Messa in suffragio di monsignor Del Monte a Massino Visconti

Messa in suffragio di monsignor Del Monte a Massino Visconti
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NOVARA - Ricorre il prossimo 16 febbraio il 10° anniversario della morte di monsignor Aldo Del Monte (foto dal sito de La Nuova Regaldi), vescovo di Novara dal 1971 al 1990. Nella chiesa parrocchiale di Massino Visconti monsignor Franco Giulio Brambilla, suo successore, presiederà la messa a suffragio alle 18 con tutto il presbiterio diocesano.

Giunto a Novara il 9 aprile 1972, monsignor Del Monte iniziò il suo dialogo con la città nella solennità di San Gaudenzio del 1973, unificando nella sua parola la figura del Vescovo, la condivisione pastorale per tutti i problemi della vita civile e quotidiana e l’annuncio di una parola di speranza e di valori morali per la convivenza di tutti.

La dignità della persona e la libertà umana furono temi del suo dialogo appassionato con la città e le sue istituzioni, in particolare nelle omelie della solennità di San Gaudenzio, che aveva scelto come occasione per una riflessione ad alta voce sui temi alti del vivere civile e sociale e sui travagli umani che passavano nel vissuto dei cittadini, «la nostra grande famiglia novarese: cittadini che credono, cittadini dubbiosi nella fede e cittadini in crisi spirituale».

NOVARA - Ricorre il prossimo 16 febbraio il 10° anniversario della morte di monsignor Aldo Del Monte (foto dal sito de La Nuova Regaldi), vescovo di Novara dal 1971 al 1990. Nella chiesa parrocchiale di Massino Visconti monsignor Franco Giulio Brambilla, suo successore, presiederà la messa a suffragio alle 18 con tutto il presbiterio diocesano.

Giunto a Novara il 9 aprile 1972, monsignor Del Monte iniziò il suo dialogo con la città nella solennità di San Gaudenzio del 1973, unificando nella sua parola la figura del Vescovo, la condivisione pastorale per tutti i problemi della vita civile e quotidiana e l’annuncio di una parola di speranza e di valori morali per la convivenza di tutti.

La dignità della persona e la libertà umana furono temi del suo dialogo appassionato con la città e le sue istituzioni, in particolare nelle omelie della solennità di San Gaudenzio, che aveva scelto come occasione per una riflessione ad alta voce sui temi alti del vivere civile e sociale e sui travagli umani che passavano nel vissuto dei cittadini, «la nostra grande famiglia novarese: cittadini che credono, cittadini dubbiosi nella fede e cittadini in crisi spirituale».

Immergendosi in prima persona nella storia del territorio novarese, trovava l’ispirazione dall’opera di alcuni suoi grandi predecessori, alla cui azione pastorale si riferiva. In particolare dal grande Vescovo Bascapè che, tra la fine del secolo XVI e l'inizio del XVII, riportò nella chiesa gaudenziana il grande rinnovamento tridentino e descrisse  il novarese e le sue tradizioni con una personale conoscenza di tutte le situazioni concrete del territorio, fedele al principio da lui stesso enunciato: “Qui de ecclesia dicit, de civitate tacere non potest”. “Non si può parlare di una chiesa, senza occuparsi del paese in cui essa vive“. Questo intese fare monsignor Del Monte, mentre il territorio novarese procedeva in radicali modificazioni socio-culturali ed economiche.

Monsignor Brambilla ha mantenuto questa consuetudine di dialogo con la città nell’omelia di san Gaudenzio, che sta connotando con un vibrante appello ad un nuovo umanesimo, intessuto di speranza cristiana, di cui Novara deve rivestirsi per uscire dalle nebbie della crisi che sta investendo la città, la nazione italiana e l’Europa.

mo.c.

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