Un novarese nella grande famiglia del Cirque du Soleil
NOVARA – Un giovane artista novarese entra nella grande famiglia internazionale del Cirque du Soleil. Marco Migliavacca, 26 anni compiuti il 3 marzo, è il talento che il circo più prestigioso del mondo ha voluto con sé per interpretare il protagonista di “Allavita!”, l’evento-show esclusivo che il Cirque porterà in scena nella suggestiva cornice dell’Open air theatre, a Milano, in occasione di Expo 2015. «Si tratta del nuovo spettacolo fisso, una nuova produzione, che il Cirque du Soleil ha ideato appositamente per Expo. «“Allavita!” è un elogio al cibo e alla biodiversità», spiega Migliavacca. In scena un cast internazionale, parte italiano e parte straniero, da maggio ad agosto, in un teatro in grado di contenere oltre 10mila persone – si legge in rete – Ottanta le repliche in quattro mesi, 5 a settimana, una al giorno. «Una bella sfida psicofisica, una grande prova. Un’occasione importante che mi giocherò dando il massimo».
NOVARA – Un giovane artista novarese entra nella grande famiglia internazionale del Cirque du Soleil. Marco Migliavacca, 26 anni compiuti il 3 marzo, è il talento che il circo più prestigioso del mondo ha voluto con sé per interpretare il protagonista di “Allavita!”, l’evento-show esclusivo che il Cirque porterà in scena nella suggestiva cornice dell’Open air theatre, a Milano, in occasione di Expo 2015. «Si tratta del nuovo spettacolo fisso, una nuova produzione, che il Cirque du Soleil ha ideato appositamente per Expo. «“Allavita!” è un elogio al cibo e alla biodiversità», spiega Migliavacca. In scena un cast internazionale, parte italiano e parte straniero, da maggio ad agosto, in un teatro in grado di contenere oltre 10mila persone – si legge in rete – Ottanta le repliche in quattro mesi, 5 a settimana, una al giorno. «Una bella sfida psicofisica, una grande prova. Un’occasione importante che mi giocherò dando il massimo». Eh sì, perché agganciare il Cirque du Soleil era per Migliavacca «il grande sogno della vita da sempre. Fin da bambino me lo sognavo la notte; mi immaginavo, da grande, a lavorare insieme a loro». A 21 anni il primo provino, a Milano nel settembre 2011, quando Migliavacca viene a sapere che il Cirque cerca attori anche in Italia. «Mi dissero che ero ancora troppo giovane e mi invitarono a ripresentarmi più avanti. Formalmente non era un no…». Fu la molla. Che innescò un’energia straordinaria mista a determinazione, perseveranza, tanto lavoro e un’analisi approfondita del Cirque, inseguito in Europa e di cui riesce ad ammirare anche qualche spettacolo dal vivo. Migliavacca, che all’epoca era già cofondatore e insegnante a Novara della scuola di circo e teatro Dimidimitri, focalizza un nuovo obiettivo. All’attivo una formazione di tutto rispetto: dalla giocoleria d’infanzia, con il suo adorato “diablo”, da autodidatta affina il suo talento. Diciottenne segue corsi professionalizzanti di giocoleria, acrobatica, circo e teatro tra Italia e Svizzera. A Roma riceve il titolo di “Formatore di circo sociale” al corso universitario della facoltà di Scienze Motorie di Torvergata. Poi nella sua città fonda con amici artisti la Dimidimitri, portando l’arte circense anche nelle scuole attraverso progetti ad hoc. È a tutti gli effetti un one man show. Si esibisce anche in altri spettacoli con diverse compagnie, a teatro e ad eventi privati nel panorama di genere nazionale. «Nel settembre 2014 vengo a sapere che il Cirque è ancora a Milano in cerca di caratteri specifici per una nuova produzione. Mi precipito: due giorni di intensi, estenuanti provini e poi il verdetto: “Benvenuto al Cirque du Soleil”», ricorda Migliavacca, gli occhi che si illuminano. Firmato il contratto, Migliavacca inizierà a marzo con il resto del gruppo la lavorazione dello show dove, «in qualità di attore, dovrò mostrare grande capacità teatrale e fisica». I dettagli su trama, ruolo, costumi sono blindatissimi. Tutto è rigorosamente top secret. Quel che invece si sa è che Migliavacca ha un altro sogno nel cassetto: «Entrare, magari dopo questa esperienza, in uno degli spettacoli stabili del Cirque che girano per il mondo». Perché per il giovane novarese è fondamentale «poter dimostrare a tutti la convinzione che coltivo dentro di me fin da piccolo. Quello che faccio a volte può essere inteso solo come un gioco, ma in fondo sapevo che sarebbe diventato il mio lavoro». Una scelta naturale, favorendo un talento. Una scelta sofferta: pochi esami per agguantare una laurea in ingegneria meccanica; un percorso accantonato per amore dell’arte… «Mi dissero: uno su mille ce la fa…», ricorda con un sorriso Migliavacca. Che con fierezza e un pizzico di ironica leggerezza aggiunge: «Faccio… i salti mortali per vivere!».
Arianna Martelli