Nibbiola, chieste le dimissioni dell’intera Giunta
NIBBIOLA - Partita in un clima composto e formale, è poi finita ‘col botto’ la seduta di Consiglio comunale di giovedì pomeriggio 26 marzo. Ad accendere gli animi (in un crescendo, con il susseguirsi dei punti all’odg che vedeva negli ultimi tre dei nove una mozione e due interrogazioni della minoranza, di cui diremo nel dettaglio sui prossimi numeri, ndr), l’interrogazione firmata dal gruppo di Piergiovanni Spaini (sui banchi con i colleghi Cosimo Ferretti e Angelo Velata). Nel documento si chiedeva al sindaco di “riferire in merito alle notizie recentemente apparse su alcuni organi di stampa che rivelano il coinvolgimento dell’intera Giunta comunale in indagini riguardanti ipotetiche irregolarità nella gestione amministrativa del nostro comune, vicenda che ha generato sorpresa e disorientamento fra i nostri concittadini”. Vicenda giudiziaria ben nota: la Procura contesta una gestione “personale” del Comune con una decina in tutto di indagati e l’intera Giunta attuale sotto inchiesta. In merito a questo terremoto giudiziario, scatenatosi a metà gennaio, il sindaco Giuseppe Rubini ha risposto durante la seduta ritenendo «inopportuno esprimersi in merito essendo parte in causa». Richiamando il diritto di accesso agli atti di cui godono i consiglieri comunali, li ha invitati ad esercitare tale diritto «per valutare autonomamente e giungere ad una propria convinzione analizzando le delibere». «Siamo allibiti - ha prontamente replicato Spaini - Se la trasparenza è questa, è meglio non averla. Ci state dicendo di prendere visione di tutti gli atti, di andare a controllare diecimila pagina di documenti e di farci un’idea: d’accordo che è un nostro diritto, ma non è questo il modo di gestire la vicenda. Non disponiamo di altro se non delle indiscrezioni giornalistiche, non abbiamo una versione alternativa dei fatti. Restiamo con l’amaro in bocca. Anche perché si parla di comportamenti probabilmente censurabili della passata amministrazione che si sarebbero ripetuti ancora. Una vicenda spinosa. Speriamo che la Magistratura possa mettere un punto fermo. E, pur garantendo e riconoscendo la presunta innocenza, noi auspicavamo un passo indietro da parte dell’intera Giunta con le dimissioni dalle cariche. Ci sembra un atto dovuto». Una mossa nemmeno presa in considerazione, ad esempio, dall’assessore Alessandro Do che, prendendo la parola (unico a farlo tra i chiamati in causa, sindaco a parte) ha spiegato: «Un passo indietro non lo faccio perché non ho nulla da nascondere; piuttosto ne faccio uno avanti. I documenti sono lì e avete modo di verificarli. Il tempo sarà galantuomo. Siamo finiti alla gogna, nei paesi così piccoli la gente giudica subito». Spaini ha insistito: «Mi sarei almeno aspettato un chiarimento per sgombrare il campo. La nostra funzione è di chiedere chiarezza».
Presenti tra il pubblico anche due ex assessori della Giunta precedente, Angela Ferrari e Alberto Biloni. Erano stati eletti insieme ai colleghi Silvana Barbero e Battista Panigara ed erano stati loro quattro ad alzare il velo su delibere di Giunta “irrituali” e su sedute di fatto mai convocate di cui si erano dichiarati all’oscuro e delle quali sarebbero venuti casualmente a conoscenza. «In Consiglio comunale oggi abbiamo sentito una ‘non risposta’ vergognosa. Se si è innocenti, si ha tutto l’interesse a spiegare e fare chiarezza. Resta un diritto dei cittadini sapere, avere spiegazioni su quello che sta accadendo in Comune. Ed era un dovere della Giunta rispondere», concludono molto amareggiati.
Arianna Martelli
NIBBIOLA - Partita in un clima composto e formale, è poi finita ‘col botto’ la seduta di Consiglio comunale di giovedì pomeriggio 26 marzo. Ad accendere gli animi (in un crescendo, con il susseguirsi dei punti all’odg che vedeva negli ultimi tre dei nove una mozione e due interrogazioni della minoranza, di cui diremo nel dettaglio sui prossimi numeri, ndr), l’interrogazione firmata dal gruppo di Piergiovanni Spaini (sui banchi con i colleghi Cosimo Ferretti e Angelo Velata). Nel documento si chiedeva al sindaco di “riferire in merito alle notizie recentemente apparse su alcuni organi di stampa che rivelano il coinvolgimento dell’intera Giunta comunale in indagini riguardanti ipotetiche irregolarità nella gestione amministrativa del nostro comune, vicenda che ha generato sorpresa e disorientamento fra i nostri concittadini”. Vicenda giudiziaria ben nota: la Procura contesta una gestione “personale” del Comune con una decina in tutto di indagati e l’intera Giunta attuale sotto inchiesta. In merito a questo terremoto giudiziario, scatenatosi a metà gennaio, il sindaco Giuseppe Rubini ha risposto durante la seduta ritenendo «inopportuno esprimersi in merito essendo parte in causa». Richiamando il diritto di accesso agli atti di cui godono i consiglieri comunali, li ha invitati ad esercitare tale diritto «per valutare autonomamente e giungere ad una propria convinzione analizzando le delibere». «Siamo allibiti - ha prontamente replicato Spaini - Se la trasparenza è questa, è meglio non averla. Ci state dicendo di prendere visione di tutti gli atti, di andare a controllare diecimila pagina di documenti e di farci un’idea: d’accordo che è un nostro diritto, ma non è questo il modo di gestire la vicenda. Non disponiamo di altro se non delle indiscrezioni giornalistiche, non abbiamo una versione alternativa dei fatti. Restiamo con l’amaro in bocca. Anche perché si parla di comportamenti probabilmente censurabili della passata amministrazione che si sarebbero ripetuti ancora. Una vicenda spinosa. Speriamo che la Magistratura possa mettere un punto fermo. E, pur garantendo e riconoscendo la presunta innocenza, noi auspicavamo un passo indietro da parte dell’intera Giunta con le dimissioni dalle cariche. Ci sembra un atto dovuto». Una mossa nemmeno presa in considerazione, ad esempio, dall’assessore Alessandro Do che, prendendo la parola (unico a farlo tra i chiamati in causa, sindaco a parte) ha spiegato: «Un passo indietro non lo faccio perché non ho nulla da nascondere; piuttosto ne faccio uno avanti. I documenti sono lì e avete modo di verificarli. Il tempo sarà galantuomo. Siamo finiti alla gogna, nei paesi così piccoli la gente giudica subito». Spaini ha insistito: «Mi sarei almeno aspettato un chiarimento per sgombrare il campo. La nostra funzione è di chiedere chiarezza».
Presenti tra il pubblico anche due ex assessori della Giunta precedente, Angela Ferrari e Alberto Biloni. Erano stati eletti insieme ai colleghi Silvana Barbero e Battista Panigara ed erano stati loro quattro ad alzare il velo su delibere di Giunta “irrituali” e su sedute di fatto mai convocate di cui si erano dichiarati all’oscuro e delle quali sarebbero venuti casualmente a conoscenza. «In Consiglio comunale oggi abbiamo sentito una ‘non risposta’ vergognosa. Se si è innocenti, si ha tutto l’interesse a spiegare e fare chiarezza. Resta un diritto dei cittadini sapere, avere spiegazioni su quello che sta accadendo in Comune. Ed era un dovere della Giunta rispondere», concludono molto amareggiati.
Arianna Martelli