Due belle storie di... ordinaria onestà
Fortunatamente ci sono ancora persone oneste. La conferma l’hanno avuta due borgomaneresi che si sono visti restituire il portafoglio e un costoso cellulare che avevano smarrito. «La scorsa settimana – racconta Andrea Cerutti, 45 anni, libero professionista – mi sono accorto di aver perso il portafoglio che conteneva alcune banconote oltre ai documenti. Mentre mi stavo recando dai Carabinieri della locale stazione per denunciare l’accadu
Fortunatamente ci sono ancora persone oneste. La conferma l’hanno avuta due borgomaneresi che si sono visti restituire il portafoglio e un costoso cellulare che avevano smarrito. «La scorsa settimana – racconta Andrea Cerutti, 45 anni, libero professionista – mi sono accorto di aver perso il portafoglio che conteneva alcune banconote oltre ai documenti. Mentre mi stavo recando dai Carabinieri della locale stazione per denunciare l’accaduto sono stati gli stessi militari ad avvertirmi che qualcuno si era presentato da loro per restituire il portafoglio dal quale non era stato sottratto nulla». L’altro episodio, anche questo con un felice epilogo, ha avuto come protagonista un’impiegata presso un’azienda locale, Maria Grazia F. «Giovedì 19 attorno alle 17 – questo il suo racconto – stavo percorrendo a piedi corso Cavour quando dalla borsa che portavo a tracolla ho preso un fazzoletto. Durante questa manovra inavvertitamente dalla borsa mi è caduto il cellulare. Me ne sono accorta di averlo perso solo quando sono tornata a casa. Ho comporto il numero e con grande stupore mi ha risposto un uomo con forte accento straniero che mi ha confermato di aver trovato il cellulare». Dopo un’ora è avvenuta la restituzione. L’uomo, di origini magrebine ma da anni residente in città si è presentato all’appuntamento con il figlioletto. «Mi sono sentita in obbligo – prosegue nel racconto la donna – di offrirgli almeno dieci euro di ricompensa. Ho dovuto insistere per farglieli accettare. Non l’ho fatto per i soldi, continuava a ripetermi, ma era mio dovere restituire qualcosa che non mi apparteneva».
c.p.