Un grissino superstar a “Golosaria”

Un grissino superstar a “Golosaria”
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Un grissino superstar. Si potrebbe titolare così la premiazione, avvenuta domenica a Milano nell’ambito di Golosaria, dell’antico forno Mastro Cesare di Borgomanero. Una dinastia di panificatori, iniziata quasi un secolo fa da Cesare Valsesia, proseguita da Ferruccio Valsesia e ora condotta da Marco Valsesia. A ricevere l’attestato però, sul palco della decima edizione di Golosaria, Valsesia non ha potuto esserci: al suo posto Giuseppe Alesi, un collaboratore aziendale, mentre il giornalista Paolo Massobrio, volto not

Un grissino superstar. Si potrebbe titolare così la premiazione, avvenuta domenica a Milano nell’ambito di Golosaria, dell’antico forno Mastro Cesare di Borgomanero. Una dinastia di panificatori, iniziata quasi un secolo fa da Cesare Valsesia, proseguita da Ferruccio Valsesia e ora condotta da Marco Valsesia. A ricevere l’attestato però, sul palco della decima edizione di Golosaria, Valsesia non ha potuto esserci: al suo posto Giuseppe Alesi, un collaboratore aziendale, mentre il giornalista Paolo Massobrio, volto noto anche in televisione, decantava la bontà dei grissini stirati a mano con uvette e moscato, quelli con noci e nebbiolo, dei mignon al cioccolato e dei tostin ai cereali.
La rassegna enogastronomica, andata in scena negli spazi del MiCo (Milano Congressi), è stata caratterizzata da stand di tutt’Italia, con una presenza particolare di Piemonte e di Abruzzo. Scarse invece quelle del Novarese e della provincia di Verbania: oltre a Mastro Cesare, c’erano solo gli stand della Guffanti formaggi di Arona e del Vecchio fornaio pasticcere di Mergozzo, che con la fugascina proponeva anche la storia del dolce, secondo il racconto fatto nel 1935 da don Ernesto Colli: «Ogni famiglia, a compire il succulento pranzo di santa Elisabetta (2 luglio: ndr), si provvede almeno di due fugascine. È un dolce di colore e di gusto locale». Golosaria, organizzata da Massobrio e dal critico Marco Gatti, si riproporrà il 16­17 aprile in Monferrato con l’edizione primaverile.

Stefano Di Battista

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