A Galliate il primo Festival Vegano (FOTOGALLERY)

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GALLIATE – Si è svolto ieri, domenica 25 ottobre, al castello sforzesco  il primo Festival Vegano “Veg in Folk”. Presenti nel quadriportico diversi stand di produttori di cibo, cosmesi e abbigliamento cruelty free ma anche associazioni che operano per sensibilizzare il pubblico sulla questione dello sfruttamento degli animali da parte dell’uomo. 

Come ci hanno spiegato le organizzatrici Samuela Cattaneo e Ylenia Verduzzo, titolari del ristorante vegano Stregalbero di Novara, “abbiamo voluto abbinare al folk rappresentato dagli spettacoli serali (la Banda del sogno perduto si è esibita nello spettacolo teatrale danzante a tema antispecista “Abracadabra” con il duetto celtico Silly Farm, per lasciare poi spazio al concerto di musica folk irlandese a cura de “Il Bandarone”, ndr) tutto ciò che sono i prodotti alimentari e non di derivazione non animale. Presenti anche numerose associazioni come l’Oasi della pace "La belle verte”, che svolge la propria attività nel verde del basso Piemonte dedicato agli animali sottratti dallo sfruttamento dell'uomo e a coloro che desiderano un approccio non violento al mondo animale”. Oltre agli spettacoli durante la giornata si sono susseguiti diversi appuntamenti come la lezione aperta di yoga che si è tenuta all’aperto e le conferenze degli esperti su diversi temi come quella tenuta da Nadia Zurlo, responsabile nazionale settore equidi della Lav, Lega Antivivisezione, che ha proposto la riflessione “Cavallo, macchina o animale?”, oppure Massimo Tettamanti, ricercatore da sempre impegnato sul fronte dell’alternativa scientifica alla sperimentazione animale, fondatore del centro internazionale I-Care. A lui abbiamo chiesto le ragioni per cui si dovrebbe vivere mangiando e usando prodotti non di origine animale: “Noi non invitiamo a scegliere per forza questo tipo di vita – specifica – però diciamo che secondo i principi della comunità scientifica per la salute dell’uomo almeno l’80% della dieta dovrebbe essere vegetale, per il resto, siamo creature onnivore quindi si può mangiare di tutto. Il problema è che noi oggi abbiamo consumi di prodotti di derivazione animale 400 volte superiori a ciò che dovrebbe essere corretto per la nostra salute. Noi inoltre facciamo presente che oltre all’impatto sulla salute dei singoli, c’è anche un impatto sull’ambiente che ricade su tutta la comunità. Sarebbe bene che i cibi riportassero le indicazioni di impatto che hanno sulla salute e l’ambiente, ma in modo semplice e immediatamente capibile, in modo che ognuno di noi possa fare delle scelte consapevoli”.

Servizio e foto Valentina Sarmenghi  

GALLIATE – Si è svolto ieri, domenica 25 ottobre, al castello sforzesco  il primo Festival Vegano “Veg in Folk”. Presenti nel quadriportico diversi stand di produttori di cibo, cosmesi e abbigliamento cruelty free ma anche associazioni che operano per sensibilizzare il pubblico sulla questione dello sfruttamento degli animali da parte dell’uomo. 

Come ci hanno spiegato le organizzatrici Samuela Cattaneo e Ylenia Verduzzo, titolari del ristorante vegano Stregalbero di Novara, “abbiamo voluto abbinare al folk rappresentato dagli spettacoli serali (la Banda del sogno perduto si è esibita nello spettacolo teatrale danzante a tema antispecista “Abracadabra” con il duetto celtico Silly Farm, per lasciare poi spazio al concerto di musica folk irlandese a cura de “Il Bandarone”, ndr) tutto ciò che sono i prodotti alimentari e non di derivazione non animale. Presenti anche numerose associazioni come l’Oasi della pace "La belle verte”, che svolge la propria attività nel verde del basso Piemonte dedicato agli animali sottratti dallo sfruttamento dell'uomo e a coloro che desiderano un approccio non violento al mondo animale”. Oltre agli spettacoli durante la giornata si sono susseguiti diversi appuntamenti come la lezione aperta di yoga che si è tenuta all’aperto e le conferenze degli esperti su diversi temi come quella tenuta da Nadia Zurlo, responsabile nazionale settore equidi della Lav, Lega Antivivisezione, che ha proposto la riflessione “Cavallo, macchina o animale?”, oppure Massimo Tettamanti, ricercatore da sempre impegnato sul fronte dell’alternativa scientifica alla sperimentazione animale, fondatore del centro internazionale I-Care. A lui abbiamo chiesto le ragioni per cui si dovrebbe vivere mangiando e usando prodotti non di origine animale: “Noi non invitiamo a scegliere per forza questo tipo di vita – specifica – però diciamo che secondo i principi della comunità scientifica per la salute dell’uomo almeno l’80% della dieta dovrebbe essere vegetale, per il resto, siamo creature onnivore quindi si può mangiare di tutto. Il problema è che noi oggi abbiamo consumi di prodotti di derivazione animale 400 volte superiori a ciò che dovrebbe essere corretto per la nostra salute. Noi inoltre facciamo presente che oltre all’impatto sulla salute dei singoli, c’è anche un impatto sull’ambiente che ricade su tutta la comunità. Sarebbe bene che i cibi riportassero le indicazioni di impatto che hanno sulla salute e l’ambiente, ma in modo semplice e immediatamente capibile, in modo che ognuno di noi possa fare delle scelte consapevoli”.

Valentina Sarmenghi 
foto Laura Cavalli, Giuseppe Cotena, Valentina Sarmenghi

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