Latte, prezzi da stalla a scaffale + 317%
317 per cento. E’ il ricarico medio del prezzo del latte fresco in Italia che aumenta più di quattro volte dalla stalla allo scaffale: pagato agli allevatori in media 0,36 centesimi, raggiunge gli scaffali con un prezzo di vendita di 1,50 Euro al litro. Una situazione inaccettabile che ha portato alla chiusura di una stalla su cinque negli anni della crisi e alla perdita di 32 mila posti di lavoro.
«A seguito della manifestazione “Un giorno da allevatore”, lo scorso 6 febbraio nelle principali piazze italiane, Coldiretti sta continuando ad ottenere risultati di rilievo. A Torino c’erano anche gli allevatori novaresi e le autorità delle due province. Inoltre, numerosi Comuni del Novarese e del Vco stanno adottando delibere a tutela del nostro latte. Ma è di fondamentale importanza la notizia che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato l’indagine conoscitiva sulla filiera lattiero casearia, come avevamo chiesto proprio durante la mobilitazione”», osservano Federico Boieri, presidente, e Gian Carlo Ramella, direttore di Coldiretti Novara Vco.
Coldiretti ed il Codacons hanno sollecitato, infatti, la necessità di fare luce sugli abusi di dipendenza economica a danno dei produttori di latte fresco.
«Nel nostro Paese esiste un evidente squilibrio contrattuale tra le parti che determina un abuso, da parte dei trasformatori, della loro maggiore forza economica sul mercato, con imposizione di condizioni ingiustificatamente gravose. I prezzi praticati dagli operatori a valle della filiera del latte fresco sono iniqui e gli allevatori manifestano evidenti segni di difficoltà perché non riescono a coprire neanche i costi di produzione».
In questo contesto un ruolo importante avrà il decreto agricoltura approvato dal Governo su proposta del ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina che raccoglie importanti misure sollecitate dalla Coldiretti ed in cui si dispone, nel rispetto del principio della buona fede e della correttezza, e per assicurare una maggiore trasparenza nella filiera l’obbligo di contratti scritti, della durata non inferiore a dodici mesi, in cui si vincolano gli acquirenti di latte crudo a corrispondere un prezzo che non vada sotto ai costi medi di produzione del prodotto oggetto del contratto.
«Importanti - prosegue Coldiretti - sono anche le misure di rafforzamento del contrasto alle pratiche sleali di mercato con l’intervento dell’Antitrust attraverso il monitoraggio dei costi medi di produzione del latte crudo e le segnalazioni dell’Ispettorato repressione frodi del Mipaaf (ICQRF) ma anche con l’inasprimento delle sanzioni per violazioni delle prescrizioni dell’art. 62 che vengono innalzate da 3 mila fino a 50 mila euro. In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza anche nelle relazioni commerciali».
l.c.
317 per cento. E’ il ricarico medio del prezzo del latte fresco in Italia che aumenta più di quattro volte dalla stalla allo scaffale: pagato agli allevatori in media 0,36 centesimi, raggiunge gli scaffali con un prezzo di vendita di 1,50 Euro al litro. Una situazione inaccettabile che ha portato alla chiusura di una stalla su cinque negli anni della crisi e alla perdita di 32 mila posti di lavoro.
«A seguito della manifestazione “Un giorno da allevatore”, lo scorso 6 febbraio nelle principali piazze italiane, Coldiretti sta continuando ad ottenere risultati di rilievo. A Torino c’erano anche gli allevatori novaresi e le autorità delle due province. Inoltre, numerosi Comuni del Novarese e del Vco stanno adottando delibere a tutela del nostro latte. Ma è di fondamentale importanza la notizia che l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato l’indagine conoscitiva sulla filiera lattiero casearia, come avevamo chiesto proprio durante la mobilitazione”», osservano Federico Boieri, presidente, e Gian Carlo Ramella, direttore di Coldiretti Novara Vco.
Coldiretti ed il Codacons hanno sollecitato, infatti, la necessità di fare luce sugli abusi di dipendenza economica a danno dei produttori di latte fresco.
«Nel nostro Paese esiste un evidente squilibrio contrattuale tra le parti che determina un abuso, da parte dei trasformatori, della loro maggiore forza economica sul mercato, con imposizione di condizioni ingiustificatamente gravose. I prezzi praticati dagli operatori a valle della filiera del latte fresco sono iniqui e gli allevatori manifestano evidenti segni di difficoltà perché non riescono a coprire neanche i costi di produzione».
In questo contesto un ruolo importante avrà il decreto agricoltura approvato dal Governo su proposta del ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina che raccoglie importanti misure sollecitate dalla Coldiretti ed in cui si dispone, nel rispetto del principio della buona fede e della correttezza, e per assicurare una maggiore trasparenza nella filiera l’obbligo di contratti scritti, della durata non inferiore a dodici mesi, in cui si vincolano gli acquirenti di latte crudo a corrispondere un prezzo che non vada sotto ai costi medi di produzione del prodotto oggetto del contratto.
«Importanti - prosegue Coldiretti - sono anche le misure di rafforzamento del contrasto alle pratiche sleali di mercato con l’intervento dell’Antitrust attraverso il monitoraggio dei costi medi di produzione del latte crudo e le segnalazioni dell’Ispettorato repressione frodi del Mipaaf (ICQRF) ma anche con l’inasprimento delle sanzioni per violazioni delle prescrizioni dell’art. 62 che vengono innalzate da 3 mila fino a 50 mila euro. In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza anche nelle relazioni commerciali».
l.c.