Gli artisti in campo per il Coccia
NOVARA - In tanti sono diventati testimonial. Per sostenere il Teatro Coccia. Da Moni Ovadia a Umberto Orsini con Giovanna Marini da Lillo e Greg agli Oblivion da Simone Cristicchi a Diego Vergassola da Maurizio Micheli ad Antonio Cornacchione a Michele (della coppia Gino e Michele)… Tutti gli artisti contattati hanno raccolto l’sos lanciato dalla Fondazione Teatro Coccia e dalla direttrice Renata Rapetti. È partita la campagna di raccolta fondi virale. “Mettici la faccia!”. Ed è partita con dei selfie video speciali. I primi ad averla messa, la faccia, sono i tanti artisti ospiti del teatro che, sul sito della Fondazione, invitano il pubblico a donare alla causa del Coccia. A dare il la alle donazioni è l’Art Bonus introdotto dalla Legge Franceschini: «Privati e imprese - ha spiegato in conferenza stampa il presidente del cda della Fondazione Teatro Coccia Gian Vittorio Cafagno - possono fare donazioni alle fondazioni lirico sinfoniche e ai teatri di tradizione, usufruendo di sgravi fiscali. Una opportunità importante per sostenere una realtà come la nostra, supplendo alla mancanza di finanziamenti che dal pubblico dovrebbero essere destinati alle strutture culturali. In Francia funziona, speriamo anche in Italia». Istruzioni per l’uso: «Un procedimento semplice – ha aggiunto Giusto La Masa, revisore della Fondazione –. Chi dona ottiene un credito d’imposta pari al 65% per le erogazioni effettuate nel 2015 e al 50 % per quelle relative al 2016. Nel caso delle imprese il credito è riconosciuto nei limiti del 5 per mille dei ricavi annui ed è ripartito in tre quote annuali di pari importo. Per quanto riguarda i privati è riconosciuto nei limiti del 15 per cento del reddito imponibile ed è ripartito sempre in tre quote annuali di pari importo. Non c’è alcuna pratica burocratica per il donatore, fa tutto la Fondazione. Una boccata d’ossigeno per il teatro che è costretto pagare anche 90.000 euro all’anno di Imu». È commossa Renata Rapetti: «Nessun artista mi ha detto no. Tutti hanno capito che il Coccia è un teatro di valore, unico teatro di tradizione del Piemonte. Il Coccia va bene, il pubblico c’è ed è contento, i numeri lo dicono in un momento di crisi tragica per il teatro italiano. Milano e Torino soffrono, grandi artisti lanciano l’allarme perché non riescono più ad andare avanti. Ma c’è il rischio che anche il Coccia finisca male. Per la situazione contingente dell’economia italiana e perché non arrivano finanziamenti dagli enti locali o diminuiscono. Le compagnie si autopagano, l’incasso c’è, la lirica perde per i costi altissimi ed è ripagata dal contributo del Ministero. Siamo agli ultimi posti della graduatoria, anche se la cifra è andata aumentando: ora siamo arrivati a 255.000 euro. Speriamo che qualcosa cambi e si vada a premiare i teatri virtuosi. E poi pesa, come una spada di Damocle, il buco della passata gestione: qualcosa come 1.800.000 euro, un debito impegnativo che ci costringe ad accantonare 50.000 euro ogni tre mesi. Di qui l’idea di lanciare l’appello per sostenere il teatro affidandoci ai tanti artisti che hanno dimostrato di essere amici del Coccia». La campagna virale è partita, se ne occupa Gabriella De Paoli: «Stiamo studiando una strategia coerente e integrata di raccolta fondi, perché vogliamo rivolgerci a chiunque: a chi può donare 10 euro e a chi può erogare contributi maggiori. Ci saranno iniziative dedicate, eventi speciali, raccolte fondi in piazza affinché ognuno possa sentirsi partecipe e contribuire. Per l’occasione il sito della Fondazione si è rinnovato, sono state ampliate alcune sezioni con la mission e la storia del teatro. E una voce ad hoc è riservata alla raccolta fondi». L’invito a sostenere la Fondazione è lanciato. Chi dona può inviare il suo selfie video. Sarà postato insieme a quello degli artisti amici del Coccia.
