle Politiche Agricole con aiuti straordinari dell’Unione Europea ma anche le risorse che le regioni lattiere direttamente interessate possono mettere a disposizione se vorranno sostenere gli allevatori delle loro realtà territoriali. 

«Si tratta di un primo risultato per le nostre aziende che stanno vivendo un momento di forte crisi. Coldiretti, sia su base regionale che a Novara Vco si impegna a realizzare filiere che tendano a ridurre i costi di produzione delle nostre imprese», commentano il presidente e il direttore della federazione interprovinciale, Federico Boieri e Gian Carlo Ramella. «Coldiretti continuerà, inoltre, a portare avanti la battaglia di civiltà al fine di arrivare ad ottenere l’origine in etichetta per il latte uht, lo yogurt e per tutti gli altri prodotti lattiero caseari, a tutela delle produzioni del territorio e dei diritti dei consumatori».  

Secondo l’ufficio studi della Coldiretti tra effetti diretti ed indiretti sul mercato nazionale del latte l’accordo porterà almeno 340 milioni di euro su base annua in più nelle stalle italiane (30  milioni in Piemonte), se ci sarà responsabilmente un allineamento di tutti i soggetti industriali presenti sul territorio nazionale. «Tuttavia – prosegue Sara Baudo, delegata di Coldiretti Giovani Impresa, che ha preso parte a tutti i momenti di mobilitazione che hanno coinvolto il territorio di Novara-Vco - la battaglia della Coldiretti continua nelle sedi istituzionali per arrivare al più presto alla corretta identificazione dei prodotti che usano latte italiano con l’indicazione in etichetta, che impedisca di spacciare come made in Italy il prodotto importato. Ciò è di fondamentale importanza per assicurare un futuro alla zootecnia prealpina, un settore più che strategico per le provincia di Novara e del Vco, che anche nel recente passato hanno pagato caro gli effetti della crisi del settore zootecnico».

Un fatto positivo – concludono Boieri e Ramella – «è che per la prima volta sulla questione del prezzo alla stalla c’è stato il diretto coinvolgimento e la partecipazione della grande distribuzione organizzata, che si è aggiunta ai produttori e all’industria. Tutti hanno lavorato per una valorizzazione della filiera del latte».

Anche il presidente della Sezione Latte di Confagricoltura Piemonte, Pierangelo Cumino, si dichiara parzialmente soddisfatto: «Ora occorre lavorare, soprattutto a livello regionale, per sviluppare rapporti di filiera efficaci, utili a valorizzare il nostro latte, consolidando la produzione di specialità a denominazione di origine protetta».

E il presidente dell’Associazione Produttori Latte Piemonte e consigliere di Confagricoltura Torino, Tommaso Visca, aggiunge: «Bene l’aumento, ma manca un coordinamento europeo che permetta un controllo della produzione e delle esportazioni. Con la fine delle quote latte – aggiunge-  c’è un eccesso di produzione in Europa pari all’8%; inoltre si segnalano cali di esportazioni in Cina e in Russia. Sono fenomeni che possono e devono essere controllati».

Laura Cavalli

Una prima boccata d’ossigeno per gli allevatori novaresi e del Vco, impegnati in prima linea nella mobilitazione delle scorse settimane, dal presidio di Ospedaletto Lodigiano alle iniziative presso la grande distribuzione e tra i cittadini. 

Così la Coldiretti interprovinciale commenta l’accordo sul prezzo del latte alla stalla raggiunto per il prossimo trimestre. L’intesa raggiunta con la multinazionale Lactalis prevede in tutto il Nord per il prossimo trimestre un aumento di 2,1 centesimi al quale vanno aggiunti il centesimo garantito dal Ministero delle Politiche Agricole con aiuti straordinari dell’Unione Europea ma anche le risorse che le regioni lattiere direttamente interessate possono mettere a disposizione se vorranno sostenere gli allevatori delle loro realtà territoriali. 

«Si tratta di un primo risultato per le nostre aziende che stanno vivendo un momento di forte crisi. Coldiretti, sia su base regionale che a Novara Vco si impegna a realizzare filiere che tendano a ridurre i costi di produzione delle nostre imprese», commentano il presidente e il direttore della federazione interprovinciale, Federico Boieri e Gian Carlo Ramella. «Coldiretti continuerà, inoltre, a portare avanti la battaglia di civiltà al fine di arrivare ad ottenere l’origine in etichetta per il latte uht, lo yogurt e per tutti gli altri prodotti lattiero caseari, a tutela delle produzioni del territorio e dei diritti dei consumatori».  

Secondo l’ufficio studi della Coldiretti tra effetti diretti ed indiretti sul mercato nazionale del latte l’accordo porterà almeno 340 milioni di euro su base annua in più nelle stalle italiane (30  milioni in Piemonte), se ci sarà responsabilmente un allineamento di tutti i soggetti industriali presenti sul territorio nazionale. «Tuttavia – prosegue Sara Baudo, delegata di Coldiretti Giovani Impresa, che ha preso parte a tutti i momenti di mobilitazione che hanno coinvolto il territorio di Novara-Vco - la battaglia della Coldiretti continua nelle sedi istituzionali per arrivare al più presto alla corretta identificazione dei prodotti che usano latte italiano con l’indicazione in etichetta, che impedisca di spacciare come made in Italy il prodotto importato. Ciò è di fondamentale importanza per assicurare un futuro alla zootecnia prealpina, un settore più che strategico per le provincia di Novara e del Vco, che anche nel recente passato hanno pagato caro gli effetti della crisi del settore zootecnico».

Un fatto positivo – concludono Boieri e Ramella – «è che per la prima volta sulla questione del prezzo alla stalla c’è stato il diretto coinvolgimento e la partecipazione della grande distribuzione organizzata, che si è aggiunta ai produttori e all’industria. Tutti hanno lavorato per una valorizzazione della filiera del latte».

Anche il presidente della Sezione Latte di Confagricoltura Piemonte, Pierangelo Cumino, si dichiara parzialmente soddisfatto: «Ora occorre lavorare, soprattutto a livello regionale, per sviluppare rapporti di filiera efficaci, utili a valorizzare il nostro latte, consolidando la produzione di specialità a denominazione di origine protetta».

E il presidente dell’Associazione Produttori Latte Piemonte e consigliere di Confagricoltura Torino, Tommaso Visca, aggiunge: «Bene l’aumento, ma manca un coordinamento europeo che permetta un controllo della produzione e delle esportazioni. Con la fine delle quote latte – aggiunge-  c’è un eccesso di produzione in Europa pari all’8%; inoltre si segnalano cali di esportazioni in Cina e in Russia. Sono fenomeni che possono e devono essere controllati».

Laura Cavalli

 

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