Udienza aggiornata a settembre per il call center fallito a Borgomanero

Udienza aggiornata a settembre per il call center fallito a Borgomanero
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NOVARA – Rinvio al 16 settembre, ieri, martedì 21 luglio, per l’udienza preliminare davanti al gup Elena Ceriotti, per la vicenda di una bancarotta, il ‘crack’ di un call center di Borgomanero (il “Callmaster 1”), che, lo scorso anno, ad aprile, aveva visto l’arresto di Manuel Ruffier, 44enne di Trecate, avvocato. Il legale, sin dagli inizi della vicenda, si professa estraneo ai fatti che gli vengono contestati. Per la Procura, pm Ciro Caramore, il 44enne avrebbe di fatto amministrato il call center intestato alla moglie e fallito nel 2012. Ruffier, nei mesi scorsi, ha risposto al magistrato, spiegando il suo ruolo nella società. Ha sostenuto di aver pagato ogni debito e ha negato di aver distratto 160mila euro.
Per gli investigatori (le Fiamme Gialle, coordinate dalla locale Procura), il call center borgomanerese, negli ultimi anni, sarebbe stato condotto in modo alquanto disinvolto, parrebbe tra l’altro con la sparizione di alcuni documenti e distrazioni di denaro.
All’udienza preliminare, complessivamente, una decina di persone, tra cui il padre dell’avvocato (Giuseppe), anch’egli legale a Novara, la madre (Franca Boieri) e la moglie (Gabriella Prelli). Il pm chiede il rinvio a giudizio per Manuel e Giuseppe Ruffier, Boieri, Prelli, e altri che hanno avuto qualche ruolo nel call center fallito. Per altri due, che, con i loro avvocati, hanno scelto di essere processati con rito abbreviato, il pm ha chiesto 1 anno e 4 mesi per Cristina Ramella, commercialista, e l’assoluzione per Zeynoul Abidine Sall, senegalese di 28 anni, difeso dall’avvocato Alessandro Brustia, che ha prodotto una serie di documenti e una memoria. A settembre ci sarà la lettura dei dispositivi per chi ha discusso la preliminare e per gli abbreviati.

mo.c.

NOVARA – Rinvio al 16 settembre, ieri, martedì 21 luglio, per l’udienza preliminare davanti al gup Elena Ceriotti, per la vicenda di una bancarotta, il ‘crack’ di un call center di Borgomanero (il “Callmaster 1”), che, lo scorso anno, ad aprile, aveva visto l’arresto di Manuel Ruffier, 44enne di Trecate, avvocato. Il legale, sin dagli inizi della vicenda, si professa estraneo ai fatti che gli vengono contestati. Per la Procura, pm Ciro Caramore, il 44enne avrebbe di fatto amministrato il call center intestato alla moglie e fallito nel 2012. Ruffier, nei mesi scorsi, ha risposto al magistrato, spiegando il suo ruolo nella società. Ha sostenuto di aver pagato ogni debito e ha negato di aver distratto 160mila euro.
Per gli investigatori (le Fiamme Gialle, coordinate dalla locale Procura), il call center borgomanerese, negli ultimi anni, sarebbe stato condotto in modo alquanto disinvolto, parrebbe tra l’altro con la sparizione di alcuni documenti e distrazioni di denaro.
All’udienza preliminare, complessivamente, una decina di persone, tra cui il padre dell’avvocato (Giuseppe), anch’egli legale a Novara, la madre (Franca Boieri) e la moglie (Gabriella Prelli). Il pm chiede il rinvio a giudizio per Manuel e Giuseppe Ruffier, Boieri, Prelli, e altri che hanno avuto qualche ruolo nel call center fallito. Per altri due, che, con i loro avvocati, hanno scelto di essere processati con rito abbreviato, il pm ha chiesto 1 anno e 4 mesi per Cristina Ramella, commercialista, e l’assoluzione per Zeynoul Abidine Sall, senegalese di 28 anni, difeso dall’avvocato Alessandro Brustia, che ha prodotto una serie di documenti e una memoria. A settembre ci sarà la lettura dei dispositivi per chi ha discusso la preliminare e per gli abbreviati.

mo.c.

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