Casa, a Novara si preferisce di proprietà
Il comune piemontese con la più alta densità di locazioni (30,1%) è Bra in provincia di Cuneo. Fra i primi dieci comuni della regione quelli cuneesi la fanno da padroni: Alba è al 2° posto con il 29,9%, Saluzzo e Fossano al 4° posto ex-aequo con il 29,5%, Savigliano al 5° a pari merito con Asti con il 29,3%. Seguono Mondovì (7° posto a pari merito con Pinerolo con il 29,1%) e Cuneo (9° posto e 28,9%). Gli affitti sono molto diffusi anche a Vercelli (2° posto in regione con il 29,6%), Villadossola in provincia di Verbano-Cusio-Ossola (6° ex-aequo con il comune vercellese di Santhià con il 29,2%), Arona nel Novarese (8° posto e 29%) e Valenza in provincia di Alessandria (10° posto a pari merito con il comune torinese di Torre Pellice con il 28,8%).
«In Italia fino ad oggi – commenta Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti – a livello normativo si è pensato soprattutto ai proprietari d’immobili e molto meno a chi va in affitto. Sarebbe necessaria una politica organica sulle locazioni prevedendo un piano di agevolazioni fiscali che coinvolga gli studenti, le giovani coppie, le famiglie in difficoltà ma anche gli stessi locatori come avviene in tanti altri Paesi europei. Del resto, anche da noi sta cambiando la visione culturale dell’affitto: non è più una soluzione transitoria. In Italia abbiamo visto piuttosto ridursi nel tempo quel poco di agevolazioni che esistevano. Con la tassazione fissa al 21% della cedolare secca – prosegue Spronelli – certamente si è avviato un percorso virtuoso. L’ulteriore riduzione dal 21 al 10% della cedolare secca quando si applica il canone concordato ha dato un’accelerazione. Nelle due grandi città italiane dove è più alta la quota di persone in affitto, il canone concordato, però, non può essere applicato perché i prezzi non vengono aggiornati. A Milano sono fermi da 16 anni e Napoli da 12. Basterebbe che le amministrazioni comunali convocassero le parti. Questo significa che il proprietario paga il doppio di tasse e l’inquilino non può beneficiare di un canone calmierato e detrazioni fiscali, nel caso in cui l’immobile diventi la sua residenza principale».
l.c.
Il comune piemontese con la più alta densità di locazioni (30,1%) è Bra in provincia di Cuneo. Fra i primi dieci comuni della regione quelli cuneesi la fanno da padroni: Alba è al 2° posto con il 29,9%, Saluzzo e Fossano al 4° posto ex-aequo con il 29,5%, Savigliano al 5° a pari merito con Asti con il 29,3%. Seguono Mondovì (7° posto a pari merito con Pinerolo con il 29,1%) e Cuneo (9° posto e 28,9%). Gli affitti sono molto diffusi anche a Vercelli (2° posto in regione con il 29,6%), Villadossola in provincia di Verbano-Cusio-Ossola (6° ex-aequo con il comune vercellese di Santhià con il 29,2%), Arona nel Novarese (8° posto e 29%) e Valenza in provincia di Alessandria (10° posto a pari merito con il comune torinese di Torre Pellice con il 28,8%).
«In Italia fino ad oggi – commenta Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti – a livello normativo si è pensato soprattutto ai proprietari d’immobili e molto meno a chi va in affitto. Sarebbe necessaria una politica organica sulle locazioni prevedendo un piano di agevolazioni fiscali che coinvolga gli studenti, le giovani coppie, le famiglie in difficoltà ma anche gli stessi locatori come avviene in tanti altri Paesi europei. Del resto, anche da noi sta cambiando la visione culturale dell’affitto: non è più una soluzione transitoria. In Italia abbiamo visto piuttosto ridursi nel tempo quel poco di agevolazioni che esistevano. Con la tassazione fissa al 21% della cedolare secca – prosegue Spronelli – certamente si è avviato un percorso virtuoso. L’ulteriore riduzione dal 21 al 10% della cedolare secca quando si applica il canone concordato ha dato un’accelerazione. Nelle due grandi città italiane dove è più alta la quota di persone in affitto, il canone concordato, però, non può essere applicato perché i prezzi non vengono aggiornati. A Milano sono fermi da 16 anni e Napoli da 12. Basterebbe che le amministrazioni comunali convocassero le parti. Questo significa che il proprietario paga il doppio di tasse e l’inquilino non può beneficiare di un canone calmierato e detrazioni fiscali, nel caso in cui l’immobile diventi la sua residenza principale».
l.c.