Inchiesta Polstrada, ben 16 gli indagati

Inchiesta Polstrada, ben 16 gli indagati
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NOVARA - Se le accuse troveranno riscontro processuale, l’anno scorso chi transitava lungo la A4 Torino-Milano doveva davvero sperare non solo di non rimanere in panne bensì di non imbattersi, a prescindere, in certe pattuglie - attenzione, certe, ovviamente, non tutte - della Polstrada, pena il rischio di venire letteralmente “taglieggiati”.

Un quadro davvero disarmante quello tracciato nelle misure cautelari che hanno colpito agenti, imprenditori, dipendenti, nell’ambito delle indagini della stessa Polstrada, condotte dal vicequestore Luciana Giorgi e coordinate dal pm Silvia Baglivo. Sono sfociate in due distinti provvedimenti, il primo firmato dal gip Angela Maria Nutini e il secondo dalla collega Federica Profumieri. Si parla, a vario titolo, di «gravi episodi dì corruzione, concussione, abusi d'ufficio, falsi in atti pubblici ed altro - come ha scritto il procuratore Francesco Saluzzo in un comunicato diffuso lunedì pomeriggio, dopo l’annullamento della conferenza stampa prevista per la stessa mattinata - addebitati ad appartenenti alla Polizia stradale dì Novara, persone in servizio nelle varie articolazioni presenti sul nostro territorio.  Si tratta di fatti molto gravi (alcuni lasciano addirittura allibiti, ndr), non solo perché commessi da pubblici ufficiali - parole del procuratore - ma, e soprattutto, perché essi si sono rivelati come espressione dì un sistema e di una rete organizzata che era promossa da imprenditori  nel settore degli autosoccorsi e da appartenenti ad enti concessionari; ed era anche volta a soddisfare gli interessi di altri imprenditori,  la cui attività si svolge anche, ed in parte rilevante, attraverso il trasporto su strada. E questi ultimi lucravano un atteggiamento di "favore" da parte di alcuni degli appartenenti alle Forze dell'ordine».  Il procuratore parla di una indagine «per nulla "facile" e impeccabilmente condotta per lunghi mesi sino ad un rassicurante quadro probatorio su ciascuno degli episodi e nei confronti dei singoli indagati», che ha potuto essere iniziata e sviluppata «proprio e solo grazie alla costante attività di vigilanza, anche interna, della Polizia stradale. del suo Dirigente, dottoressa Giorgi, di uno staff di personale fidato ed al supporto del Dirigente del Compartimento della Polizia  stradale del Piemonte e della Valle d'Aosta. dottor Mario Nigro».

Nei guai (per «misure cautelari ed interdittive di vario grado, ovvero custodia in carcere. arresti domiciliari,  sospensione dall'incarico e dall'ufficio») oggi  «non solo pubblici ufficiali, ma anche incaricato di pubblico servizio e diversi operatori nel settore dell'autotrasporto c dell'autosoccorso. Molte altre persone sono "indagate a piede libero"».

Paolo Viviani

leggi i servizi sul Corriere di Novara di giovedì 12 Novembre

NOVARA - Se le accuse troveranno riscontro processuale, l’anno scorso chi transitava lungo la A4 Torino-Milano doveva davvero sperare non solo di non rimanere in panne bensì di non imbattersi, a prescindere, in certe pattuglie - attenzione, certe, ovviamente, non tutte - della Polstrada, pena il rischio di venire letteralmente “taglieggiati”.

Un quadro davvero disarmante quello tracciato nelle misure cautelari che hanno colpito agenti, imprenditori, dipendenti, nell’ambito delle indagini della stessa Polstrada, condotte dal vicequestore Luciana Giorgi e coordinate dal pm Silvia Baglivo. Sono sfociate in due distinti provvedimenti, il primo firmato dal gip Angela Maria Nutini e il secondo dalla collega Federica Profumieri. Si parla, a vario titolo, di «gravi episodi dì corruzione, concussione, abusi d'ufficio, falsi in atti pubblici ed altro - come ha scritto il procuratore Francesco Saluzzo in un comunicato diffuso lunedì pomeriggio, dopo l’annullamento della conferenza stampa prevista per la stessa mattinata - addebitati ad appartenenti alla Polizia stradale dì Novara, persone in servizio nelle varie articolazioni presenti sul nostro territorio.  Si tratta di fatti molto gravi (alcuni lasciano addirittura allibiti, ndr), non solo perché commessi da pubblici ufficiali - parole del procuratore - ma, e soprattutto, perché essi si sono rivelati come espressione dì un sistema e di una rete organizzata che era promossa da imprenditori  nel settore degli autosoccorsi e da appartenenti ad enti concessionari; ed era anche volta a soddisfare gli interessi di altri imprenditori,  la cui attività si svolge anche, ed in parte rilevante, attraverso il trasporto su strada. E questi ultimi lucravano un atteggiamento di "favore" da parte di alcuni degli appartenenti alle Forze dell'ordine».  Il procuratore parla di una indagine «per nulla "facile" e impeccabilmente condotta per lunghi mesi sino ad un rassicurante quadro probatorio su ciascuno degli episodi e nei confronti dei singoli indagati», che ha potuto essere iniziata e sviluppata «proprio e solo grazie alla costante attività di vigilanza, anche interna, della Polizia stradale. del suo Dirigente, dottoressa Giorgi, di uno staff di personale fidato ed al supporto del Dirigente del Compartimento della Polizia  stradale del Piemonte e della Valle d'Aosta. dottor Mario Nigro».

Nei guai (per «misure cautelari ed interdittive di vario grado, ovvero custodia in carcere. arresti domiciliari,  sospensione dall'incarico e dall'ufficio») oggi  «non solo pubblici ufficiali, ma anche incaricato di pubblico servizio e diversi operatori nel settore dell'autotrasporto c dell'autosoccorso. Molte altre persone sono "indagate a piede libero"».

Paolo Viviani

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