Aggressione a Gionzana: la Mobile ha individuato i presunti autori
NOVARA – A due settimane circa dall’episodio, la Polizia di Stato ha eseguito tre fermi di polizia giudiziaria a carico delle persone sospettate per il tentato omicidio di Elton Shano, co-titolare di un night club di Gionzana, il “Lulu club”, colpito alla testa e al corpo con sbarre e altri arnesi atti a offendere nella notte fra il 4 e il 5 marzo scorso.
L’episodio era successo intorno alle 3,30, mentre il locale era ormai vicino alla chiusura. Shano, 36 anni, è uscito e, in un attimo, è stato circondato e malmenato.
NOVARA – A due settimane circa dall’episodio, la Polizia di Stato ha eseguito tre fermi di polizia giudiziaria a carico delle persone sospettate per il tentato omicidio di Elton Shano, co-titolare di un night club di Gionzana, il “Lulu club”, colpito alla testa e al corpo con sbarre e altri arnesi atti a offendere nella notte fra il 4 e il 5 marzo scorso.
L’episodio era successo intorno alle 3,30, mentre il locale era ormai vicino alla chiusura. Shano, 36 anni, è uscito e, in un attimo, è stato circondato e malmenato.
L’operazione “Fuoricampo” è stata condotta a conclusione di un’articolata attività d’indagine condotta dalla Squadra Mobile di Novara, che ha acconsentito di identificare e localizzare i responsabili della violenta aggressione.
Nella mattinata di sabato scorso personale della Mobile con i colleghi della Mobile di Bologna ha fatto irruzione in un appartamento nell’hinterland del capoluogo emiliano, dove si erano nascosti Pieter, Mario e Mark Gjoni, albanesi di 36, 23 e 21 anni, irregolari sul territorio nazionale, gravati da precedenti e conoscenti della vittima. Qui la Polizia ha trovato, oltre ai tre individui poi sottoposti a fermo, anche altri sette soggetti, tra cui tre clandestini.
L’aggressione sarebbe stata pianificata a seguito di un banale diverbio e portata a termine, rileva la Polizia in una nota stampa, “con estrema determinazione e crudeltà, nonché in modo insidioso, così da porre la vittima in condizione di non potersi difendere”. Subito dopo l’aggressione, i tre, consapevoli del rischio di poter essere identificati in breve tempo, sono fuggiti dal Novarese e si sono rifugiati in un appartamento di San Lazzaro di Savena (BO), ospitati da alcuni connazionali.
Le indagini, prontamente attivate sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Novara, hanno però permesso di ricostruire quanto avvenuto, di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei tre individui, e di localizzarne il nascondiglio. Il fermo è stato convalidato dal Gip di Bologna, che ha disposto l’applicazione della custodia cautelare in carcere per tutti e tre gli indagati.
mo.c.