"Il picco dell'influenza sta per arrivare"

"Il picco dell'influenza sta per arrivare"
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Per tanti novaresi le Festività appena passate sono state più simili ad un periodo di malattia che di vacanza. Non c’è quasi nessuno che, in prima persona o attraverso familiari ed amici, non abbia fatto i conti con naso tappato, febbre e tosse nelle ultime due settimane. Eppure non è ancora questa la tanto temuta influenza. A dirlo è Marco Degrandi, segretario d

Per tanti novaresi le Festività appena passate sono state più simili ad un periodo di malattia che di vacanza. Non c’è quasi nessuno che, in prima persona o attraverso familiari ed amici, non abbia fatto i conti con naso tappato, febbre e tosse nelle ultime due settimane. Eppure non è ancora questa la tanto temuta influenza. A dirlo è Marco Degrandi, segretario dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Novara, medico di base con specializzazione in pneumologia: “Nel mio ambulatorio i casi di influenza propriamente detta si contano ancora sulle dita delle mani – dice – La malattia sembra già ben presente perché viene confusa con un gran numero di forme parainfluenzali, molto diffuse quest’anno, che portano febbre non troppo elevata e sintomi persistenti nelle prime vie respiratorie come riniti, faringiti e tracheiti”.

A peggiorare la situazione, durante le Feste, sono stati ben presenti anche virus di tipo gastrointestinali con il loro carico di nausea, vomito e diarrea. “Negli ultimi anni registriamo sempre più spesso la presenza di queste patologie anche durante l’inverno: prima c’era un picco tra primavera ed estate, ora queste forme si manifestano tutto l’anno” spiega il dottor Degrandi. E sia i virus parainfluenzali che quelli gastrointestinali sfortunatamente sono molto contagiosi: “Basta un colpo di tosse, bere nel bicchiere di un’altra persona o darsi un bacio per prendere la malattia” sottolinea il medico.

Il cosiddetto picco influenzale, purtroppo, deve ancora arrivare e la “vera” influenza sarà ben diversa: febbre molto alta (anche superiore a 39°), cefalea, dolori articolari, sensazione di grande spossatezza e affezioni alle prime vie respiratorie “Come gli anni scorsi è probabile che la diffusione si concentrerà tra fine gennaio ed inizio febbraio”, continua Degrandi. Mancano dunque solo quindici giorni al temuto apice dell’influenza: troppo tardi per correre ai ripari attraverso la vaccinazione. “Già da diverse settimane è impossibile eseguire la vaccinazione con il sistema sanitario nazionale, perché le dosi non vengono più consegnate – chiarisce Degrandi – Il paziente potrebbe rivolgersi in farmacia per avere il vaccino autonomamente, ma non ha più molto senso perché ci vogliono almeno 10/15 giorni per avere la copertura completa: il rischio è dunque quello di contrarre la malattia prima che la vaccinazione faccia il suo effetto”. Il numero di vaccini somministrato sembra superiore a quello dell’anno scorso: “Tra i miei pazienti ho fatto qualche iniezione in più rispetto allo scorso biennio, caratterizzato, invece, da un calo” rileva il medico.

Le sole precauzioni da prendere per evitare di “beccare” l’influenza sono dettate dal buon senso: “Stare lontani luoghi troppo affollati, lavarsi bene e spesso le mani, evitare baci e abbracci con persone già malate” enumera il dottor Degrandi. E se invece siamo ammalati? Ecco i consigli: vietato affaticarsi, al bando gli sbalzi di temperatura, mangiare tanta frutta e verdura, rivolgersi al proprio medico per la terapia sintomatica (antipiretici, sedativi della tosse, etc) e soprattutto avere tanta pazienza. “Sia nel caso dei virus parainfluenzali di quest’anno sia, a maggior ragione, in caso di influenza – conclude il medico – il tempo di guarigione sarà medio-lungo. Non è pensabile
quindi di essere completamente in forma dopo appena 2/3 giorni”.

l.pa.

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