Eleonora Groppetti
NOVARA - In tanti sono diventati testimonial. Per sostenere il Teatro Coccia. Da Moni Ovadia a Umberto Orsini con Giovanna Marini da Lillo e Greg agli Oblivion da Simone Cristicchi a Diego Vergassola da Maurizio Micheli ad Antonio Cornacchione a Michele (della coppia Gino e Michele)… Tutti gli artisti contattati hanno raccolto l’sos lanciato dalla Fondazione Teatro Coccia e dalla direttrice Renata Rapetti. È partita la campagna di raccolta fondi virale. “Mettici la faccia!”. Ed è partita con dei selfie video speciali. I primi ad averla messa, la faccia, sono i tanti artisti ospiti del teatro che, sul sito della Fondazione, invitano il pubblico a donare alla causa del Coccia. A dare il la alle donazioni è l’Art Bonus introdotto dalla Legge Franceschini: «Privati e imprese - ha spiegato in conferenza stampa il presidente del cda della Fondazione Teatro Coccia Gian Vittorio Cafagno - possono fare donazioni alle fondazioni lirico sinfoniche e ai teatri di tradizione, usufruendo di sgravi fiscali. Una opportunità importante per sostenere una realtà come la nostra, supplendo alla mancanza di finanziamenti che dal pubblico dovrebbero essere destinati alle strutture culturali. In Francia funziona, speriamo anche in Italia». Istruzioni per l’uso: «Un procedimento semplice – ha aggiunto Giusto La Masa, revisore della Fondazione –. Chi dona ottiene un credito d’imposta pari al 65% per le erogazioni effettuate nel 2015 e al 50 % per quelle relative al 2016. Nel caso delle imprese il credito è riconosciuto nei limiti del 5 per mille dei ricavi annui ed è ripartito in tre quote annuali di pari importo. Per quanto riguarda i privati è riconosciuto nei limiti del 15 per cento del reddito imponibile ed è ripartito sempre in tre quote annuali di pari importo. Non c’è alcuna pratica burocratica per il donatore, fa tutto la Fondazione. Una boccata d’ossigeno per il teatro che è costretto pagare anche 90.000 euro all’anno di Imu». È commossa Renata Rapetti: «Nessun artista mi ha detto no. Tutti hanno capito che il Coccia è un teatro di valore, unico teatro di tradizione del Piemonte. Il Coccia va bene, il pubblico c’è ed è contento, i numeri lo dicono in un momento di crisi tragica per il teatro italiano. Milano e Torino soffrono, grandi artisti lanciano l’allarme perché non riescono più ad andare avanti. Ma c’è il rischio che anche il Coccia finisca male. Per la situazione contingente dell’economia italiana e perché non arrivano finanziamenti dagli enti locali o diminuiscono. Le compagnie si autopagano, l’incasso c’è, la lirica perde per i costi altissimi ed è ripagata dal contributo del Ministero. Siamo agli ultimi posti della graduatoria, anche se la cifra è andata aumentando: ora siamo arrivati a 255.000 euro. Speriamo che qualcosa cambi e si vada a premiare i teatri virtuosi. E poi pesa, come una spada di Damocle, il buco della passata gestione: qualcosa come 1.800.000 euro, un debito impegnativo che ci costringe ad accantonare 50.000 euro ogni tre mesi. Di qui l’idea di lanciare l’appello per sostenere il teatro affidandoci ai tanti artisti che hanno dimostrato di essere amici del Coccia». La campagna virale è partita, se ne occupa Gabriella De Paoli: «Stiamo studiando una strategia coerente e integrata di raccolta fondi, perché vogliamo rivolgerci a chiunque: a chi può donare 10 euro e a chi può erogare contributi maggiori. Ci saranno iniziative dedicate, eventi speciali, raccolte fondi in piazza affinché ognuno possa sentirsi partecipe e contribuire. Per l’occasione il sito della Fondazione si è rinnovato, sono state ampliate alcune sezioni con la mission e la storia del teatro. E una voce ad hoc è riservata alla raccolta fondi». L’invito a sostenere la Fondazione è lanciato. Chi dona può inviare il suo selfie video. Sarà postato insieme a quello degli artisti amici del Coccia.
Eleonora Groppetti