Alla sbarra per violenza privata, resistenza e lesioni: giovane condannato solo per le lesioni
NOVARA – Assoluzione perché il fatto non sussiste completamente dalle accuse di resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata, assoluzione anche dall’accusa di distruzione di verbale e condanna, invece, a due mesi pena sospesa per lesioni.
Si è chiuso così, lunedì pomeriggio 11 maggio, in Tribunale a Novara, un processo a carico di un 36enne novarese. Una vicenda nata dalla conclusione di una serata tra amici, occasione nella quale l’auto sulla quale viaggiavano era stata fermata dai carabinieri per un controllo. Il giovane, stando all’accusa, in caserma avrebbe aggredito un militare. L’imputato, nelle scorse udienze, aveva fornito la sua versione dei fatti, sostenendo altro. Stando al suo racconto i militari sarebbero stati scortesi. «Uno – aveva raccontato – ci aveva trattati come delinquenti. Ci disse ‘su dai tirate fuori le siringhe’». Una serata finita in caserma, dove ci sarebbero stati altri momenti accesi e dove, per l’accusa, il giovane avrebbe aggredito il militare, mentre per l’imputato sarebbe stato il carabiniere a essergli saltato addosso. Entrambi avevano rimediato giorni di prognosi (il militare 5 giorni). Nelle precedenti udienze c’era stata l’acquisizione di documenti prodotti dal difensore dell’uomo, l’avvocato Roberto Rognoni, acquisizione cui non si sono opposti né il pm né la parte civile. In questi si attesterebbe come la posizione del 36enne, denunciato per calunnia da uno dei carabinieri presenti quella sera ai fatti, sia stata archiviata dal gip nel marzo 2013, su richiesta della stessa Procura. La prova sarebbe stata contraddittoria: non si poteva dire chi avesse torto e chi ragione. Un’archiviazione, come sostiene il difensore, per lo stesso episodio cui il giovane è a processo ora.
Il pm aveva chiesto l’assoluzione per tutti i capi d’accusa. Soddisfazione da parte della difesa per l’assoluzione per i fatti più gravi che venivano contestati al giovane. Quanto alla condanna per lesioni, “ci poteva stare l’assoluzione – sostiene il legale – perché la prova è contraddittoria. A nostro parere, inoltre, manca la querela. Ora attenderemo i 90 giorni delle motivazioni e faremo appello”.
mo.c.
NOVARA – Assoluzione perché il fatto non sussiste completamente dalle accuse di resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata, assoluzione anche dall’accusa di distruzione di verbale e condanna, invece, a due mesi pena sospesa per lesioni.
Si è chiuso così, lunedì pomeriggio 11 maggio, in Tribunale a Novara, un processo a carico di un 36enne novarese. Una vicenda nata dalla conclusione di una serata tra amici, occasione nella quale l’auto sulla quale viaggiavano era stata fermata dai carabinieri per un controllo. Il giovane, stando all’accusa, in caserma avrebbe aggredito un militare. L’imputato, nelle scorse udienze, aveva fornito la sua versione dei fatti, sostenendo altro. Stando al suo racconto i militari sarebbero stati scortesi. «Uno – aveva raccontato – ci aveva trattati come delinquenti. Ci disse ‘su dai tirate fuori le siringhe’». Una serata finita in caserma, dove ci sarebbero stati altri momenti accesi e dove, per l’accusa, il giovane avrebbe aggredito il militare, mentre per l’imputato sarebbe stato il carabiniere a essergli saltato addosso. Entrambi avevano rimediato giorni di prognosi (il militare 5 giorni). Nelle precedenti udienze c’era stata l’acquisizione di documenti prodotti dal difensore dell’uomo, l’avvocato Roberto Rognoni, acquisizione cui non si sono opposti né il pm né la parte civile. In questi si attesterebbe come la posizione del 36enne, denunciato per calunnia da uno dei carabinieri presenti quella sera ai fatti, sia stata archiviata dal gip nel marzo 2013, su richiesta della stessa Procura. La prova sarebbe stata contraddittoria: non si poteva dire chi avesse torto e chi ragione. Un’archiviazione, come sostiene il difensore, per lo stesso episodio cui il giovane è a processo ora.
Il pm aveva chiesto l’assoluzione per tutti i capi d’accusa. Soddisfazione da parte della difesa per l’assoluzione per i fatti più gravi che venivano contestati al giovane. Quanto alla condanna per lesioni, “ci poteva stare l’assoluzione – sostiene il legale – perché la prova è contraddittoria. A nostro parere, inoltre, manca la querela. Ora attenderemo i 90 giorni delle motivazioni e faremo appello”.
mo.c.