Migranti a Legro, situazione stabilizzata

Migranti a Legro, situazione stabilizzata
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LEGRO (ORTA SAN GIULIO) - Ogni mercoledì mamme e bambini trascorrono a Villa San Francesco qualche ora per fare merenda insieme ai giovani migranti di origine africana (di età compresa tra

LEGRO (ORTA SAN GIULIO) - Ogni mercoledì mamme e bambini trascorrono a Villa San Francesco qualche ora per fare merenda insieme ai giovani migranti di origine africana (di età compresa tra i 17 e i 26 anni) giunti da qualche mese nel Cusio. E poi, durante la settimana, il tempo scorre veloce tra piccoli tornei di calcio, contributi ai lavori di sistemazione del verde sulle colline, lezioni di italiano... Dopo la sorpresa ed un’atmosfera a tratti accesa, manifestata durante l’incontro pubblico di maggio con i residenti, è stata raggiunta una certa «stabilità ed armonia», dichiara Islao Patriarca (Cooperativa Versoprobo scs) all’interno (e all’esterno) della comunità che accoglie, al momento, poco meno di cento giovani richiedenti asilo internazionale. «Raggiunta, a Villa San Francesco la capienza massima – afferma ­ la situazione si è stabilizzata, non ci sono tensioni e si cerca di lavorare instaurando un rapporto di tipo familiare, con attività di studio, impegno, lavoro volontario a favore della comunità, gioco, cercando di valorizzare le attitudini di ognuno». Svolte, tra l’altro, attività per “Orta fiori”, la pulizia del sentiero verso Corconio, la raccolta di legna. «Abbiamo trovato molta vicinanza da parte della popolazione, che è in genere contenta del lavoro e dei ragazzi». Dei novantanove a Legro, circa due terzi sono mussulmani.

Nell’ultimo anno, solo in provincia di Novara, sono giunti 150mila richiedenti asilo internazionale: tutti raccontano del viaggio, della situazione nel proprio Paese e di eventuali conflitti «cercando di sviscerare le motivazioni che li hanno portati qui». «Gli ultimi arrivati a Legro – ci riferisce Patriarca ­- sono senegalesi francofoni, persone fantastiche». Nella struttura (di proprietà dei Frati Minori) operano educatori e mediatori culturali che instaurano un clima collegiale, fatto di regole, studio, lavoro.

Fra’ Mauro Zella (padre guardiano delle comunità del Monte Mesma di Ameno e del Sacro Monte di Orta San Giulio) esprime soddisfazione per la gestione della situazione da parte della Cooperativa: «In questo modo diamo significato a questa struttura che da due anni era inutilizzata, con il rischio di diventare sempre più fatiscente. Ospitando queste persone – sottolinea – ci poniamo nella linea di Papa Francesco, dando possibilità a chi maggiormente abbia bisogno». Circa i passati dissensi: «Anche ai tempi di Gesù Cristo c’erano ‘chiacchiere’ e i tempi non sono così cambiati».

Ad Ameno l’edificio prescelto è più grande e completamente diverso, a metà tra il residence e l’hotel; in corso dunque – come ci aveva detto il sindaco Roberto Neri ­ alcuni adattamenti. Vi sono ospitati, da poche settimane, poco più di cinquanta persone provenienti da Bangladesh e Pakistan. E’ qui che si svolgono le lezioni di italiano grazie a tre insegnanti di origine italiana, bengalese, marocchina. Nel gruppo dei migranti, anche cinque ragazze.

Nella foto la recente visita delle autorità regionali a Villa San Francesco.

Maria Antonietta Trupia

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