Le profughe di Borgomanero fondano un coro e si presentano

Le profughe di Borgomanero fondano un coro e si presentano
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BORGOMANERO - La prima esibizione è stata alla chiesa di Maria Ausiliatrice del collegio salesiano di Borgomanero domenica: un brano cantato al momento della distribuzione della comunione. Così si sono presentate alla comunità agognina le sette profughe nigeriane, le prime migranti arrivate in città, attualmente ospiti dell’associazione “Mamre” nella casa “Piccolo Bartolomeo”. Costrette ad abbandonare il loro paese per la povertà e per il rischio di rimanere vittime delle persecuzioni contro i cristiani, le giovani hanno scoperto di avere una passione comune: il canto. Nasce così il gruppo “The dynamite” perché spiega il presidente di “Mamre” Mario Metti: “Con questo nome hanno voluto esprimere la forzainteriore che si sentono dentro per il grande dono della vita che viene da Dio, e la caricache hanno per trasformare il mondo, per renderlo casa di pace, di vita comune, difratellanza, di serenità e di gioia “esplosiva”». L'apprezzata esibizione al “Don Bosco” vuole essere la prima di una lunga serie: «È vero, queste ragazze aspettano inviti per poter cantare anche in altre chiese ­ per esempio il 2 agosto saranno al santuario 

BORGOMANERO - La prima esibizione è stata alla chiesa di Maria Ausiliatrice del collegio salesiano di Borgomanero domenica: un brano cantato al momento della distribuzione della comunione. Così si sono presentate alla comunità agognina le sette profughe nigeriane, le prime migranti arrivate in città, attualmente ospiti dell’associazione “Mamre” nella casa “Piccolo Bartolomeo”. Costrette ad abbandonare il loro paese per la povertà e per il rischio di rimanere vittime delle persecuzioni contro i cristiani, le giovani hanno scoperto di avere una passione comune: il canto. Nasce così il gruppo “The dynamite” perché spiega il presidente di “Mamre” Mario Metti: “Con questo nome hanno voluto esprimere la forzainteriore che si sentono dentro per il grande dono della vita che viene da Dio, e la caricache hanno per trasformare il mondo, per renderlo casa di pace, di vita comune, difratellanza, di serenità e di gioia “esplosiva”». L'apprezzata esibizione al “Don Bosco” vuole essere la prima di una lunga serie: «È vero, queste ragazze aspettano inviti per poter cantare anche in altre chiese ­ per esempio il 2 agosto saranno al santuario di Boca ­ o in altri contesti» racconta Mario Metti, che fa anche un appello ai borgomaneresi per reperire una carrozzina. Una delle ragazze è stata infatti operata nei giorni scorsi all’ospedale “Santissima Trinità” per ridurre la frattura ad un piede subita durante la traversata del deserto libico e, senza il supporto di una sedia a rotelle, non può uscire dalla casa. Chi vuole rispondere alla richiesta può portare la carrozzella direttamente a casa “Piccolo Bartolomeo” o chiamare i numeri telefonici 339.1321996 o 0322.81736. La casa necessita inoltre di: vecchi telefoni portatili, frutta, tonno e latte, ma anche indumenti femminili (taglie 42 e 44), scarpe leggere (numeri 37, 38, 39 e 40), biciclette da donna, prodotti per l'igiene intima e idratanti, pigiami e libri (in particolare romanzi) in inglese (l'unica lingua parlata dalle migranti). «E soprattutto ­ conclude Metti ­ abbiamo bisogno di volontari che ci diano una mano. Meglioancora se queste persone conoscono l'inglese».

l.pa.

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